Cicogna in famiglia
Sono ancora poche le italiane che scelgono il parto in casa, ma si accentua la tendenza a strappare all ospedale la conclusione della gravidanza per ricondurla nella sfera degli affetti e del calore familiare.
Sono qualche migliaia le donne italiane che dalla seconda metà degli anni ottanta hanno partorito a casa propria. È dunque un fenomeno limitato, ma non folcloristico. Riflette una tendenza, che intende contrastare la cosiddetta medicalizzazione del parto. È un fatto che nei paesi industrializzati la medicina si sia appropriata della conclusione della gravidanza, come in passato non era mai avvenuto. Le prime cliniche ostetriche risalgono, in Europa, all Ottocento, ma rimanevano riservate ai ceti sociali più bassi, e le donne, se potevano (se potevano cioè contare su una rete di solidarietà fatta di parenti, conoscenti e, naturalmente, ostetriche), continuavano a partorire in casa almeno fino agli anni quaranta-cinquanta di questo secolo.
Da allora il parto è diventato un fatto medico, con miglioramenti che è difficile negare: la mortalità delle partorienti è praticamente scomparsa, quella dei neonati si è ridotta a percentuali (meno del 10 per mille) che con ogni probabilità sono impossibili da comprimere ulteriormente.
In compenso la medicalizzazione del parto ha portato a trasformare questa evenienza naturale in un fatto spesso solo tecnologico. Per esempio la percentuale dei parti cesarei ha ormai superato, in Italia, il 20 per cento (quando l Organizzazione mondiale della sanità invita a non superare il 10), e in alcuni ospedali, soprattutto privati, essa supera il 50 per cento. Inoltre è innegabile che l ambiente dell ospedale sia psicologicamente poco attraente per un donna sana in procinto di avere un esperienza del tutto naturale.
Ecco perché sono sorte in diverse parti d Italia organizzazioni di ostetriche che seguono la donna durante la gestazione e il parto in casa. Inoltre sono in discussione in Parlamento almeno cinque proposte di legge che si prefiggono la riorganizzazione del parto, e due di queste, discusse in questi giorni, parlano espressamente di parto a domicilio.
Ovviamente tutto deve essere eseguito con prudenza. Per il parto a domicilio vengono selezionate donne che non presentino rischi di un travaglio difficile, e durante la fase più delicata è a disposizione un autoambulanza pronta al trasporto in ospedale. A quanto risulta, a tutt oggi, sembra che non ci siano differenze, per quanto riguarda la mortalità materna e infantile, tra parto a domicilio e in ospedale.
Tuttavia non tutti sono d accordo. Molti medici ostetrici, come Mario Vignali (direttore della II Clinica ostetrico-ginecologica dell Università di Milano), sostengono che comunque il parto è un evento rischioso e nessuno all inizio del travaglio può affermare con assoluta certezza che quel determinato parto sarà del tutto fisiologico e quindi non richiederà alcun trattamento medico. Meglio, dunque, l assistenza ospedaliera, tanto più oggi che si è ridotta a pochi giorni. Altri sono più concilianti, come Carlo Belloni della Divisione ostetrica e ginecologica dell Ospedale Valduce di Como. Egli riferisce che in alcuni ospedali sono in funzione le case del parto, in cui la futura madre può partorire in presenza dei familiari, ma in cui la continua sorveglianza dell ostetrica può immediatamente indirizzare nelle sale parto tradizionali in caso di emergenza.
Per maggiori informazioni sulla nascita e la maternità personalizzata ci si può collegare al sito internet dell' associazione di ostetriche «Nascita dolce»: http://www.zeus-multi-media.com/nascitadolce |
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Spesso bambini e anziani, colpiti dall'asma, trovano complicato usare le bombolette spray che contengono farmaci indispensabili per superare le crisi: a volte aspirano troppo tardi, a volte troppo presto. Un gruppo di medici sudafricani ha inventato un metodo ingegnoso per risolvere questa difficoltà . Basta prendere una bottiglia di plastica da mezzo litro e praticare un foro nel fondo, in questo s'infila il boccaglio dello spray, si aziona il meccanismo, quindi si ha tutto il tempo di inalare il medicamento dalla parte del collo. |