Insieme per il Santo
Solitamente la devozione a sant’Antonio in Basilica viene vissuta in un clima pervaso di interiorità e di spiritualità. In alcuni periodi dell’anno, però, essa si ammanta di festa per celebrare nella gioia la figura del Santo, le ricorrenze significative del suo percorso terreno e i riflessi stupefacenti della sua santità.
Non può che essere la gioia, allora, a segnare la festa principale di sant’Antonio, che cade il 13 giugno – il giorno in cui, nel 1231, egli moriva per rinascere a una vita che non conosce tramonto – spiritualmente e realmente «dies natalis», giorno della nascita.
Il 13 giugno, dunque, è una festa antichissima, che viene celebrata sin dal primo anniversario della morte-nascita di frate Antonio. All’epoca, Antonio era già stato proclamato santo: la canonizzazione, a tempo di record, era avvenuta, infatti, il 30 maggio 1232. Nel corso dei secoli la festa ha assunto via via toni più solenni. Anche in questo caso c’è un momento che fa da spartiacque: è l’anno 1256, quando il Santo fu affiancato al vescovo Prosdocimo come patrono e protettore della città di Padova. Per l’occasione, non si decise solo di alzare il tono della festa, ma anche di concederle un prolungamento, dando al giorno dell’ottava, il successivo 20 giugno, tutti i crismi della grande solennità antoniana: di nuovo insieme in Basilica a pregare e a celebrare il grande Santo, patrono e vanto della città.
L’anno seguente la festa usciva dalle mura del Santuario. Nel 1257 il Comune stabilì, infatti, che la vigilia della festa del Santo e il giorno dell’ottava, confraternite e associazioni di arti e mestieri della città si recassero processionalmente a rendere omaggio al loro patrono. Con la stessa disposizione i maggiorenti aggiungevano all’evento religioso lo spettacolo laico del palio, da celebrarsi il 20 giugno, prima della Messa solenne.
Altre tradizioni si sono aggiunte nel tempo a far da corona alla festa, come la preparazione a essa, della durata di tredici giorni (la tredicina), e l’offerta di ceri da parte del vescovo, cui seguiva la celebrazione della Messa solenne, officiata dallo stesso presule. Questa seconda tradizione, con modalità diverse, è ancora in uso. Ma quel che più qui ci interessa è quella sfilata di confraternite e associazioni delle arti e mestieri da cui trae origine l’odierna processione che, trasferita in seguito al 13 giugno, costituisce ancora il momento più bello e spettacolare, senza nulla togliere alla religiosità e alla devozione, di una giornata forte e intensa.
Già alle prime ore del mattino prende il via quel susseguirsi ininterrotto di fedeli che sfilano raccolti davanti alla tomba del Santo, che celebrano l’eucaristia o affollano la penitenzieria per rendere completo il pellegrinaggio: la conversione del cuore, propiziata da sant’Antonio e confermata dalla grazia di Dio, come avvio di un nuovo cammino verso il Signore.
La processione dunque. Preparata nei minimi particolari, comincia a sfilare per le vie intorno al complesso antoniano nel tardo pomeriggio, al termine della Messa delle 17.00, celebrata dal Ministro provinciale dei frati minori conventuali, quest’anno il neoeletto padre Giovanni Voltan.
Lo spettacolo è notevole. Le antiche confraternite e le fraglie sono state sostituite dalle moderne associazioni, gruppi di volontariato, istituti religiosi e devoti venuti da ogni parte d’Italia e del mondo. Tutti sfilano con le loro insegne e i colorati stendardi, pregando e cantando, accompagnati dal suono di fragorose bande. Dietro di loro, la grande statua del Santo e, ai lati delle vie, file di devoti e curiosi. E questo per circa due ore. Di solito, tutto fila liscio, nel segno della compostezza e della devozione, a meno che non ci si metta di mezzo «Giove pluvio», bloccando la processione in Basilica o costringendo a non graditi fuggi fuggi.
