Pastorale, la novità del counseling

Sta conquistando uno spazio crescente il counseling pastorale, forma di relazione d’aiuto nata negli Usa che cerca di integrare la spiritualità cristiana con l’apporto delle scienze psicologiche.
01 Marzo 2018 | di

Da alcuni anni spira da ovest un vento che non è il Ponente, o il Maestrale. Il suo nome è counseling (o counselling con la doppia elle), e di preciso proviene dagli Usa. Proprio la Chiesa protestante statunitense, e in seconda battuta quella cattolica, hanno poi sviluppato il counseling (in italiano: «relazione di aiuto») nella sua accezione pastorale, combinando – per dirla in soldoni – teologia e psicologia.

L’inizio del 2018 si caratterizza per diverse iniziative dedicate al counseling pastorale. Si va dal Master di Treviso e Roma organizzato dall’Università Cattolica del Sacro Cuore (iscrizioni aperte fino al 15 marzo), ai corsi triennali del Centro Camilliano di formazione di Verona, alla due giorni (20 e 21 aprile a Padova) Conoscere se stessi: identità e finalità del pastoral counseling, a cura di Facoltà teologica del Triveneto in collaborazione con Cei, Iusve, Centro Camilliano di formazione, AssoCounseling, Scuola di formazione Synaptogenesis.

Per meglio comprendere questa disciplina abbiamo interpellato padre Angelo Brusco, già superiore generale dei Camilliani, fondatore e direttore del Centro di Verona sopra citato che dal 2005 propone, tra gli altri, due apprezzati corsi per diventare counselor professionista. «Ambedue i corsi constano di tre anni, con 950 ore di lezione, e portano a un diploma riconosciuto dal Cncp, il Coordinamento nazionale counsellor professionisti. Uno dei due è proprio in counseling pastorale, e si distingue dall’altro, che definirei “psicologico”, o “umanistico”, per la prospettiva antropologica ispirata alla visione cristiana della persona e del mondo, e anche per le competenze che il counselor deve avere, non solo nelle scienze umane del comportamento, ma anche in quelle teologiche e spirituali. La sua finalità è aiutare le persone a superare eventuali problemi o difficoltà del quotidiano utilizzando risorse umane e spirituali».

Padre Brusco si è formato negli Stati Uniti, dove è nata l’intuizione di «applicare alla relazione pastorale d’aiuto le conoscenze della psicologia e le tecniche comunicativo-relazionali proprie delle scienze umane del comportamento. Questo ha portato al formarsi di una relazione d’aiuto particolare, appunto il counseling pastorale, che in parte è uguale alle altre psicoterapie, in parte si dissocia, perché si rivolge non a persone affette da patologie psicologiche, bensì a persone sane in sé, ma colpite o disturbate da problemi di vario tipo, come può essere un lutto, una crisi spirituale, la perdita di lavoro, un conflitto coniugale… È quel mal de vivre di cui ogni persona fa esperienza in un momento o l’altro della vita».

Altro appuntamento per avvicinare il counseling pastorale è la due giorni padovana Conoscere se stessi: identità e finalità del pastoral counseling. Ideatrice dell’evento è Barbara Marchica, teologa milanese, counselor professionista e pastorale che firma il titolo Consapevolezza (Emp) appena uscito in libreria. «Per la prima volta in Italia – spiega Marchica – uniamo teoria e pratica, raccogliendo le realtà accademiche e formative che già lavorano sulla relazione d’aiuto pastorale. Se venerdì 20 aprile sarà dedicato al convegno teorico, con esperti nazionali e internazionali, sabato 21 il workshop permetterà di fare esperienza di counseling pastorale in prima persona. Alla Chiesa italiana manca soprattutto la prassi ecclesiale sul tema. Diventa importante il confronto internazionale, perché, anche senza varcare l’Atlantico, nel resto d’Europa ci sono progetti pastorali ben avviati. Ad esempio, le Chiese cattoliche austriaca e tedesca prevedono già la figura del counselor pastorale in parrocchia».

La conclusione è affidata a padre Brusco, e alla sua constatazione che «tutti, e in particolare gli operatori pastorali, trarrebbero beneficio dallo stile del counseling. Dovrebbe essere patrimonio comune, specie tra chi ha a che fare con le persone: sacerdoti, avvocati, insegnanti e via dicendo. Non si tratta di diventare tutti professionisti, ma di arricchire il proprio stile comunicativo relazionale con abilità di counseling, ovvero la capacità di ascolto, l’empatia, il porre le domande in modo corretto, il non giudicare…».

 

L’articolo completo, con altri interventi degli esperti e le possibili applicazioni pastorali del counseling, è pubblicato nel numero di marzo del «Messaggero di sant’Antonio» e nella sua versione digitale.

Data di aggiornamento: 01 Marzo 2018

2 comments

18 Settembre 2018
sarei interessato a conoscere meglio questo percorso di counseling pastorale
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di aldo

20 Settembre 2018
Buongiorno signor Aldo, le suggeriamo di provare a visionare i master di cui nella pagina trova il link, o di prendere contatto con gli esperti intervistati, ad esempio la dottoressa Marchica (www.barbaramarchica.it).
di redazione

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