Australia. Corale sant’Antonio, premio al fondatore
11 Marzo 2013
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Ogni anno, il governo del Victoria-Australia assegna alcune onorificenze a persone che si siano distinte nel campo del multiculturalismo, rendendo un servizio alla comunità in modo continuativo, intenso e apprezzato dalla popolazione.
Nell’edizione del 2012, il certificato e la medaglia «Meritorious service award» sono stati assegnati al maestro Duilio Malavisi, che ha ricevuto il premio dalle mani di Alex Chernov, governatore generale, alla presenza del premier dello Stato, Ted Bailleu (nella foto con Malavisi e la moglie). Duilio dirige il coro italiano più longevo di Melbourne, nato nel 1957 come Coro santa Cecilia e poi ribattezzato, nel 1970, col nome di Corale sant’Antonio.
Duilio Malavisi è nato a Beirut, in Libano, nel 1931. Il padre era di Ascoli Piceno: orfano, venne «affidato» alla Fiat come apprendista e quindi inviato come meccanico in Medio Oriente, al seguito del primo carico navale di auto della fabbrica torinese con destinazione Libano.
A Beirut sposò una giovane di origine siciliana, e tra qui e Damasco la famiglia si stabilì, vivendo anche le traversie della seconda guerra mondiale. Quando infatti gli inglesi occuparono Siria e Libano nel 1941, i Malavisi, cittadini italiani, vennero considerati «internati civili». Per questo i tre giovani figli furono affidati alle cure dei padri salesiani in un collegio a Betlemme, in Palestina. Il soggiorno «forzato» durò quattro anni. Fu in questo contesto che Duilio, tra i 10 e i 14 anni, fu iniziato alla musica, al canto e alle attività artistiche di ogni genere.
L’emigrazione in Australia dei Malavisi seguì poi un copione abbastanza usuale. Nel 1952 partì il figlio maggiore, nel 1954 Duilio, quindi i genitori e il terzo figlio. Erano gli anni del flusso di massa e di un grande fermento giovanile a tutti i livelli, anche quello religioso. I pochi sacerdoti italiani svolgevano un’intensa attività pastorale, mirata innanzitutto ad amministrare il sacramento del matrimonio. Nelle parrocchie, i giovani di buona educazione cristiana avevano formato gruppi di Azione Cattolica, fermento di vita e di assistenza umana, sociale e spirituale. Punto di riferimento e luogo di incontri settimanali divenne il piccolo convento dei frati cappuccini ad Hawthorn.
«Proprio dai giovani di Azione Cattolica e sotto la guida dei padri cappuccini – ricorda Duilio – maturò il progetto di creare un coro italiano, con un programma di canti religiosi, popolari e folcloristici. Nacque così il Coro santa Cecilia. I primi anni furono molto impegnativi, poiché giungevano richieste di partecipazione da molti settori della comunità e anche dalla televisione, dalla radio e in occasione di feste e celebrazioni private. Ricordo con orgoglio e commozione la nostra presenza alle manifestazioni ufficiali della visita del presidente della Repubblica Italiana Giuseppe Saragat nel 1966, e quella al grande Congresso eucaristico diocesano. Nel 1969, scegliendo come sede permanente il Santuario di Sant’Antonio di Melbourne, abbiamo deciso di chiamarci “Corale di sant’Antonio”, dando un’impronta più religiosa e liturgica al nostro repertorio. Siamo impegnati tutto l’anno per dare solennità a feste patriottiche (come l’Italian day il 2 Giugno) e religiose, nelle parrocchie e nei centri comunitari. Tra queste feste vorrei ricordare, oltre a quelle di sant’Antonio e san Francesco d’Assisi, quelle della Madonna, di san Gabriele dell’Addolorata, di san Gregorio Magno, dei santi Bartolomeo, Stefano e Lorenzo».
Duilio è stato per la prima volta in Italia nel 1993, all’età di 62 anni. Ha avuto la fortuna di incontrare i cugini e di visitare luoghi che appartengono al cuore. Alla bella età di 81 anni continua a essere un esempio di italianità vera, in una delle espressioni più alte e nobili, quella della musica sacra. E non ha certo intenzione di posare la bacchetta di direttore del coro: sua madre ha vissuto fino all’età di 106 anni e sette mesi. Nel 2013 si è concesso solo una breve vacanza: una crociera nei mari dell’Est asiatico con la moglie Ines per festeggiare le nozze d’oro. Ad majora, Duilio!
