ARTI E MESTIERI A FIRENZE
Firenze
Fortunatamente, a Firenze, la tradizione esiste ancora: nascosta alla maggior parte delle persone, soprattutto a quelle frettolose, sopravvive negli stretti vicoli dei quartieri popolari dove si è ritirata, quasi impaurita dal progresso e dalle orde del turismo mordi e fuggi. Ma chi, da turista, abbia qualche dimestichezza con la città , conosce le gioie e le sorprese che questo mondo sa ancora offrire. Ancora oggi, possiamo trovare questo mondo nelle botteghe di quei pochi ma esperti maestri artigiani, che continuano a lavorare come i nonni dei loro nonni, producendo oggetti unici, di altissimo valore, ricercati e richiesti da clienti-estimatori di tutti i continenti. Entrando nelle loro magiche botteghe, dove il tempo sembra essersi fermato, si possono fare scoperte straordinarie.
Il nostro itinerario comincia con il maestro Bianco Bianchi (potrebbe sembrare un nome d";arte, ma non è così), al quale va riconosciuto il merito di aver recuperato la valenza artistica e storica dell";antica lavorazione della scagliola. Nel loro laboratorio, Bianco Bianchi e il figlio Alessandro adottano le tecniche del passato: si realizzano i disegni, si preparano i supporti di marmo, si incidono i piani, si scelgono i colori da inserire negli intarsi e, infine, si procede alla lucidatura. Già nota ai romani, la tecnica della scagliola si afferma appieno in Toscana nel 1700, epoca che ci ha lasciato pregevoli opere che si possono ammirare a Palazzo Pitti, all";Opificio delle Pietre Dure e in altri musei sparsi per l";Italia. Ed è proprio osservando gli antichi manufatti, molti dei quali restaurati dallo stesso maestro, che si possono meglio apprezzare i lavori attualmente prodotti nel suo laboratorio, documenti di un";arte che si perpetua fino ai giorni nostri.
La tradizione della concia, rispetto alla scagliola, è a Firenze abbastanza recente. All";inizio dell";Ottocento furono alcuni commercianti di Santa Croce a dare il via a quel processo di specializzazione che ha raggiunto nel tempo una giusta fama internazionale. All";interno dello storico chiostro della chiesa di Santa Croce ha sede la Scuola del cuoio, costituita dai frati minori dell";ordine francescano. Qui, tra il silenzio e la quiete che caratterizzano il luogo, anziani artigiani e giovani apprendisti studiano e realizzano nuovi modelli di borse, portafogli e scatole secondo quella cultura del produrre, cara agli artigiani del passato.
Sempre rimanendo in tema di ambienti architettonici di assoluto valore, si può andare in via della Scala, a pochi passi dalla splendida piazza di Santa Maria Novella, dove sorge probabilmente la più antica farmacia del mondo ancora in attività : l";Officina profumo-farmaceutica di Santa Maria Novella deve le sue origini ai padri domenicani che si stabilirono a Firenze intorno al 1220, sviluppando nel corso dei secoli la loro attività nel campo aromatico e della distillazione. Ed è appunto seguendo la tradizione, che gli eredi di Cesare Augusto Stefani, nipote dell";ultimo frate direttore dell";officina, continuano tutt";oggi a proporre al pubblico le antiche ricette dei frati: il Liquore Mediceo, l";Aceto dei Setti Ladri per gli svenimenti, l";Acqua Antisterica fatta con erbe che hanno proprietà calmanti e digestive. Ma l";altro aspetto non meno importante della farmacia di Santa Maria Novella consiste nell";opera d";arte in se stessa, che conserva ancora inalterata la sua immagine originale. Il Salone di Vendita, dal soffitto a volta affrescato con la rappresentazione delle quattro parti del mondo, fu donato ai frati nel 1335, dalla potente famiglia Acciaioli, in segno di riconoscenza per una guarigione prodigiosa ottenuta con un loro prodotto.
Brandimarte, artigiano-artista dell";argento, ha preferito invece aprire la sua bottega Oltrarno, poco distante dalla chiesa del Carmine. Di lui, si sono dette molte cose: è un artista, un personaggio d";altri tempi, forse un Benvenuto Cellini dell";epoca moderna. Di sicuro, si può dire che dal suo laboratorio sono usciti solo pezzi di straordinaria bellezza, mai niente di inutile o di gratuitamente superfluo. D";altra parte, nei sui argenti non esiste una frattura con il tempo in cui lavorava il rame come calderaio, arte antica che imparò ad amare dagli zingari, ancora ragazzo. Anzi, Brandimarte ha mantenuto la sua prima esperienza, nobilitandola con l";argento: vassoi, ciotole, zuppiere, coppe e calici sono sbalzati, cesellati a basso, medio e alto rilievo con fioriture di spighe di grano, grappoli d";uva e fronde d";ulivo. Nonostante le commissioni avute da importanti musei, Brandimarte si sente un artigiano, e dell";artigiano gli piace dare definizioni: 'Mentre l";artista prima o poi riuscirà a farla franca, l";artigiano non sarà mai nessuno, non ce la farà mai, ma tutti hanno bisogno di lui per sentirsi sicuri. Dal calice, al vaso di fiori, all";inferriata. Di pari passo con il contadino e con il popolo, vive le stesse gioie e gli stessi dolori'.
