L’AMERICA ? L’ABBIAMO INVENTATA NOI!

Franco Mistretta, console generale d’Italia a New York, trasmette agli americani di origine italiana il senso della fierezza per le loro radici.
08 Marzo 1997 | di

New York

'V oi siete cittadini del paese più importante del mondo, ma ricordatevi che le vostre radici sono in un paese altrettanto grande com'è l'Italia, che tanto ha dato e continua a dare al mondo. Se voi coltivate quei valori che vi sono stati trasmessi dai vostri genitori, allora crescerete ancora più sicuri di voi stessi e fiduciosi nel grande futuro che vi aspetta' - ha detto recentemente il console generale d'Italia a New York, Franco Mistretta, rivolgendosi a un nutrito numero di studenti e professori che stipavano l'aula magna del Francis College, nel cuore di Brooklyn.

'L'America è enorme e generosa - ha aggiunto il console - tuttavia manca di radici, e voi, come tutti i giovani, andate alla ricerca di radici. Vi invito, pertanto, a conoscerle, apprezzarle e amarle'. Non solo il console era commosso e orgoglioso, ma anche i suoi attenti ascoltatori, ammirati per la sua disponibilità , l'intelligenza e per i suoi valori umani.

Profilo di un diplomatico

Nato a Udine, in Friuli, il 2 novembre 1943, Franco Mistretta consegue la maturità  classica e, poi, la laurea in giurisprudenza presso l'università  di Trieste. Per prepararsi al concorso diplomatico, frequenta corsi di specializzazione in relazioni e diritto internazionale, a Torino, Milano (Ispi), Strasburgo (Consiglio d'Europa) e Bruxelles (Cee).

Dopo aver superato il concorso nel marzo del 1971, Mistretta entra al ministero degli Esteri e viene assegnato alla direzione generale delle Relazioni culturali. Passa, quindi, alla segreteria del ministro degli Esteri, Giuseppe Medici e, poi, di Aldo Moro. Nel 1974 viene inviato, in qualità  di secondo segretario, all'ambasciata italiana a Londra e, da lì, come console, a Buenos Aires, dove ricopre interinalmente anche l'incarico di console generale. Rientrato al ministero degli Esteri a Roma nel 1980, viene assegnato alla direzione generale degli Affari politici con l'incarico di seguire i paesi dell'Europa occidentale e del Nord America. Consigliere di Legazione il 1 maggio 1981, frequenta un corso di specializzazione. Il l luglio 1982, è nominato capo della segreteria della direzione generale degli Affari politici.

Nel settembre del 1984 è destinato all'Ambasciata d'Italia a Washington come consigliere per gli Affari politici. Il 1 luglio 1987 viene promosso consigliere d'Ambasciata e, nel novembre dell'anno successivo, viene nominato console generale a Barcellona, dove si trattiene poco più di un anno, per rientrare alla segreteria generale a Roma. Ministro plenipotenziario di seconda classe il 16 gennaio 1992, viene nominato capo dell'ufficio del segretario generale, incarico che ricopre fino al marzo del 1994, allorquando è destinato, in qualità  di console generale, a New York.

La giurisdizione del console Mistretta copre un'area comprendente gli stati di New York, del Connecticut e parte dello stato del New Jersey. In quest'area, vasta quasi due volte l'Italia, vivono circa duecentomila persone con passaporto italiano, ma si contano sei milioni di americani di origine italiana, ben inseriti nella società  americana.

Dobbiamo ricordare che non si tratta 'solo di pizzaioli, pastaioli, gelatieri o addirittura 'mafiosi' come dice qualcuno usando questi stereotipi - ha fatto osservare lo stesso console al Francis College - . Tra gli italiani che si sono distinti, vanno annoverati il sindaco della città  di New York, Rudolph Giuliani; il governatore dello stato di New York, George Pataki, italiano per parte di madre, succeduto a Mario Cuomo. Ci sono, poi, 35 sindaci di origine italiana in questa zona, oltre a 127 parlamentari statali che corrispondono ai 'parlamenti regionali' italiani; e vi sono 385 giudici di origine italiana. Senza contare gli avvocati, i medici, i liberi professionisti e i professori universitari'.

