Fanno nascere Gesù nel mondo
Sono partiti dalla basilica di sant`Antonio. Alcuni, tanti anni fa, per l`Argentina e il Brasile; altri, più di recente, per l`Africa; qualcuno verso l`Australia e l`Estremo Oriente. Sono i frati missionari, desiderosi di continuare l`opera di san Francesco e di sant`Antonio. Ancora oggi i francescani non si fermano davanti a nessuna difficoltà o distanza, con l`unico scopo di far conoscere Gesù a quanti non l`hanno mai incontrato o hanno bisogno di sentirlo vivo e vicino nella solidarietà della Chiesa.
«Più di ottanta confratelli sono attualmente impegnati nella missione: frati di tutte le età , dagli ultraottantenni della prima ora, ai giovani trentenni partiti ultimamente ` dice padre Valentino Maragno, responsabile del Centro missionario della Provincia religiosa `. Per ricordarli e sostenerli nel loro impegno celebriamo ogni anno, qui nella basilica da dove sono partiti, una festa che coinvolge quanti di loro sono di passaggio in Italia, ma soprattutto familiari, amici e benefattori che sono in contatto con i missionari e li aiutano».
La festa, quest`anno, si è svolta il 20 ottobre con più di duecento partecipanti convenuti da varie regioni d`Italia. Si sono ritrovati nel convento di Padova per passare una giornata di fraternità e di ringraziamento per l`opera dei missionari.
C`erano genitori e fratelli di frati in missione, contenti di ricevere notizie dei loro cari dalla viva voce di chi sta insieme a loro e condivide le fatiche del lavoro apostolico «in prima linea». Tutti insieme hanno sfogliato «l`album di famiglia», guardando le foto mandate dai missionari, leggendo le lettere, o ascoltando i racconti di chi era andato a trovarli.
È stato ricordato padre Arcadio, che ha scelto di vivere in una baraccopoli della capitale del Ghana, in Africa, dove ogni giorno più di 25 mila persone lottano per sopravvivere: a confronto di questo luogo anche la stalla dove nacque Gesù è confortevole.
Un velo di commozione si è steso in sala quando è stato letto il testamento spirituale di fra Geremia, un anziano fraticello missionario in Uruguay, spentosi all`età di 84 anni, consumato dal fuoco della carità che lo ha reso fratello e amico di tutti i poveri di Montevideo: «Quando sono arrivato avevo moltissime idee ` scriveva fra Geremia `. Pensavo di fare vita missionaria, convertire il Paese. Adesso mi sono reso conto che non ho fatto niente. Non sapevo parlare molto bene lo spagnolo, non ero un grande studente. Pensai allora di dedicare la mia vita ai poveri, cercare loro il lavoro, da mangiare, qualcosa che servisse per aiutare la gente che ha bisogno». E questa sua umile attività , ci assicurano quanti l`hanno conosciuto, ha colpito il cuore di molta gente più di tutte le prediche che avrebbe desiderato fare.
La festa ha avuto momenti di allegria contagiosa, come l`intervento di fra Charles, dal Ghana, che, con fra Joseph, era presente alla festa. I due giovani frati africani hanno voluto ringraziare le famiglie che hanno permesso ai loro figli di partire per la missione, senz`altra sicurezza se non il Signore: «È per il loro lavoro pastorale, e per la vostra generosità , che anche noi abbiamo conosciuto Cristo e attraverso sant`Antonio, così amato nel nostro Paese, siamo diventati religiosi francescani, desiderosi di portare avanti l`annuncio missionario cominciato venticinque anni fa». Per sottolineare il loro grazie, i due confratelli hanno insegnato a tutti un «applauso all`africana», che ha scatenato l`euforia dei partecipanti.
Dopo la messa e il pranzo, la festa è continuata con la musica: per la gioia dei presenti, si è esibita la Royal Big Band, un complesso jazz diretto da Paolo Salmistraro.
Questo gruppo oltre a suonare in modo brillante, partecipa all`azione missionaria dei frati del Santo attraverso le adozioni a distanza. «Il sostegno a distanza ` ha ricordato in chiusura padre Valentino ` è un modo semplice, ma efficace, per far sentire il proprio amore a tanti piccoli che non potrebbero crescere sereni senza questo dono che per noi, forse, è poca cosa».
Il presepio del santo
Chi frequenta la basilica del Santo nel periodo natalizio non può fare a meno di visitare il presepio allestito nel chiostro della Magnolia dal 25 dicembre fino al 1° febbraio.
La sacra rappresentazione è una delle più famose in Italia (centinaia di migliaia i visitatori ogni anno) ed è frutto dell`ingegno di alcuni volontari coordinati da fra Claudio Filippini.
La tradizione della rappresentazione della Natività in basilica si ricollega alla particolare devozione che sant`Antonio ebbe, imitato poi dai confratelli, per Gesù Bambino. Sant`Antonio, spesso raffigurato con Gesù Bambino, era particolarmente affascinato dal mistero natalizio. Tra i suoi Sermoni, quello per la Natività del Signore è tra i più sentiti. Commosso per la povertà e l`umiltà di Dio fattosi per noi bambino, il Santo sottolineava «la potenza resa debole, la maestà abbassata, l`immenso fatto bambino, il ricco fattosi poverello, il re degli angeli che giace in una stalla`¦, colui che da nulla può essere contenuto, adagiato in una stretta mangiatoia».