Dalla bottega di Brandimarte, facendo pochi passi si giunge all";Antico setificio fiorentino, con i suoi telai settecenteschi che continuano a tessere splendidi filati di seta e pregiate stoffe come broccatelli, lampassi, ermisini e damaschi. Il valore della tradizione è per questo laboratorio l";unico parametro che merita di essere rispettato. Infatti le stoffe prodotte non hanno mai seguito e subìto la moda: i disegni e i colori sono ancora quelli che le grandi famiglie nobili, fondatrici del setificio nel Settecento, conservano in preziose rimesse in carta, ovvero schede forate. La qualità dei tessuti ha origini lontane, e inizia con le notizie ricavate dall";analisi dei tessuti antichi: la materia utilizzata, il tipo di lavorazione, gli ornamenti eseguiti, lo stile e l";epoca al quale si ispira. Tutto il paziente lavoro si traduce in sete che rimangono morbide, lucenti e 'croccanti' (si definisce così il particolare rumore delle stoffe non trattate). Grazie a questa sua competenza, il setificio ha restaurato gli arredi di antichi castelli in Austria e in Germania, di Villa Doria Pamphili a Roma; per il Quirinale e per Palazzo Madama sempre a Roma ha proposto e realizzato tessuti con disegni originali.
Parlando di restauro, non si può dimenticare la famosa ditta Bartolozzi-Maioli, una delle più vecchie botteghe fiorentine, dove si conserva ancora intatta l";antica arte manuale dell";intaglio. La possibilità di collaborare alla ricostruzione del patrimonio artistico cittadino, danneggiato dalla guerra, permise a Bartolozzi e Maioli di acquisire una grande esperienza nel restauro di arredi lignei. Per questo, alle loro mani fu affidato il recupero dello straordinario complesso di arredi del monastero di Montecassino. In mezzo secolo di attività , i due maestri hanno anche accumulato un";eccezionale collezione di reperti e di frammenti architettonici e scultorei: una incredibile raccolta di materiali decorativi che possono essere usati nei modi più diversi.
In piazza Pitti, sul lato opposto all";omonimo palazzo, si trova la bottega dei Giannini, la più importante dinastia fiorentina di rilegatori, che da quattro generazioni associano il nome della famiglia al mondo della carta. Oggi, gli attuali eredi, Enrico, Gabriele e Giulio, continuano tutte le attività della vecchia ditta, che vanno dalla rilegatura d";arte alla realizzazione di album e oggetti da scrivania in pelle, pergamena e carta. Più di tremila punzoni in bronzo, acquisiti negli anni della lunga operosità della famiglia, rappresentano una rara collezione di ferri del mestiere, ma soprattutto permettono di eseguire qualunque tipo di lavorazione in qualsiasi stile.
Unico e inconfondibile è invece lo stile di Giovanni Manetti. Nella sua bottega di borgo San Jacopo, vicino a Ponte Vecchio, si possono richiedere gioielli unici che esprimono sentimenti ed emozioni, come è giusto che sia per un oggetto prezioso. La fama di Manetti deriva dalla sua particolare capacità di intuire per ogni pietra, il giusto equilibrio e rapporto con il monile. Nelle sue creazioni si ritrova la natura: il tralcio di vite, le ali di una farfalla, la piega di una foglia autunnale. La tecnica di lavorazione è sempre la stessa, quella del Cinquecento, tramandata per secoli dagli anziani maestri ai giovani allievi. Ed oggi, sono proprio gli anziani maestri ad essere rimasti in pochi, non più in numero sufficiente per trasmettere la sapienza che fu. Troppo spesso ci si dimentica che dalla corporazione degli artigiani-orafi provennero artisti del calibro di Brunelleschi, Donatello, Ghiberti e Paolo Uccello.
DA NON PERDERE |
F irenze, città unica al mondo per la sua arte e storia, non ha bisogno di presentazioni. Tuttavia, vale la pena segnalare alcuni luoghi, che pur avendo una assoluta importanza, escono dagli itinerari più frequentati. In particolare modo, i dintorni di Firenze, con le pievi, i monasteri, gli antichi borghi e le verdi colline, sono la cornice e il complemento della città , eppure vengono spesso ingiustamente dimenticati. Montelupo Fiorentino sorge sull";antica strada romana che collegava Firenze a Pisa. Nei secoli, grazie alla presenza di vie d";acqua, si svilupparono numerose attività manifatturiere, tra le quali quella della ceramica, che a Montelupo raggiunse grande splendore nel 1500. Ancora oggi, questa attività prosegue nei numerosi laboratori di ceramica artistica famosi in tutto il mondo. La storia del luogo e delle sue tradizioni viene rivissuta ogni anno, nel mese di giugno, durante la Festa internazionale della ceramica (quest";anno dal 21 al 29 giugno; per informazioni, telefonare allo 0571-9174). Da visitare è anche il Museo archeologico e della ceramica, inaugurato, nella sua configurazione attuale, nel 1989. Due sono le grandi ripartizioni tematiche del museo: l";Archeologia del territorio e la Storia della ceramica di Montelupo, la quale attesta il primato che il paese va acquisendo tra i centri della ceramica della Toscana. Il piccolo borgo di Settignano si sviluppa su una dolce collina a Nordest di Firenze, ed è raggiungibile percorrendo una deliziosa strada panoramica da Fiesole. Il giardino di Villa Gamberaia è giustamente considerato tra i più belli d";Europa e offre scorci indimenticabili di Firenze. Una piacevolissima meta fuori città , può essere considerata la visita al parco di Villa Demidoff, in località Pratolino. Il parco è stato completamente restaurato ed è aperto al pubblico da aprile a ottobre. La monumentale Statua dell";Appennino del Giambologna rappresenta una delle più significative testimonianze del manierismo fiorentino. Per maggiori informazioni, ci si può rivolgere all";Azienda di promozione turistica di Firenze, via A. Manzoni 16, telefono 055-23320; fax 055-2346286. |
Agenda ENIT Negli uffici dell";Enit, l";Ente nazionale italiano per il turismo, si possono chiedere informazioni utili riguardanti il turismo in Italia. Ecco, di seguito, gli indirizzi di alcune delegazioni dell";Enit:
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