Cancellare gli stereotipi

Secondo il console Mistretta, gli americani apprezzano il senso cristiano e umano della famiglia italiana. Un recente studio elaborato dall'università  di Chicago ha dimostrato che fra quindici gruppi etnici omogenei, quello italiano ha conquistato il primato per essere quello che registra meno divorzi, che fa meno ricorso all'aiuto pubblico, che ha un minor numero di persone detenute, che fa un pasto in famiglia - con tutta la famiglia - più volte alla settimana, e per essere quello che meno di qualunque altro, colloca in casa di riposo i propri familiari.

Tuttavia gli italiani devono anche sforzarsi di migliorare l'immagine dell'Italia in questo paese, oltre all'immagine degli italoamericani. 'In Italia il livello di vita, dal punto di vista del benessere e della qualità  della vita è come quello degli Stati Uniti. In Italia, però, c'è quell'umanità , quella passione e quella generosità  che rende la vita molto più gradevole rispetto agli Stati Uniti dove è molto dura - ha osservato il console Mistretta - . Inoltre occorre migliorare l'immagine degli italoamericani negli Stati Uniti, cancellando quegli stereotipi che hanno contribuito alla nascita di filoni letterari e cinematografici centrati su figure della malavita, che parlavano l'italiano con accento siciliano. Oggi il dovere degli adulti è quello di portare l'immagine dell'Italia su un giusto livello, valorizzando l'immagine degli americani di origine italiana'.

Consapevoli della propria identità 

Mistretta ritiene che vi siano almeno due modi per far prendere coscienza alla vasta collettività  italoamericana della sua importanza e del prestigio raggiunto dai suoi membri: uno è quello di dire loro che cos'è l'Italia di oggi e quanto hanno fatto gli italoamericani, nel paese d'adozione in 185 anni di emigrazione. Un altro è quello di organizzare eventi celebrativi degli esponenti più rappresentativi della vita pubblica americana.

Lamentando il fatto che poche persone leggono i pur bellissimi libri che si occupano del contributo dato dagli italiani agli Stati Uniti, il console Mistretta ne ha snocciolato alcune tappe storiche: per esempio il primo articolo della Dichiarazione di indipendenza americana che recita 'Tutti gli uomini sono uguali' è stato ispirato al presidente Thomas Jefferson da un italiano, Filippo Mazzei che aveva studiato le opere del giurista Cesare Beccaria e lo aveva introdotto in America. Va detto, poi, che una delle più grandi banche del mondo, la Banca d'America, è stata fondata a San Francisco da un italiano, Amedeo Giannini. Occorre inoltre ricordare la figura di Antonio Meucci che in America ha inventato il telefono prima di Alexander Graham Bell e che non ha potuto commercializzarlo perché non disponeva di mezzi economici.

'Vorrei dire che è grazie a Guglielmo Marconi se noi oggi abbiamo il famoso telecomando della televisione con cui possiamo cambiare canale - ha osservato Mistretta - perché Marconi ha inventato la comunicazione senza fili. È grazie a lui se oggi viviamo nella società  dell'informatica; se abbiamo il radar; se abbiamo il forno a microonde; se abbiamo il laser. Su un altro fronte, Enrico Fermi è stato determinante nel campo della ricerca e dell'applicazione dell'energia nucleare'.

Andando più indietro nel tempo non si può trascurare Cristoforo Colombo, che incarna lo spirito del Rinascimento e l'esplosione dell'Umanesimo. Colombo ha scoperto il nuovo mondo, poi 'battezzato' da Amerigo Vespucci. Le coste americane sono state scoperte da Giovanni da Verazzano. Il Nord America è andato formandosi come colonia dell'Inghilterra grazie a Giovanni Caboto, comandante della flotta britannica. Questi quattro grandissimi navigatori italiani hanno praticamente dato vita al continente americano.

Data di aggiornamento: 03 Luglio 2017