JACK SPATOLA PER I GIOVANI
Nello stato di New York, politici, educatori e parrocchie si impegnano a tenere aperta una scuola serale in ogni distretto, affinché i giovani abbiano un luogo in cui ritrovarsi. A ideare l’iniziativa è stato Jack Spatola.
05 Ottobre 1996
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Nelle sezioni di Bay Ridge e Bensonhurst a Brooklyn, gruppi di numerose comunità sono impegnati a utilizzare le scuole locali per accogliere ogni sera i giovani. Infatti, ben venticinque scuole rimangono aperte ai giovani per offrire loro pallacanestro, calcio, pallavolo, lezioni scolastiche, ma anche aiuto e consiglio.
«Desideriamo allontanare i giovani dalle strade e coinvolgerli in attività costruttive», dice Jack Spatola, presidente del Consiglio di amministrazione della Fiao (una federazione che raccoglie trentaquattro organizzazioni italoamericane di Brooklyn). «Noi crediamo che si possa fare prevenzione, evitando cioè che i giovani si mettano nei guai, offrendo loro alternative piacevoli e significative». Le organizzazioni della Fiao si sono date da fare per mantenere aperte circa un terzo di tutte le scuole della zona di Bay Ridge e Bensonhurst.
Queste scuole serali sono aperte sei giorni alla settimana, eccetto la domenica sera. Ogni giovane che abbia almeno vent'anni, è il benvenuto. Per la Fiao lavorano dieci impiegati a tempo pieno, e circa duecento part time. Ogni scuola ha due insegnanti, una guardia, due o tre membri volontari della Fiao, e alcuni studenti universitari che fanno da assistenti. Inoltre, non mancano mai i genitori che desiderano stare vicini ai propri figli.
Spatola ritiene che il numero di ragazzi che frequentano le scuole serali si aggiri sulle quattromila unità , e tutti sono occupati in svariate attività sportive. Inoltre, vi sono programmi di dopo scuola, sedute di informazione, e consigli sui problemi della droga e dell'alcolismo, o su come trovare un lavoro. Vi è pure un gruppo di persone qualificate che gira di sera per le strade in cerca di giovani, per parlare con loro, dar loro consigli, e per invitarli a frequentare i centri serali. È un lavoro difficile perché si tratta di guadagnarsi la fiducia e l'amicizia di questi giovani, per allontanarli dalle strade e coinvolgerli nella partecipazione ad attività utili a loro, alle loro famiglie e alla società .
Spatola spera di trovare abbastanza denaro per tenere aperte le scuole già in uso, e per aprirne altre. Questo comporterà la necessità di disporre di servizi sociali, ricreativi, educativi e di lavoro. Usando un gran numero di volontari, la Fiao spende attualmente circa mezzo milione di dollari all'anno per questo progetto a sostegno dei giovani. Il costo per ogni scuola aperta di sera si aggira sui trecento dollari al giorno.
Spatola riceve fondi dalla divisione giovanile della città di New York (New York City Division of Youth), e dal dipartimento per la prevenzione della droga dello stato di New York (New York State Department of Substance Abuse). «Finora siamo stati fortunati. Ma abbiamo sempre paura che i fondi siano ridimensionati o vengano addirittura tagliati», lamenta Spatola. «Per fortuna siamo sostenuti economicamente da semplici cittadini e da commercianti locali».
Secondo Spatola il successo dell'iniziativa delle scuole serali deve molto anche al precedente sindaco di New York, David J. Dickins, che ha sostenuto questo programma. Una spinta decisiva all'affermazione dell'iniziativa ideata e promossa da Spatola, è venuta dai fondi stanziati dalla città di New York in seguito a un «incidente razziale» verificatosi a Bensonhurst nel 1989: un giovane di colore, Yusuf Hawkins, venne ucciso da una gang di bianchi. «Prima di quell'episodio, la nostra era considerata un'area della classe media, priva di seri problemi sociali - ricorda Spatola - ma, dopo l'accaduto, i politici si sono resi conto che non era proprio così».
Jack Spatola è nato a Pachino, in provincia di Siracusa (Sicilia). All'età di 14 anni è arrivato negli Stati Uniti con l'intera famiglia: il padre Antonino, la madre Rosa e la sorella Maria. Ha sempre vissuto a Brooklyn dove ha studiato. Si è costantemente impegnato in favore della comunità locale. Dalla moglie Francesca ha avuto due figli Stefania e Antonio.
Oltre a essere presidente della Fiao, Spatola è membro della Commissione per i diritti umani della città di New York, nonché preside di una scuola pubblica di Brooklyn. In queste vesti visita parecchie scuole, tiene conferenze, e organizza svariate attività sportive, educative e sociali coinvolgendo molti genitori.
«Come sportivo vado spesso a vedere le partite che giocano le varie scuole, e in cui competono ragazzi di lingua, colore, e culture diverse. Mi unisco ai genitori, agli insegnanti e agli animatori per giocare con i ragazzi», racconta Spatola. E continua: «Sembra una frase fatta, ma sul campo non esiste il colore della pelle. Quando uno segna un goal, tutti si abbracciano, siano essi di origine spagnola, africana, americana, russa o italiana; il colore della maglia della propria squadra li unisce, e ogni pregiudizio scompare».
