FEDERALISMO CON DUE «ESSE»

Sono «sussidiarietà» e «solidarietà». Senza queste luci, il federalismo nasce morto, e se nasce, è un mostro sociale e politico.
03 Ottobre 1996 | di

La parola «federalismo» deriva dal latino foedus e significa patto, alleanza. In sede teorica, molto si discute sul federalismo, sottolinenando varie angolature alla luce di concezioni che privilegiano ora il momento sociale, ora il momento politico, ora quello esclusivamente storico, riferito, cioè, alla nascita e allo sviluppo degli stati federali. In questo articolo ciò che sembra utile dire è che, in linea generale, il federalismo è una forma di realtà  sociale e politica che intende porre in sintonia una pluralità  di parti e di elementi in modo da dare a ciascuno una singolare funzione nell insieme. E ciò in armonia; cioè generando, attraverso un processo di cooperazione e di solidarietà , non individualismi ma reciprocità , non prevaricazione del più forte e subordinazione del più debole ma capacità  di interazione e di integrazione idonea a promuovere uno sviluppo complessivo. Perciò, il federalismo è il contrario di particolarismo, irredentismo e separatismo. È, infatti, quella realtà  sociopolitica che pone un patto per prevenire e superare eventuali conflitti.
Il principio federativo agisce nello stato federale in modo da regolare l esistenza di un governo federale che garantisca l unità  politica ed economica, nonché una unica politica estera e militare. Gli stati federali esercitano, poi, tutti i rimanenti poteri per il governo delle persone e delle istituzioni. I modelli sono vari e dipendono dalle situazioni storiche, geografiche, politiche ed economiche di ciascuno stato.
Diversa è la condizione della confederazione dove ciascuno stato mantiene la propria sovranità  e il modello confederativo si atteggia, così, non tanto come una forma di stato quanto piuttosto come una forma di alleanza fra stati sovrani. Un alleanza la cui stabilità  e influenza fra gli stati interessati risulta politicamente più utile, proprio perché più stretta, rispetto ad altre forme più labili di alleanze.
Si parla ancora di federalismo anche riguardo a un popolo che abbia, per storia, cultura e tradizione, un vincolo di nazionalità . Qui il federalismo è richiamato sul piano della politica pratica. Anche in questo caso si tratta di distribuire il governo della nazione fra un potere centrale e poteri locali in modo armonico e in modo da sviluppare il senso di partecipazione e responsabilità  del corpo sociale. Ciò equivale a dire un governo democratico, che sia anche idoneo a sviluppare democrazia.
Per quanto riguarda il nostro paese, la bella Italia che va dalla Sicilia alle Alpi, sembra evidente che il concetto di federalismo non possa che essere applicato su quest ultimo piano, cioè su quello politico pratico, nel senso di consentire una sana distribuzione del governo, evitando un accentramento di poteri nel governo centrale che mortifichi le comunità  locali, con la loro pluralità  espressiva sul piano civile ed economico. Il principio federalista, anche in questo caso sul piano del governo, comporta il riconoscimento della diversità  di gradi e di funzioni, ma nell unità  della nazione e nella indivisibilità  dello stato ordinamento.
Siamo, perciò, assai lontani da ogni forma di «secessione», che è l esatto contrario del principio federalista. La secessione è da respingere per tre gravissimi motivi: perché, a differenza del principio federale, non costruisce armonia nell unità  ma divisione nella separazione; perché per l Italia significherebbe uscire dall Europa e, in ogni caso, contare di meno per la conseguente distinzione della forza politica ed economica di ciascuna singola parte del paese; in terzo luogo, perché la cultura civile e politica che ha fatto l Italia (umanesimo - rinascimento - risorgimento - resistenza) trova causa e vita nelle radici e nell espressione di tutto il popolo italiano.
Il riconoscimento popolare di queste tre fortissime ragioni che si oppongono a qualunque richiesta di secessione e di indipendenza sia del Nord quanto del Sud è la fonte di quel principio costituzionale fondamentale e perciò non suscettibile di essere riformato se non attraverso una forma violenta che sancisce l unità  e la indivisibilità  della repubblica.
Nel quadro e nel profondo rispetto di questo principio, è possibile inventare tutto sul piano della pratica politica e della sua concreta attuazione. Fuori da questo principio è l illegalità  costituzionale e, perciò, l attentato alle istituzioni, perché è lo scardinamento e l avvilimento delle grandi idealità  e virtù civiche, che hanno fatto l Italia anche con il sangue di molti cittadini di ogni parte del paese.
Sempre nel quadro e nel rispetto del principio di unità  e indivisibilità  della repubblica, va data attuazione anche all istanza, pur essa costituzionalmente garantita, che è quella delle autonomie locali.
Ecco allora, che il concetto di federalismo prende corpo: può essere un sano sviluppo, una logica evoluzione richiesta dai tempi e dal cammino della storia italiana del principio autonomistico, nel senso di espanderlo fuori la mera cerchia del decentramento, però nel chiaro principio dell unità .
In fondo, si tratta di applicare, in stretto collegamento, due princìpi che storicamente appartengono alla dottrina sociale della chiesa e che, in forma diretta o residuale, sono oggi comunque assunti a fondamento dei programmi del centrosinistra e del centrodestra in Italia; a fondamento, ma poi con pregnanze e sviluppi diversi nelle due formazioni. I princìpi sono quelli della solidarietà  e della sussidiarietà : senza queste luci, il federalismo nasce morto e, se nasce, è un mostro sociale e politico!

Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017