Il grande Orecchio d’America

10 Marzo 2000 | di

Alcune settimane fa un operatore della possente, ancorché poco conosciuta, Agenzia per la Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti, ha visto d`€™un tratto oscurarsi il display.
Che cosa era successo?

Qualche volta le mosche divorano la carta moschicida. Ad ore 7 p. m., cioè alle sette (nostre) della sera, due settimane fa, un operatore della possente ancorché poco conosciuta Agenzia per la Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti ha visto d`€™un tratto oscurarsi il display del suo sofisticatissimo computer. Poche, convulse prove convinsero l`€™operatore che tutto il sistema s`€™era bloccato. «Per misteriose cause esterne»: come riferirà  ai suoi superiori. Un guasto improvviso, un guasto informatico, aveva paralizzato la più importante Agenzia di intelligence dell`€™Impero Yankee.
La notizia sarebbe rimasta confinata nel perimetro delle invalicabili mura di Fort Meade (a pochi chilometri da Washington), se una famosa compagnia televisiva non l`€™avesse diffusa. (I giornalisti americani non aspettano agenzie o comunicati; le notizie, di norma, se le trovano da sé. E le diffondono immediatamente: senza guardare in faccia nessuno). Dopo aver tentato (invano), durante 72 ore, di rianimare il sistema informatico, l`€™Agenzia s`€™è dovuta arrendere, diramando un comunicato con il quale ammetteva il «guasto».
Migliaia di ore di «straordinario», e la sommetta di due milioni di dollari han consentito, ovviamente dopo il lungo black-out, una ripresa operativa al 90 per cento.
Grande due volte la leggendaria Cia e segreta il doppio, l`€™Agenzia impiega quarantamila «tecnici». Produce l`€™ottanta per cento delle informazioni cumulate dalle varie agenzie nordamericane, è diretta da un personaggio discreto, il generale pilota Michael Hayden, rimasto «bruciato» se non altro nel suburbio dove abita. (Dal giorno del fatale guasto, i vicini di casa lo guardano con occhi diversi). Durante la guerra fredda, il governo degli Stati Uniti ha sempre negato l`€™esistenza dell`€™Agenzia. E solo di recente s`€™è rassegnato ad ammetterne la presenza. Quando si seppe dell`€™Agenzia, i soliti pettegoli `€“ croce e delizia dei salotti del Potomac `€“ giuocando con la sigla National Intelligence Agency lanciarono No Such Agency: non esiste questa agenzia. Dopo il guasto tirarono fuori: Never Say Anything: mai dir nulla.
Compito primo dell`€™Agenzia: ascoltare, essere il grande orecchio degli Usa. Per raccogliere dati, carpire informazioni, spiare conversazioni anche innocenti all`€™apparenza, decifrare codici segreti. Tutto ciò, e altro ancora, per proteggere il poderoso meccanismo di sicurezza americano. Ma con gli anni il compito dell`€™Agenzia s`€™è andato ingrandendo. Una volta, prima e durante la guerra fredda, l`€™Agenzia badava ai sovietici. Punto e basta. Dopo la fine della stagione tremenda detta dell`€™equilibrio del terrore (atomico), i nemici si sono moltiplicati: terroristi internazionali islamici e non; trafficanti di armi e di sostanze chimiche (venefiche); narcotrafficanti; milizie etniche eccetera, senza contare che via via le tecnologie si son fatte più complesse e anche «il nemico» s`€™è in qualche modo aggiornato.
Aspramente criticata per il «guasto», l`€™Agenzia è finita nel mirino del Senato. «Siamo diventati sordi», ha detto un autorevole esponente del Congresso. Ma quel che indispettisce, come ha detto alla Cnn Robert Staele, grande esperto di informatica, è che un semplice kit di software del costo di 199 dollari sia in grado di assicurare un lavoro migliore di quello fatto da macchinari sofisticatissimi, molti dei quali segreti perché della nuova generazione.
L`€™errore più macroscopico dell`€™Agenzia? Non essersi accorta che negli ultimi due anni l`€™India e il Pakistan stavano preparandosi al test nucleare. Preoccupati dai missili della Corea del Nord, gli operatori dell`€™Agenzia si sono distratti sicché è stato loro impossibile «capire» i preparativi indiani e pakistani col risultato di farsi prendere in contropiede dalle due esplosioni atomiche nel subcontinente indiano. Insomma: le mosche (India e Pakistan) si son mangiate la carta moschicida: L`€™Agenzia delle agenzie. (Succede).

   
   
Piccola posta
Alla gentile Signora (milanese) Maria Luisa Todeschini  che diffida degli extracomunitari invadenti, rispondo come il dialogo interreligioso voluto dal Papa è una cosa, un`€™altra è l`€™immigrazione sregolata. Leggi inadeguate, buonismo, ipocrisia, retorica rischiano di trasformare l`€™Italia non già  in una terra di nessuno, ma in una sorta di porto franco di criminalità , di traffici immondi. Donde l`€™urgenza di leggi e strumenti che sappiano innanzitutto distinguere fra i Rifugiati Politici e quanti, buoni e cattivi, ininterrottamente sbarcano sulle nostre coste (una groviera) convinti che l`€™Italia sia Lamerica vista al cinema o in tv. Naturalmente bisognerà  riconoscere all`€™immigrato in regola, che da noi e per noi lavora, il diritto alla sua specificità  culturale ch`€™è essenzialmente religiosa. Sarà  questa la grande sfida del 2000.
Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017