Il Mondo piccolo della Bassa
Una campagna sterminata, attraversata dal fiume Po. Gente semplice ma sanguigna. È lo scenario della pianura emiliana, teatro di aspre contese - rappresentate anche al cinema - tra clericali e comunisti, divisi dalla politica ma uniti da tortellini e culatello.
La fortunata serie del Mondo piccolo ha fatto di Giovannino Guareschi (di cui quest'anno ricorre il trentesimo anniversario della morte) uno degli scrittori italiani più letti e conosciuti in tutto il mondo: i suoi libri sono stati tradotti perfino in lingua islandese, vietnamita, araba e lituana. Le sue opere sono caratterizzate da uno stile narrativo semplice e colloquiale, com è la gente della sua Bassa (in pianura padana). Nei suoi racconti appare evidente come il riferimento alla sua 'realtà geografica' sia una costante: non soltanto una geografia fisica, seppure affascinante di per se stessa, con le distese sconfinate di grano e la presenza del grande fiume, ma anche, per così dire, un paese dell'anima, dove sono racchiuse le memorie degli affetti, della famiglia, della storia politica, sociale e religiosa di una realtà particolare. A chi avrà la fortuna di visitare questi posti, sembrerà di rivedere luoghi già conosciuti.
Nel cercare di proporre un itinerario, ci facciamo guidare dalle parole dello stesso autore: 'L'ambiente è la pianura padana: e qui bisogna precisare che, per me, il Po comincia a Piacenza. Il fatto che da Piacenza in su sia sempre lo stesso fiume, non significa niente... Anche la via Emilia, da Piacenza a Milano, è in fondo la stessa strada; però la via Emilia è quella che da Piacenza va a Rimini. Dunque il Po comincia a Piacenza, e fa benissimo, perché è l'unico fiume rispettabile che esista in Italia: e i fiumi che si rispettano si sviluppano in pianura, perché l'acqua è roba fatta per rimanere orizzontale, e soltanto quando è perfettamente orizzontale l'acqua conserva tutta la sua naturale dignità . Le cascate del Niagara sono fenomeni da baraccone, come gli uomini che camminano sulle mani. Il Po comincia a Piacenza, e a Piacenza comincia anche il Mondo piccolo delle mie storie, il quale Mondo piccolo è situato in quella fetta di pianura che sta fra il Po e l'Appennino'.
Si potrà cominciare da Fontanelle, patria del socialismo e paese del famoso Giovanni Faraboli, il capopopolo precursore della cooperazione parmense, nonché figura tra le più significative del movimento operaio. In questa fettina di Bassa, delimitata da argini squadrati e robusti come le spalle della gente del Po, nacque il 1° maggio, neanche a farlo apposta, Giovannino Guareschi. Il padre, di fede anarchica, avrebbe voluto chiamarlo Giovanni in onore del compagno Faraboli, ma il sindacalista si schermì : 'Di Giovanni ne basta uno, chiamalo Giovannino'. E così fu. Il capopopolo non poteva immaginare di aver fatto da padrino a colui che avrebbe messo in caricatura mezzo secolo di lotte politiche, trasformandole nelle sanguigne baruffe tra un testardo prete di campagna e un sindaco comunista tutto d'un pezzo.
Il nostro itinerario prosegue per Roncole Verdi, un piccolo paesino interamente circondato da sterminati prati di barbabietole ed erba medica. Qui, Giovannino Guareschi ha vissuto per quasi vent'anni e qui, ha voluto esservi sepolto. D'obbligo una visita alla casa natale di Giuseppe Verdi, una modesta casa in cotto del secolo scorso, ricalcante la tipica architettura rurale padana. In breve tempo si raggiunge Busseto, caratteristica cittadina della Bassa, nobilitata dall'antica Rocca Pallavicino, il Palazzo del Monte della Pietà , la Casa del Bargello e la Collegiata di San Bartolomeo. Per le strade e le piazze della 'città ' (titolo graziosamente accordatole dall'Imperatore Carlo V), si respira ancora un'atmosfera carica di melodie verdiane.
Dopo aver lasciato Busseto, si punta decisi verso il Po, e precisamente verso Polesine dove, sotto un grande pilone che regge i fili dell'energia elettrica, si scopre la chiesetta falso-gotica con il campanile che è la miniatura del Torrazzo di Cremona. Proseguendo, si arriva a Zibello. Seguendo il più possibile gli argini, si possono scorgere piccoli cimiteri isolati e ville piene di fascino. 'Le ville che si vedono laggiù, - scriveva Guareschi - , sono cose serie: grosse case quadrate col pianterreno, il primo piano e poi i solai coi finestrini a fetta d'anguria. Le finestre hanno la loro brava simmetria e sono messe tutte per il verso dei cristiani, col lato più corto in basso perché i cristiani sono tutti col lato più corto in giù e il lato più lungo in piedi'.
