Famiglia, sfida e soluzione
È il nucleo vitale della società: nel 2014 sarà al centro dell’attenzione dell’Onu, dell’Italia e,grazie al Sinodo dei vescovi di ottobre, della Chiesa universale.
21 Febbraio 2014
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Stiamo vivendo un momento storico in cui la famiglia attira l’attenzione dell’intera società. Nel 2014 l’Onu ricorda il ventesimo anniversario dell’Anno internazionale della famiglia e in Italia, ad aprile, si svolgerà la Terza conferenza nazionale sulla famiglia. La Chiesa, dal canto suo, non è da meno, anzi. Papa Francesco ha indetto, dal 5 al 19 ottobre prossimo, un’Assemblea generale straordinaria del Sinodo dei vescovi proprio sul tema «Le sfide pastorali della famiglia nel contesto dell’evangelizzazione». Sarà un itinerario nel quale troveranno spazio approfondimenti, testimonianze e proposte, che vedrà una seconda Assemblea, nel 2015, per definire le linee operative per la pastorale della persona umana e della famiglia. Del resto, anche il primo Sinodo del pontificato di Giovanni Paolo II ebbe, nel 1980, il medesimo oggetto. Oggi, tuttavia, la situazione è mutata. A fronte delle sfide che coinvolgono le comunità cristiane d’ogni continente, le due Assemblee programmate testimonieranno con maggior vigore l’impegno pastorale della Chiesa nei confronti delle inedite problematiche che stanno minando i criteri di fondo dell’etica del bene comune e i contenuti della rivelazione cristiana sulla famiglia, nucleo vitale della società.
Parlando, lo scorso 27 luglio, ai vescovi brasiliani, papa Francesco sottolineava che «pastorale non è altra cosa che l’esercizio della maternità della Chiesa». Di una Chiesa, cioè, che «genera, allatta, fa crescere, corregge, alimenta, conduce per mano. Di una Chiesa capace di riscoprire le viscere materne della misericordia». Un richiamo, quello alle «viscere della misericordia», che ricorda la sollecitudine espressa da Giovanni XXIII – nel discorso d’apertura del Vaticano II Gaudet Mater Ecclesia, dell’11 ottobre 1962 – ad abbandonare qualunque deriva deprecatoria di fronte alle gravi ferite che la concezione della famiglia cristiana subisce (cfr don Gilfredo Marengo, Verso il Sinodo sulla Famiglia 2014, «Zenit», 28 ottobre 2013). Dissentiva, il «Papa buono», da quei «profeti di sventura, che annunziano sempre il peggio invece di esporre più chiaramente il valore dell’insegnamento della Chiesa».
Oggi la pastorale è chiamata a porre una rinnovata attenzione alla famiglia, che nel contesto della cultura globalizzata vive inedite difficoltà. Tra le nuove situazioni che richiedono l’impegno della Chiesa, il documento preparatorio al prossimo Sinodo dei vescovi ricorda le coppie di fatto, che non accettano il matrimonio escludendone anche la proposta; le unioni tra persone dello stesso sesso, alle quali non di rado è consentita l’adozione di figli; i matrimoni misti o interreligiosi; la famiglia monoparentale, la poligamia e il dilatarsi della concezione del vincolo matrimoniale senza impegni di durata. Alcune di queste scelte, che possono riguardare anche i battezzati, diventano facili opzioni per coppie cristiane prive di preparazione spirituale, non praticanti e non disponibili a riconsiderare la sacralità del sacramento del matrimonio e i positivi apporti che il «vangelo sulla famiglia» può offrire «come un dono incommensurabile per la vita loro e dei loro figli», sottolinea il documento preparatorio al prossimo Sinodo. A queste riflessioni e a questa concretezza vanno collegati i messaggi e i gesti di papa Francesco, che fanno emergere la misericordia e la tenerezza di Dio verso quanti sono feriti nel corpo e nello spirito, e vivono nelle periferie geografiche ed esistenziali.
Parlando, lo scorso 27 luglio, ai vescovi brasiliani, papa Francesco sottolineava che «pastorale non è altra cosa che l’esercizio della maternità della Chiesa». Di una Chiesa, cioè, che «genera, allatta, fa crescere, corregge, alimenta, conduce per mano. Di una Chiesa capace di riscoprire le viscere materne della misericordia». Un richiamo, quello alle «viscere della misericordia», che ricorda la sollecitudine espressa da Giovanni XXIII – nel discorso d’apertura del Vaticano II Gaudet Mater Ecclesia, dell’11 ottobre 1962 – ad abbandonare qualunque deriva deprecatoria di fronte alle gravi ferite che la concezione della famiglia cristiana subisce (cfr don Gilfredo Marengo, Verso il Sinodo sulla Famiglia 2014, «Zenit», 28 ottobre 2013). Dissentiva, il «Papa buono», da quei «profeti di sventura, che annunziano sempre il peggio invece di esporre più chiaramente il valore dell’insegnamento della Chiesa».
Oggi la pastorale è chiamata a porre una rinnovata attenzione alla famiglia, che nel contesto della cultura globalizzata vive inedite difficoltà. Tra le nuove situazioni che richiedono l’impegno della Chiesa, il documento preparatorio al prossimo Sinodo dei vescovi ricorda le coppie di fatto, che non accettano il matrimonio escludendone anche la proposta; le unioni tra persone dello stesso sesso, alle quali non di rado è consentita l’adozione di figli; i matrimoni misti o interreligiosi; la famiglia monoparentale, la poligamia e il dilatarsi della concezione del vincolo matrimoniale senza impegni di durata. Alcune di queste scelte, che possono riguardare anche i battezzati, diventano facili opzioni per coppie cristiane prive di preparazione spirituale, non praticanti e non disponibili a riconsiderare la sacralità del sacramento del matrimonio e i positivi apporti che il «vangelo sulla famiglia» può offrire «come un dono incommensurabile per la vita loro e dei loro figli», sottolinea il documento preparatorio al prossimo Sinodo. A queste riflessioni e a questa concretezza vanno collegati i messaggi e i gesti di papa Francesco, che fanno emergere la misericordia e la tenerezza di Dio verso quanti sono feriti nel corpo e nello spirito, e vivono nelle periferie geografiche ed esistenziali.
Data di aggiornamento: 03 Luglio 2017