Condotti dallo Spirito
Un invito alla lettura della «Evangelii Gaudium», la prima esortazione apostolica di papa Francesco. Un documento che propone l’urgenza di un rinnovamento spirituale. Come suggerisce lo Spirito Santo, che conduce per mano la storia.
28 Gennaio 2014
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C’è un costante invito nell’esortazione apostolica Evangelii Gaudium di papa Francesco a uscire da situazioni di inerzia e da perdite di creatività per divenire testimoni capaci d’infondere nelle nostre comunità cristiane «un orizzonte di senso e di vita». È un documento eccezionale, sgorgato dall’esperienza pastorale vissuta da papa Francesco negli anni del post Vaticano II, e molto legato anche ai contenuti del Sinodo dei vescovi del 2012. Esperienze di vita e contenuti sinodali che propongono l’urgenza di annunciare oggi il Vangelo in forma nuova e gioiosa. Il «sogno» di papa Francesco è di arrivare a tutti, quindi anche a tutti gli italiani nel mondo. E quanti hanno avuto la gioia di leggere questo documento hanno percepito la sua sollecitudine nell’infondere nell’animo dei cristiani d’ogni continente il bisogno di un improrogabile rinnovamento, recuperando la gioia e l’entusiasmo della fede. C’è una costante spinta a uscire da noi stessi per incontrare gli altri, a rivivere la gioia dell’appartenenza alla Chiesa, madre dal cuore aperto.
Una Chiesa «in uscita», con le porte aperte. Ma «uscire verso gli altri per giungere alle periferie umane non vuol dire correre verso il mondo senza una direzione e senza senso», sottolinea papa Francesco. «Molte volte è meglio rallentare il passo, mettere da parte l’ansietà per guardare negli occhi e ascoltare, o rinunciare alle urgenze per accompagnare chi è rimasto al bordo della strada. A volte è come il padre del figlio prodigo, che rimane con le porte aperte perché quando ritornerà possa entrare senza difficoltà».
Questo stile comunicativo, ricco di esempi intensamente umani, pervade tutto il documento. Anche quando il giudizio sugli assetti economico-finanziari del mondo è tagliente, condannando la «cultura dello scarto», l’intenzione è di salvare la persona, la famiglia. «Questa economia uccide» – sottolinea il testo –. «Non è possibile che non faccia notizia il fatto che muoia assiderato un anziano ridotto a vivere per strada, mentre lo sia il ribasso di due punti in Borsa. Questa è esclusione». E, dopo aver esposto la minaccia del «grigio pragmatismo della vita quotidiana della Chiesa», che può trasformare i cristiani in «mummie da museo», forte è l’invito a superare il senso di sconfitta, con una rinascita spirituale e creatività d’iniziative che riescano a contrapporsi a una società intenta a costruirsi senza Dio, distruggendo le sue radici cristiane. Nonostante tutto, aggiunge il testo, «sono innumerevoli i segni, spesso manifestati in forma implicita o negativa, della sete di Dio, del senso ultimo della vita».
In risposta alle sfide poste alla nostra fede, sono di rilievo le affermazioni sul ruolo della famiglia, sulla difesa della vita, sull’apporto della donna nella società e nella Chiesa, sulla libertà religiosa. Papa Francesco non trascura nemmeno la domanda di qualcosa di più profondo e di più autentico che i giovani manifestano nell’attuale società secolarizzata, dove il materialismo e l’individualismo bloccano la loro realizzazione umana e spirituale.
L’Evangelii Gaudium merita da parte di tutti noi un maggior approfondimento. E questo editoriale vuole essere uno stimolo alla sua lettura, considerando l’improrogabile rinnovamento spirituale che il documento propone come un’esigenza suggerita dallo Spirito Santo, che conduce per mano la storia.
Una Chiesa «in uscita», con le porte aperte. Ma «uscire verso gli altri per giungere alle periferie umane non vuol dire correre verso il mondo senza una direzione e senza senso», sottolinea papa Francesco. «Molte volte è meglio rallentare il passo, mettere da parte l’ansietà per guardare negli occhi e ascoltare, o rinunciare alle urgenze per accompagnare chi è rimasto al bordo della strada. A volte è come il padre del figlio prodigo, che rimane con le porte aperte perché quando ritornerà possa entrare senza difficoltà».
Questo stile comunicativo, ricco di esempi intensamente umani, pervade tutto il documento. Anche quando il giudizio sugli assetti economico-finanziari del mondo è tagliente, condannando la «cultura dello scarto», l’intenzione è di salvare la persona, la famiglia. «Questa economia uccide» – sottolinea il testo –. «Non è possibile che non faccia notizia il fatto che muoia assiderato un anziano ridotto a vivere per strada, mentre lo sia il ribasso di due punti in Borsa. Questa è esclusione». E, dopo aver esposto la minaccia del «grigio pragmatismo della vita quotidiana della Chiesa», che può trasformare i cristiani in «mummie da museo», forte è l’invito a superare il senso di sconfitta, con una rinascita spirituale e creatività d’iniziative che riescano a contrapporsi a una società intenta a costruirsi senza Dio, distruggendo le sue radici cristiane. Nonostante tutto, aggiunge il testo, «sono innumerevoli i segni, spesso manifestati in forma implicita o negativa, della sete di Dio, del senso ultimo della vita».
In risposta alle sfide poste alla nostra fede, sono di rilievo le affermazioni sul ruolo della famiglia, sulla difesa della vita, sull’apporto della donna nella società e nella Chiesa, sulla libertà religiosa. Papa Francesco non trascura nemmeno la domanda di qualcosa di più profondo e di più autentico che i giovani manifestano nell’attuale società secolarizzata, dove il materialismo e l’individualismo bloccano la loro realizzazione umana e spirituale.
L’Evangelii Gaudium merita da parte di tutti noi un maggior approfondimento. E questo editoriale vuole essere uno stimolo alla sua lettura, considerando l’improrogabile rinnovamento spirituale che il documento propone come un’esigenza suggerita dallo Spirito Santo, che conduce per mano la storia.
Data di aggiornamento: 03 Luglio 2017