A Zibello si può vedere anche una cappella posta a guardia del fiume, mentre altre ancora si possono incontrare agli incroci delle strade. Per lo scrittore esse rappresentavano, oltre a un segno della devozione, preziose zattere di salvataggio per chi si avventurava nella nebbia fitta dell'inverno o il sole cocente dell'estate. Ma se l'occhio e lo spirito vogliono la loro parte, anche lo stomaco reclama la sua. Qui, siamo nell'epicentro del culatello, il famoso insaccato tipico della bassa padana. 'I nostri culatelli sono senza dubbio i migliori - esordisce la signora Miriam, che appartiene alla quarta generazione di proprietari della trattoria 'La Buca' - , la mia bisnonna era cuoca presso i marchesi Pallavicino e da allora nessuna ricetta è andata perduta. I nostri piatti sono i piatti delle sagre: tra i primi, i tortelloni di ricotta, erbetta e zucca e gli anolini in versione bianca, cioè con il ripieno di solo formaggio e pangrattato. Per i secondi, si va dallo stracotto di lingua con funghi, all'anguilla o alle rane'.
Poco distanti da Zibello, si trovano i piccoli centri di Roccabianca e di Diolo. Il primo, fu proposto da Guareschi al regista Duvivier come sede ideale per il primo 'Don Camillo', mentre il secondo, con il nome mutato in Piolo, lo troviamo in un racconto del Mondo piccolo: 'Costruita la nuova chiesa, un piccolissimo Duomo di Milano in cemento, gli abitanti cercarono di spingerle vicino il vecchio campanile, e siccome spingevano su uno strato di paglia, avevano l'impressione che si muovesse veramente... '. Oggi gli abitanti della Bassa sono tutti concordi nel ritenere che lo scrittore abbia attinto per i suoi personaggi dalla gente del posto, che egli stesso conosceva e frequentava. Neppure Peppone e don Camillo sono un'invenzione della fantasia. Da queste parti, si dà per certo che la figura di Peppone si ispiri al mitico personaggio della Bassa, Faraboli, mentre per quella di don Camillo ci sono più candidati. Il più accreditato sembra don Michele Silvani, che fu parroco nel paesino di Coenzo per 51 anni, dal 1914 al 1965: a colpi di dispetti reciproci riuscì a contrastare in momenti diversi socialisti, fascisti e comunisti. La conferma avviene dall'attuale parroco, don Learco Paini: 'Il mio predecessore era una vera forza della natura. Una volta, i rossi, per tagliarlo fuori dal paese, costruirono un argine del fiume proprio davanti alla chiesa. In risposta, lui fece scavare un sottopassaggio. Un'altra volta, nel bel mezzo di una infuocata campagna elettorale, sistemò gli altoparlanti sul campanile per far sentire il rosario a tutto il paese'. Anche all'attuale parroco non sono mancati episodi che potrebbero entrare di diritto nei racconti di Giovannino Guareschi. 'Per esempio - continua don Learco - quando il nostro comune e un altro confinante si spartirono un pezzo di territorio per avere un numero sufficiente di elettori rossi da entrambe le parti. Gli abitanti interessati vennero a chiedermi aiuto: non volevano andare per nessuna ragione al mondo con un comune meno importante. Seppure in estate, entrarono con la giacca per rispetto. Non c'erano persone al mondo più buone di quelle, ma mentirei se dicessi che avevo visto uno di loro in chiesa prima di quel giorno'.
L'itinerario continua verso Guastalla, Boretto e Viadana per ritrovare le stazioni ferroviarie dalle quali don Camillo è passato per andare 'in esilio' a causa delle sue intemperanze. Gualtieri, viene definita 'la piccola capitale padana' per l'eleganza dei suoi palazzi e per la sua suggestiva Piazza Bentivoglio su cui si affaccia l'omonimo palazzo. Ma Gualtieri è nota anche per Antonio Ligabue che dipinse con la sua fantasia, il suo estro e una certa vena di follia i suoi quadri, oggi più che mai famosi. L'itinerario finisce a Brescello, paese 'cinematografico' di Peppone e don Camillo, entrato nella leggenda guareschiana dopo che Julien Duvivier, Carmine Gallone e Luigi Comencini vi girarono cinque film tra il 1951 e il 1965. Nella sua piazza lastricata e affiancata da ombrosi portici, ancora oggi sembra di vedere alternarsi, durante il giorno, i personaggi del Mondo piccolo: il sindaco, i compagni in cerchio per commentare il quotidiano comunista 'L'Unità ', un gruppo di commercianti di formaggio rubizzi e grossi come altrettanti cocomeri, mediatori di bestiame con certe mani grandi come costate di manzo. Dalla chiesa, ci si aspetta di vedere uscire un pretone alto, robusto, con il mezzo toscano in bocca e il tricorno sulle ventitrè. Qui, tutto trasuda di ricordi guareschiani: la chiesa, il sagrato, il campanile, la ex Casa del Popolo e anche gli argini. Il crocifisso ligneo con il quale dialogava don Camillo si trova sempre al suo posto nella cappella della chiesa. Accanto c'è la statua di sant'Antonio abate, il protettore degli animali da cortile, la cui immagine è appesa in tutte le stalle della Bassa: chissà , se chiacchierano tra loro, magari quando non c'è nessuno...
Visitando questi luoghi si è al confine tra favola e realtà dove certi personaggi, paesaggi, casolari, chiese, campanili e lunghe file di alti alberi contribuiscono al sottile gioco di mistero. Scriveva Giovannino Guareschi: 'Questo è il mondo di Mondo piccolo. Strade lunghe e diritte, case piccole pitturate di rosso, di giallo e di blu oltremare, sperdute in mezzo ai filari di viti. Nelle sere d'agosto si alza lentamente, dietro l'argine, una luna rossa ed enorme che pare roba di altri secoli'.