Canada. Attorno alla pietà popolare

18 Maggio 2015 | di

Nella Cappella del Santissimo Crocifisso di Woodbridge, affollatissima per l’occasione, quest’anno ha avuto luogo un incontro con le Associazioni Religiose Italiane di Toronto. È stato un incontro storico, come è stato rilevato da più parti. Per la prima volta, infatti, membri appartenenti a più di 50 associazioni si sono ritrovati. Tutti sotto lo stesso tetto, assieme a una dozzina di sacerdoti. Dopo il saluto di Ivana Parrilla, direttrice delle attività della Cappella, e quello di suor Marta delle suore Minime della Passione, si è entrati nel vivo della discussione.

Sia padre Ruggiero Di Benedetto, in qualità di presidente della Commissione Pastorale Italiana (CPI), sia padre Amedeo Nardone, promotore dell’iniziativa, che padre Vitaliano Papais, a nome della CPI hanno posto in evidenza nei loro interventi il valore della liturgia e della religiosità popolare: un valore certamente positivo – hanno detto – dove realtà sacra e trascendente si incontrano, dove vengono esaltati i valori come il senso della croce, la rassegnazione cristiana in situazioni irrimediabili, la distanza dalle cose materiali, ma anche il senso dell’amicizia e dell’unione familiare. La pietà popolare, con devozioni, novene e processioni, è un modo di esprimere la fede ed è quindi la fede il fondamento della religiosità popolare. Essa è una via privilegiata di trasmissione del messaggio di Cristo dai padri ai figli.

Le parole del Vangelo: «Ciò che io dico a voi nelle tenebre, proclamatelo nella luce; e ciò che udite nell’orecchio annunciatelo sui tetti» (Mt 10,27), trovano attuazione nella «religiosità nei parchi» − ha detto padre Amedeo − facendo una valutazione degli oltre 50 anni di vita delle associazioni. L’arcidiocesi si è accorta di questa grande realtà evangelica che fa conoscere la devozione dei santi e della Madonna, e la considera una ricchezza da valorizzare. La positività generale del fenomeno non deve tuttavia oscurare il fatto che ci sono alcune forme di religiosità popolare che creano confusione, fatica, divisione: non è lecito, ad esempio, attaccare denari alla statua del santo venerato, nè che questa venga messa all’asta e trasportata dai migliori offerenti; l’assistenza ai poveri e ai malati dovrebbe essere inclusa in ogni associazione; bisognerebbe andare al di là dell’evento per connettersi con Dio, la realtà trascendente, e aprirsi a nuove iniziative di evangelizzazione e a nuovi modi di esprimere la fede.

In molte associazioni, infatti, la dirigenza è rimasta in mano alla prima generazione, impedendo il ricambio generazionale. E ciò ha portato i giovani, che tra l’altro non condividono più la lingua dei padri, a sentirsi esclusi. Perché le feste religiose siano autentiche celebrazioni di fede incentrate nel mistero di Cristo, la Commissione Pastorale ritiene che sia necessario curare la preparazione della celebrazione, considerare il sacerdote come il consigliere spirituale e, infine, favorire il coinvolgimento dei giovani anche attraverso celebrazioni bilingue.

 
Data di aggiornamento: 03 Luglio 2017