Gli Amici di sant’Antonio
Una tessera di questo ordinato puzzle è fatta da un gruppo di volontari che, da una trentina d’anni, mette a disposizione le proprie auto, dislocandole nei punti convenuti lungo il percorso della processione, ognuna attrezzata di ricevitori e altoparlanti per diffondere preghiere, invocazioni e canti intonati da un religioso che staziona sul palco innalzato di fronte alla Basilica. Sorto spontaneamente nel 1984, il gruppo, del tutto informale, autonominatosi degli «Amici di sant’Antonio», è composto da una trentina di volontari, mossi unicamente dalla devozione al Santo e dall’amicizia con i frati. Coordinati per anni da Umberto Bettin, ora sostituito – «per ragioni di età e di malanni a essa connessi» ci tiene a sottolineare il dimissionario capogruppo – da Flavio Fanton e Sante Buso, i volontari vengono allertati già nel mese di aprile con una lettera rivolta a segnalare eventuali novità e a raccogliere le adesioni. Di fatto, entrano in azione alle nove del mattino del 13 giugno, convogliando le loro auto nel cortile del convento, dietro la Basilica. Da qui, nel primo pomeriggio, si muovono diretti al piazzale antistante, dove ciascuna auto viene munita degli strumenti atti a ricevere e a trasmettere. Verificato che tutto funzioni a dovere, ognuno raggiunge quindi il posto precedentemente assegnatogli, da dove segue la processione, pronto a intervenire se qualcosa si inceppa.
Tutto qui. Nulla di trascendentale, ma comunque un servizio fondamentale per il buon esito della processione. Degna di nota è la passione con cui i volontari vivono questo semplice gesto di disponibilità, cioè come segno di devozione e di partecipazione a un evento religioso importante, che richiama persone da ogni parte del mondo e che fa di Padova il cuore pulsante di una devozione difficilmente spiegabile con criteri umani. Certo Antonio era una persona intelligente, uno straordinario interprete del Vangelo, ma non è l’unico. E allora, perché? «Perché a te, Antonio?» si chiedeva padre David Turoldo in un suo libro, senza riuscire a darsi una risposta. Essere parte attiva, sia pure per un solo giorno, di questo meraviglioso fenomeno è per gli «Amici di sant’Antonio» un motivo di orgoglio, un fiore da infilare nell’occhiello.
«Sono ormai quasi trent’anni – racconta Bettin – che garantiamo questo servizio alla Basilica». Amici del Santo e amici tra loro. Aggiunge Flavio Fanton: «Stando insieme, si stringono legami di amicizia, si creano occasioni per condividere le piccole cose che rendono sostenibile l’esistenza e ci si aiuta a superare passaggi difficili che non mancano mai nella vita».
Tredicina e solennità di sant’Antonio
- Sabato 1 giugno, ore 18.00 pellegrinaggio delle Comunità di Vita Consacrata di Padova.
- Domenica 2, ore 19.00 pellegrinaggio del Movimento Comunione e Liberazione.
- Lunedì 3, ore 18.00 pellegrinaggio della diocesi di Verona.
- Martedì 4, ore 18.00 pellegrinaggio della diocesi di Chioggia.
- Mercoledì 5, ore 18.00 pellegrinaggio della diocesi di Treviso.
- Giovedì 6, ore 10.00 pellegrinaggio del Villaggio Sant’ Antonio e dei Centri padovani di assistenza ai disabili; ore 18.00 pellegrinaggio della diocesi di Adria-Rovigo.
- Venerdì 7, ore 18.00 pellegrinaggio della diocesi di Vittorio Veneto.
- Sabato 8, ore 16.00 pellegrinaggio di malati e volontari dell’Unitalsi.
- Domenica 9, ore 12.15 pellegrinaggio degli immigrati; ore 18.00 pellegrinaggio dell’Arciconfraternita di Sant’ Antonio, dell’Ordine francescano secolare di Padova e della Milizia dell’Immacolata del Santo.
- Lunedì 10, ore 18.00 pellegrinaggio della diocesi di Vicenza.
- Martedì 11, ore 18.00 pellegrinaggio delle parrocchie dei Vicariati della Saccisica.
- Mercoledì 12, ore 18.00 pellegrinaggio del Capitolo della Cattedrale e dei fedeli della città di Padova; ore 20.30 rievocazione storica del Transito di sant’Antonio dall’Arcella alla Basilica del Santo; ore 21.30 concerto delle campane della città.
- Giovedì 13, Sante Messe alle ore 6.00 - 7.00 - 8.00 - 9.00 - 10.00 - 11.00 - 12.15 - 15.30 - 17.00 - 19.00 - 21.00. La Basilica resterà aperta dalle ore 5.30 alle ore 22.30.
Ore 10.00, Santa Messa per i collaboratori e gli associati al «Messaggero di sant’Antonio». Presiede padre Ugo Sartorio, Direttore generale del «Messaggero di sant’Antonio»;
ore 11.00, Santa Messa solenne. Presiede monsignor Antonio Mattiazzo, Vescovo di Padova;
ore 17.00, Santa Messa solenne. Presiede padre Giovanni Voltan, Ministro provinciale dei frati minori conventuali.
A seguire, la processione e la benedizione con la reliquia del Santo.