Alcol al bando
Il pancreas è una ghiandola a forma di «salsiccia» che giace in posizione orizzontale vicino agli altri organi addominali, in particolare, vicino allo stomaco e sotto il fegato. Ha una «testa», un «corpo» e una «coda». La sua funzione è quella di secernere, oltre alla nota insulina (ormone che serve a modulare la quantità di zucchero nel sangue), gli enzimi necessari per la digestione dei grassi, delle proteine e carboidrati nell'intestino.
L'alcol è il nemico numero uno del pancreas; infatti, l'abuso può condurre all'infiammazione acuta dell'organo (pancreatite). Per la precisione, l'80 per cento dei casi di pancreatite acuta è dovuto ad eccesso di alcol e calcoli biliari. La secrezione degli enzimi pancreatici viene attivata in modo esagerato dall'alcol e, alla fine, ci si può trovare di fronte a una vera e propria autodistruzione; infatti, questi enzimi «buoni» diventano aggressivi nei confronti del tessuto del proprio organo. In pratica, il pancreas, invece di digerire i nutrienti, digerisce letteralmente se stesso.
La forma acuta spesso conduce a un'insufficienza pancreatica cronica. La maggior parte delle forme croniche di pancreatite derivano anch'esse da abuso di alcol. Solitamente, ci vuole un periodo di tempo perché la patologia pancreatica si manifesti: in parole semplici, non è la «bevuta» occasionale che fa ammalare quest'organo, ma anni (5-10) di costante eccesso alcolico.
Dal punto di vista clinico, si osserva la comparsa di dolori addominali con nausea e vomito che insorgono dopo un abuso di alcol. Il dolore all'addome superiore è violento e si irradia posteriormente a fascia; è parzialmente attenuato dalla posizione eretta o raggomitolata sul fianco. Nelle forme più gravi, si può avere uno stato di shock.
Qual è, dunque, la quantità di alcol che fa scatenare la pancreatite? Non si sa. Ogni individuo possiede la propria «soglia di tolleranza». Secondo alcuni autori, esisterebbe una predisposizione alla pancreatite alcolica. Di certo è che più si beve, più la sintomatologia dolorosa si aggrava. È descritta, inoltre, un'aumentata incidenza di tumore al pancreas nelle persone affette da malattia pancreatica.
Visto che quest'organo è adibito alla digestione, occorre seguire scrupolosamente delle linee guida per un'alimentazione adeguata, in modo da prevenire altri attacchi e aiutarlo a funzionare in modo adeguato.
Oltre che con l'alcol, la situazione può peggiorare con l'assunzione di pasti grassi e, quindi, la dieta prescritta deve avere due obiettivi essenziali: niente alcol e pochi grassi. L'apporto di grassi deve essere ridotto all'indispensabile: 25-30 grammi al giorno (invece che 60-70 grammi). L'aumento della frequenza dei pasti (5-6 al giorno) può essere una buona regola per non affaticare la digestione. La quota dei grassi mancante sarà sostituita da un maggior apporto di carboidrati (250-300 grammi al giorno).
Ebbene, quali sono gli alimenti da evitare in assoluto? Ecco qui un elenco dettagliato: latte intero, panna, fritti in genere, maiale grasso e tutte le carni grasse, anguilla, sardine, sgombri, salmone, tonno sott'olio, tutti i salumi (a eccezione della bresaola e del prosciutto sgrassato), i formaggi più grassi e stagionati, la maionese, il burro, la margarina, le creme all'uovo, la cioccolata, i gelati alle creme, le salse piccanti, la senape, la mostarda, le spezie, la frutta secca oleosa, il cocco fresco, l'avocado, il pane «all'olio», grissini e crackers conditi, gli alimenti più ricchi in fibre quali i legumi, le cime di rapa, la catalogna, i carciofi, i cachi, i frutti di bosco, le castagne, i datteri ecc., e naturalmente... il vino, la birra, i superalcolici, gli amari.
Andranno benissimo, invece, il tè diluito, il caffè d'orzo, i succhi di frutta al naturale e acqua in abbondanza, la gelatina di frutta, il latte scremato, il pane, il riso, la pasta, le patate, la carne bianca, i formaggi freschi, la frutta.
Una dieta povera in grassi come questa, nel tempo, può portare a carenza di vitamine liposolubili; occorre quindi somministrare supplementi vitaminici adeguati. Inoltre, sarà utile la sostituzione, almeno parziale, degli oli da condimento con i trigliceridi a media catena (olio MCT), i quali hanno delle proprietà chimico-fisiche che li rendono più facilmente assorbibili da parte dell'intestino e quindi indicati nel caso di deficit di enzimi pancreatici (lipasi).
Riassumendo, un regime alimentare sano con esclusione di alcol e moderata assunzione di grassi può, senz'altro, avere un effetto benefico su un'alterata funzionalità pancreatica, fermo restando che la prescrizione dietetica è sempre individuale in base al grado della malattia e alle condizioni del soggetto.