Brasile. La memoria del Rio Grande do Sul
Oggi si chiama Cotiporã e il nome deriva dalla lingua tupi akutiporanga in omaggio alle popolazioni Guarany che abitavano questo angolo del continente americano. Il comune – di circa 4.577 abitanti, situato nello Stato de Rio Grande do Sul – nacque però intorno al 1885 con il nome di Monte Veneto, grazie all’ostinazione di un gruppo di italiani emigrati in queste terre per trovare una nuova opportunità di lavoro e di vita.
Racconta Claudia Rejane Turelli do Carmo: «Il mio trisnonno, Carlo Giuseppe, nacque a Venezia, il 7 maggio 1860, presso l’ospedale civile, e fu battezzato nella chiesa della Pietà. Il giorno dopo, l’8 maggio 1860, fu consegnato alla Casa Centrale degli Esposti della stessa città. Al bambino venne assegnato il nome Claudio e il cognome Turelli (una pratica consolidata da parte dell’Istituto). Venticinque anni dopo Claudio si imbarcò a Genova per attraversare l’Atlantico, aggregandosi ad altri conterranei. In Brasile decise di stabilirsi nelle terre di quello che poi sarebbe diventato il Rio Grande do Sul. Sposatosi nel 1885 con Angela Soletti, decise di fondare – insieme con altri veneti – la città di Monte Veneto, che cambiò nome allo scoppio della Seconda guerra mondiale, quando gli italiani divennero invisi al governo brasiliano entrato in guerra al fianco degli Alleati».
Cotiporã è conosciuta in tutta il Rio Sul come il «gioiello» della Serra Gaucha, e non solo per le sue peculiarità urbanistiche (la zona è punto di ritrovo per gli sportivi che praticano rafting ed escursionismo estremo), ma anche perché l’arte orafa e della creazione di gioielli caratterizza la laboriosità cittadina. Un’arte appresa e trasferita in zona proprio dagli artigiani veneti e tramandata di padre in figlio.
Claudia Turelli vive a Porto Alegre e di quell’avventura, iniziata a Venezia, è la memoria vivente. Orgogliosa di portare lo stesso nome del trisavolo, ha deciso di dedicare la propria professionalità di giornalista al recupero della memoria storica degli oriundi. «Nel 1889 – continua Claudia – è nato il primo figlio di mio bisnonno Claudio. Alcuni anni dopo, il nonno si trasferì con la famiglia nella città chiamata “Bom Retiro do Sul”, dove morì il 4 dicembre 1952. Non ho saputo molto altro della sua storia e forse proprio per cercare le mie radici ho sentito il bisogno di dare vita a un’esperienza giornalistica su web: volevo raccontare le vite dei brasiliani di origine italiana». Claudia, 47 anni, è la direttrice responsabile della rivista digitale www.oriundi.net che da oltre dieci anni rappresenta il punto d’incontro degli italiani del Rio Grande do Sul. «La testata digitale da diversi anni raccoglie informazioni e mette in contatto le famiglie italiane residenti nell’area di Porto Alegre. Questa città vanta, infatti, una nutrita rappresentanza di immigrati italiani, in gran parte discendenti dei veneti che per primi ottennero la possibilità di poter trasformare le terre del Rio Grande do Sul. Attraverso la rivista è possibile conoscere la realtà storica italiana, ma anche quella della comunità italo-brasiliana, attraverso la proposta di percorsi di riscoperta delle radici genealogiche e la testimonianza di molti lettori».
Sposata con un giornalista italo-americano, Claudia guarda con orgoglio alle proprie radici e si considera parte dell’universo italiano nel mondo. «La mia carta d’identità documenta che sono cittadina brasiliana, il mio cuore però mi dice che ho forti radici italiane. Creare e dirigere una testata digitale che si occupa della nostra comunità, rappresenta per me un onore e un dovere. L’onore di raccontare lo straordinario potenziale dell’universo italo-brasiliano e il dovere di non disperdere il patrimonio di ricordi e di storia comunitaria che hanno segnato questo angolo di Brasile».