Giubileo di speranza
Sorprendenti in un minisondaggio le risposte, colte al volo, a una sola domanda: che cosa ne pensi del giubileo del duemila? La sola cosa che tutti mostrano di sapere sono le polemiche sui soldi, svariati miliardi, che lo stato dovrà raccimolare, per rendere accogliente soprattutto la capitale ai milioni di pellegrini che per l`occasione invaderanno pacificamente (ma qualcuno già prevede disastrosamente) il bel paese. Polemiche concentratesi nella costruzione di un sottopasso che dovrebbe favorire un transito più rapido da una zona all`altra della città nel pressi di San Pietro. Il giubileo ridotto a un sottopasso, a una questioni di soldi. Pochino. D`altra parte, questo ha passato il convento... dei mass media.
Significative anche altre risposte. Di chi, ad esempio, suggestionato dalle centurie di Nostradamus, profeta per tutte le stagioni, o dalle funeste previsioni di altri profeti di sciagure, immagina il duemila come ultima tappa dell`umanita. O dello scettico per il quale nulla può succedere: l`alba del duemila troverà gente solo un po` più intontita dai fumi di una festa inutile, perché il domani sarà sempre dominato dai furbi e dai prepotenti mentre i poveri continueranno a soccombere sotto il fardello di insostenibili disagi. O, ancora, dell`informato per il quale tutto è un gioco degli equivoci, perché di fatto, per gli errori di uno sbadato monaco che ha compilato il calendario, il duemila è già trascorso.
Il giubileo come evento spirituale e culturale tale da segnare il cammino del terzo millennio che inizia, è una nozione che ancora non ha fatto presa e per farlo ha bisogno di infrangere un muro spesso di pregiudizi e disinformazione. Muro che cercheremo anche noi di scalfire con una serie di servizi, che partono già da questo numero e che si protrarranno fino alla celebrazione dell`evento. In essi faranno da filo conduttore i temi che il papa ha proposto per il cammino di preparazione: riscoprire Cristo, salvatore ed evangelizzatore del mondo; accogliere il dono dello Spirito Santo e la sua azione in noi e nella storia; camminare verso il Padre che è nei cieli e ravvivare la carità e promuovere la civiltà dell`amore e la solidareità tra tutti gli uomini. Ci aiuteranno, nel cercare risposte agli interrogativi che gli stessi temi sollecitano, la parola di Dio e il nuovo Catechismo degli adulti.
Come si vede, Giovanni Paolo II, che ha voluto solennizzare con il giubileo il passaggio dal secondo al terzo millennio dalla nascita di Cristo ` perché questo alla fine si celebra ` batte tutt`altri sentieri da quelli che alimentano le polemiche. Conosce, certo, gli equivoci che intorno a tale data e a tale fatto si sono concrezionati, ma non si lascia ingabbiare da essi e, attento ai segni dei tempi, ha colto nell`evento l`occasione per invitare il mondo, coinvolto in una fase 'epocale' della sua storia, a fermarsi un attimo a riflettere.
I cambiamenti in atto hanno creato un clima di sconcerto e di confusione all`interno del quale si sono smarriti quei valori che, partendo dal riconoscimento del nostro essere creature di Dio, garantivano il rispetto della dignità dell`uomo e della natura: il loro ecclissarsi ci sta mettendo di fronte a prospettive aberranti, come quelle offerte dall`ingegneria genetica, o a episodi di violenza e di ingiustizia, frutto dell`egoismo e della sopraffazione. Una brutta strada, che non conduce in posti tranquilli.
Per questo il papa, recuperando la tradizione biblica del giubileo, anno di grazia, di ricomposizione di tutte le ingiustizie e di ristabilimento della signoria di Dio, invita tutti, cristiani e non cristiani, a un impegno corale di dialogo e di progettazione per ridare un senso diverso al nostro destino; invita a ricuperare quei valori che il Cristo incarnandosi ci ha portato e che, vissuti da tutti, possono porre i germi per l`avvento di un mondo rinnovato.
Il giubileo allora è un`occasione di rinascita, è un inno alla speranza! Non un mondo in declino, ma un mondo nel quale l`uomo, convertito, ritrova in se stesso e nella forza che gli viene dalla fiducia in Dio, il coraggio di credere in una nuova primavera. Un impossibile sogno? Sta al nostro impegno impedire che rimanga tale. Non lasciamoci fuorviare dai falsi problemi e dai falsi profeti. Cogliamo le occasioni che ci vengono offerte per rimeditare i temi della nostra fede, per riscoprire il significato della nostra adesione a Gesù Cristo risorto, traducendo il tutto in un impegno forte, segnato dall`amore verso Dio e il prossimo. Sant`Antonio, che è stato infaticabile missionario di questo impegno, sostenga il nostro cammino.