Argentina. Condividere, che passione
La giurisprudenza innanzitutto. Ma, subito dopo, l’amore per le proprie origini. La condivisione delle radici è un tema caro in casa Mandl. Proprio come l’associazionismo, il mondo nel quale Federico Mandl, di professione avvocato, ha ritrovato quelle radici. «I miei nonni materni – racconta Federico, vicepresidente dell’associazione abruzzese di Villa San Vincenzo di Guardiagrele, aderente alla Fedamo (Federazione delle istituzioni abruzzesi in Argentina) – viaggiavano sulla stessa nave diretta in Argentina. Nicola Carosella e Concetta Verna seguivano le rispettive famiglie, chiamate nel Paese sudamericano da altri parenti che lì si erano già insediati. Erano partiti dal piccolo borgo di San Vincenzo, una frazione di Guardiagrele (Chieti), lasciandosi alle spalle la tragedia di una guerra. A trasmettermi la passione per l’associazionismo è stata mia madre, che con mio padre ha sempre condiviso lo stesso amore. Mio padre da trent’anni partecipa alle riunioni, tanto da essere considerato abruzzese di adozione. Insomma, ho respirato l’aria dei sodalizi fin da quando ero bambino. L’associazione è stata fondata dai miei nonni e i miei genitori tuttora frequentano il nucleo di conterranei di Buenos Aires. Grazie all’associazione ho conosciuto tanti amici che vivono in Argentina, tutti uniti dalle nostre ascendenze abruzzesi. Ho imparato che non si deve perdere il contatto con le proprie radici. Non potrei venire in Europa senza far visita all’Italia. È come se andassi a casa di mio padre senza salutarlo».
Federico si sente argentino, ma per lui l’Italia è una sorta di seconda pelle. «Ho continui contatti con l’Italia, mi piacerebbe tornare in Abruzzo e visitare altri luoghi per respirare quella cultura e quella tradizione che ritrovo nei nostri incontri. Ora è importante proseguire sulla strada che, come associazione, e come Fedamo, abbiamo tracciato: quella di permettere ai giovani di assumere incarichi importanti nel sodalizio. Una mossa vincente che ha creato un ricambio generazionale decisivo per il futuro del sodalizio». Il brillante avvocato è convinto di poter mantenere vive le radici regionali in terra argentina anche restando saldamente ancorato alle tradizioni gastronomiche della sua terra d’origine (a casa sua la domenica non manca mai la pasta fatta in casa), oltre che dando grande impulso a tutte le iniziative che possono mantenere vivi cultura, usi e costumi dei suoi antenati. «Il progetto riflette le mie scelte personali. Vorrei che i giovanissimi condividessero con i meno giovani il dialetto, le tradizioni eno-gastronomiche dell’Abruzzo, i balli. Vorremmo essere punto di riferimento non solo per gli argentini di origine abruzzese che vivono in questa regione, ma anche per quegli abruzzesi che arrivano oggi dall’Italia o per gli argentini che invece vivono nella nostra regione d’origine, così da permettere un’integrazione perfetta con il luogo in cui hanno scelto di vivere e di lavorare».