Nell’edizione del 2012, il certificato e la medaglia «Meritorious service award» sono stati assegnati al maestro Duilio Malavisi, che ha ricevuto il premio dalle mani di Alex Chernov, governatore generale, alla presenza del premier dello Stato, Ted Bailleu (nella foto con Malavisi e la moglie). Duilio dirige il coro italiano più longevo di Melbourne, nato nel 1957 come Coro santa Cecilia e poi ribattezzato, nel 1970, col nome di Corale sant’Antonio.
Duilio Malavisi è nato a Beirut, in Libano, nel 1931. Il padre era di Ascoli Piceno: orfano, venne «affidato» alla Fiat come apprendista e quindi inviato come meccanico in Medio Oriente, al seguito del primo carico navale di auto della fabbrica torinese con destinazione Libano.
A Beirut sposò una giovane di origine siciliana, e tra qui e Damasco la famiglia si stabilì, vivendo anche le traversie della seconda guerra mondiale. Quando infatti gli inglesi occuparono Siria e Libano nel 1941, i Malavisi, cittadini italiani, vennero considerati «internati civili». Per questo i tre giovani figli furono affidati alle cure dei padri salesiani in un collegio a Betlemme, in Palestina. Il soggiorno «forzato» durò quattro anni. Fu in questo contesto che Duilio, tra i 10 e i 14 anni, fu iniziato alla musica, al canto e alle attività artistiche di ogni genere.
L’emigrazione in Australia dei Malavisi seguì poi un copione abbastanza usuale. Nel 1952 partì il figlio maggiore, nel 1954 Duilio, quindi i genitori e il terzo figlio. Erano gli anni del flusso di massa e di un grande fermento giovanile a tutti i livelli, anche quello religioso. I pochi sacerdoti italiani svolgevano un’intensa attività pastorale, mirata innanzitutto ad amministrare il sacramento del matrimonio. Nelle parrocchie, i giovani di buona educazione cristiana avevano formato gruppi di Azione Cattolica, fermento di vita e di assistenza umana, sociale e spirituale. Punto di riferimento e luogo di incontri settimanali divenne il piccolo convento dei frati cappuccini ad Hawthorn.
«Proprio dai giovani di Azione Cattolica e sotto la guida dei padri cappuccini – ricorda Duilio – maturò il progetto di creare un coro italiano, con un programma di canti religiosi, popolari e folcloristici. Nacque così il Coro santa Cecilia. I primi anni furono molto impegnativi, poiché giungevano richieste di partecipazione da molti settori della comunità e anche dalla televisione, dalla radio e in occasione di feste e celebrazioni private. Ricordo con orgoglio e commozione la nostra presenza alle manifestazioni ufficiali della visita del presidente della Repubblica Italiana Giuseppe Saragat nel 1966, e quella al grande Congresso eucaristico diocesano. Nel 1969, scegliendo come sede permanente il Santuario di Sant’Antonio di Melbourne, abbiamo deciso di chiamarci “Corale di sant’Antonio”, dando un’impronta più religiosa e liturgica al nostro repertorio. Siamo impegnati tutto l’anno per dare solennità a feste patriottiche (come l’Italian day il 2 Giugno) e religiose, nelle parrocchie e nei centri comunitari. Tra queste feste vorrei ricordare, oltre a quelle di sant’Antonio e san Francesco d’Assisi, quelle della Madonna, di san Gabriele dell’Addolorata, di san Gregorio Magno, dei santi Bartolomeo, Stefano e Lorenzo».
Duilio è stato per la prima volta in Italia nel 1993, all’età di 62 anni. Ha avuto la fortuna di incontrare i cugini e di visitare luoghi che appartengono al cuore. Alla bella età di 81 anni continua a essere un esempio di italianità vera, in una delle espressioni più alte e nobili, quella della musica sacra. E non ha certo intenzione di posare la bacchetta di direttore del coro: sua madre ha vissuto fino all’età di 106 anni e sette mesi. Nel 2013 si è concesso solo una breve vacanza: una crociera nei mari dell’Est asiatico con la moglie Ines per festeggiare le nozze d’oro. Ad majora, Duilio!
Data di aggiornamento: 03 Luglio 2017