GIOVANI PROMESSE
N ella collana «Letteratura dell'altra Italia», nata recentemente dalla collaborazione fra Edizioni Messaggero Padova ed Edizioni del noce, è uscito un nuovo libro, promosso, curato e scritto, per la maggior parte, da padre Luciano Segafreddo, direttore del «Messaggero di sant'Antonio» 'edizione italiana per l'estero. Il titolo del libro è immediatamente indicativo: Giovani italiani nel mondo - Una indagine svolta nei cinque continenti (pagine 224, lire 28.000); ma rivela anche la dimensione di un interesse per la realtà umana e culturale dell'emigrazione, che va oltre la descrizione della presente realtà e la rievocazione del passato, per estendersi verso l'avvenire, rappresentato dai giovani: quelli di seconda e terza generazione, nati nei vari paesi del mondo in cui l'emigrazione condusse i loro padri.
L'interesse dell'autore per la storia, la realtà , le problematiche e i personaggi della nostra emigrazione è largamente documentato da una serie di opere quali Testimoni dell'altra Italia (1992), Gli italiani sulle vie del mondo (1992), La fedele memoria (1994), nelle quali ha raccontato l'avvincente realtà del mondo migratorio attraverso storie di tanti protagonisti; ma dove ha individuato anche situazioni sociali, umane e psicologiche che dovrebbero essere oggetto di attente indagini. Specialmente nel caso in cui si voglia davvero, come sembra oggi, avvicinare le «due Italie», per decenni separate dalla colpevole contumacia di quella ufficiale.
Il libro, oltre alle importanti conclusioni a cui giunge, conferma innanzitutto questa contumacia, attraverso la testimonianza dei giovani. Se quelli oriundi nati all'estero e cresciuti in patrie diverse da quelle dei padri e dei nonni, non hanno dimenticato le loro radici; se anzi coltivano un'incorrotta memoria della terra d'origine, della sua lingua e della sua cultura; se, rovesciando l'antico «American Dream» sognano un improbabile ma vagheggiato «Italian Dream», vuol dire che il distacco tra le due parti di un unico popolo non è nato dall'oblio di quanti hanno dovuto partire, bensì dal disinteresse di quanti sono rimasti e, più ancora, di quanti hanno guidato le scelte politiche del paese.
Per ribadire questa verità , padre Luciano Segafreddo ha interpellato una quarantina di giovani, nati e residenti in Europa, nelle due Americhe, e in Australia, raccogliendone personalmente le testimonianze, o avvalendosi, in qualche occasione, dell'aiuto di alcuni collaboratori quali Anna Maria Zampieri Pan, Ermanno La Riccia, Giovanni Bincoletto, e Rémy Sadocco. Ne sono scaturite altrettante testimonianze, nelle quali il «sogno italiano» si manifesta con un'eloquenza poetica, ma anche con esplicite indicazioni politiche. In esse, più che echi di lontane nostalgie, frutto delle sofferenze che resero tragica l'epopea dei padri, si ravvisa una forte volontà di colmare la larga voragine che separa «le due Italie», e di ricostruire, per quanto possibile, una rinnovata unità , sulla scorta del comune patrimonio storico, culturale ed etico.
Tuttavia non ci sono soltanto sentimenti in questo libro, che dovrebbe essere letto da chi è interessato ai problemi migratori, e non solo, se è vero che almeno il 51 per cento degli italiani ha un parente o un amico fra la metà dei nostri connazionali che vivono all'estero... Non ci sono soltanto i sentimenti, dicevamo, ci sono anche indicazioni serie, suggerimenti, quanto mai opportuni, e proposte concrete.
«Noi ci aspettiamo che l'Italia ci aiuti a conoscerla meglio - dice una testimone, interpretando un'attesa comune. - Ogni iniziativa è buona, soprattutto se viene considerata come un investimento». Molti di questi giovani, fra i quaranta intervistati e fra i milioni che popolano il mondo, domani saranno manager, politici di spicco, professionisti di successo ... Ebbene, non ci possiamo permettere che smarriscano le loro radici. In proposito, appare emblematica l'affermazione di uno di questi giovani, residente in Canada, che ha osservato: «L'Italia, prima o poi, sarà ripagata di quanto farà per noi».
Luciano Segafreddo
Giovani italiani nel mondo
Una indagine svolta nei cinque continenti
Edizioni Messaggero Padova - Edizioni del noce
pagine 224, L. 28.000
Memoria e identità
TRA NOSTALGIA E CONCRETEZZA
Presentiamo, in anteprima, qualche passo tratto dalle interviste più rappresentative proposte dal libro di Luciano Segafreddo Giovani italiani nel mondo, nel quale una quarantina di discendenti di italiani che vivono in Europa, nelle Americhe e in Australia hanno raccontato che cosa significa «essere italiani» all'estero.
Che cosa mi colpisce dell'Italia? Se parlassi con uno straniero, direi Leonardo da Vinci, Michelangelo, Venezia, Roma, Capri, Pavarotti e la Ferrari, il mare, i monti, gli spaghetti... Parlando con un italiano, sono costretta a ricordare il disservizio sanitario, la malavita, la corruzione politica, il traffico caotico, i ritardi e gli scioperi.
Giovanna Giacon, Londra
In Italia ci sono stata nel 1984 per la prima volta. È stata un esperienza straordinaria e commovente: parlare la lingua, visitare i paesi dove nacquero mio padre e mia madre, conoscere i parenti, vedere le meraviglie artistiche di una terra privilegiata... Sono state emozioni forti e indimenticabili. All'università ho scelto di studiare la lingua e la storia italiane per approfondire il mio legame con l'Italia.
Antonietta Fantasia, Adelaide
Prendiamo tre idee chiave del nostro tempo: lavoro, pace e famiglia. Il lavoro per l'italiano, è motivo di crescita, di soddisfazione e di compiacimento. Ne nascono il desiderio e la capacità di costruire, inventare e creare. Un'altra idea è quella della pace. Ebbene, io trovo che i figli degli italiani siano più pacifici e più pacifisti degli altri giovani, nati in Argentina. Infine c'è l'idea della famiglia. Qui la famiglia italiana si distingue per la sua unione e per la sua solidarietà .
Mariano Gazzola, Rosario
In Italia amo visitare musei e gallerie, frequentare biblioteche, scoprire villaggi medioevali sulle colline toscane e umbre, ammirare luoghi ricchi d'arte e di poesia. Rispetto ai canadesi, gli italiani hanno un maggiore interesse per l'educazione, la politica e la cultura.
Laura Quilici, Vancouver
Negli Stati Uniti, l'istituzione della famiglia è in crisi. Nonostante questo, mi pare che la famiglia italiana in Usa sia meno coinvolta in questo processo. I ricordi più belli della mia giovinezza sono e saranno sempre quelli legati alla mia famiglia: il ritorno a casa la sera; la cena che ci riunisce tutti; il piacere di raccontare quanto ci è accaduto durante la giornata; qualche giorno di vacanza insieme; il legame che unisce i miei genitori fra di loro e con noi reciprocamente.
Benedetta Regina, New York
Sono fiera dei miei genitori, perché hanno avuto coraggio, intraprendenza e tenacia: sono sempre stati umili e onesti; hanno lottato e faticato senza perdere mai il rispetto di se stessi, del paese dal quale dovettero andarsene e di quello nel quale trovarono rifugio, il Belgio. Come loro ce ne sono tanti: in Europa, nelle Americhe, in Australia, e la maggior parte ha reso la propria presenza, un fattore di progresso e di civiltà .
Mary Boscarin, Flémalle