Spatola sostiene che lo sport insegna ai ragazzi la disciplina, il rapporto di squadra, lo spirito della competizione, e il rispetto reciproco. Il motto latino: Mens sana in corpore sano Spatola l ha fatto suo. Dunque, per lui la scuola è importantissima: se un giovane brilla nello sport ma è pigro a scuola, lo fa smettere di giocare fin quando la sua pagella non migliora. «I ragazzi devono capire che la scuola fa la differenza nella vita: sia per quanto riguarda le 'tasche' che, soprattutto, per quanto riguarda la testa», sostiene Spatola.
Jack Spatola è anche consultore estero per l'emigrazione della regione Sicilia. Ogni anno organizza viaggi di giovani italoamericani che partono per visitare l'Italia, in particolare la Sicilia. Inoltre, frequenta sistematicamente club e circoli, per far sì che i vari membri siano al corrente di ciò che fa la Fiao e per coinvolgerli.
«Ai club ricordo sempre che alla federazione abbiamo programmi di assistenza sociale, di doposcuola, di prevenzione della droga, di arte, di consulenza per continuare gli studi; naturalmente, di ricreazione, ecc.», spiega Spatola. «Però insisto moltissimo con loro sulla necessità di stabilire comunicazioni vere fra gruppi e club di italiani e italoamericani».
«Dobbiamo essere uniti e usare le nostre capacità a servizio di tutti», osserva Spatola. - Quando noi siamo uniti qui a New York, possiamo anche coinvolgere l'Italia. Laggiù devono capire che investendo nelle nostre comunità di giovani italiani e italoamericani, investiamo anche in un futuro nel quale l'Italia e le nostre comunità italiane e italoamericane possono ricavare benefici reciproci. Vi potrebbe essere, infatti, un turismo più attivo e un'economia più vivace, nell'ambito della quale gli imprenditori troverebbero americani di origine italiana, qui negli Stati Uniti o in Canada, in grado di svolgere per loro conto operazioni commerciali. Solo in quest'ottica, noi italiani e italomericani potremo partecipare alla vita delle strutture governative e industriali sia in America che in Italia - conclude Spatola - solo così potremo diventare una potenza in entrambi i paesi ».
«Desideriamo allontanare i giovani dalle strade e coinvolgerli in attività costruttive», dice Jack Spatola, presidente del Consiglio di amministrazione della Fiao (una federazione che raccoglie trentaquattro organizzazioni italoamericane di Brooklyn). «Noi crediamo che si possa fare prevenzione, evitando cioè che i giovani si mettano nei guai, offrendo loro alternative piacevoli e significative». Le organizzazioni della Fiao si sono date da fare per mantenere aperte circa un terzo di tutte le scuole della zona di Bay Ridge e Bensonhurst.
Queste scuole serali sono aperte sei giorni alla settimana, eccetto la domenica sera. Ogni giovane che abbia almeno vent'anni, è il benvenuto. Per la Fiao lavorano dieci impiegati a tempo pieno, e circa duecento part time. Ogni scuola ha due insegnanti, una guardia, due o tre membri volontari della Fiao, e alcuni studenti universitari che fanno da assistenti. Inoltre, non mancano mai i genitori che desiderano stare vicini ai propri figli.
Spatola ritiene che il numero di ragazzi che frequentano le scuole serali si aggiri sulle quattromila unità , e tutti sono occupati in svariate attività sportive. Inoltre, vi sono programmi di dopo scuola, sedute di informazione, e consigli sui problemi della droga e dell'alcolismo, o su come trovare un lavoro. Vi è pure un gruppo di persone qualificate che gira di sera per le strade in cerca di giovani, per parlare con loro, dar loro consigli, e per invitarli a frequentare i centri serali. È un lavoro difficile perché si tratta di guadagnarsi la fiducia e l'amicizia di questi giovani, per allontanarli dalle strade e coinvolgerli nella partecipazione ad attività utili a loro, alle loro famiglie e alla società .
Spatola spera di trovare abbastanza denaro per tenere aperte le scuole già in uso, e per aprirne altre. Questo comporterà la necessità di disporre di servizi sociali, ricreativi, educativi e di lavoro. Usando un gran numero di volontari, la Fiao spende attualmente circa mezzo milione di dollari all'anno per questo progetto a sostegno dei giovani. Il costo per ogni scuola aperta di sera si aggira sui trecento dollari al giorno.
Spatola riceve fondi dalla divisione giovanile della città di New York (New York City Division of Youth), e dal dipartimento per la prevenzione della droga dello stato di New York (New York State Department of Substance Abuse). «Finora siamo stati fortunati. Ma abbiamo sempre paura che i fondi siano ridimensionati o vengano addirittura tagliati», lamenta Spatola. «Per fortuna siamo sostenuti economicamente da semplici cittadini e da commercianti locali».
Secondo Spatola il successo dell'iniziativa delle scuole serali deve molto anche al precedente sindaco di New York, David J. Dickins, che ha sostenuto questo programma. Una spinta decisiva all'affermazione dell'iniziativa ideata e promossa da Spatola, è venuta dai fondi stanziati dalla città di New York in seguito a un «incidente razziale» verificatosi a Bensonhurst nel 1989: un giovane di colore, Yusuf Hawkins, venne ucciso da una gang di bianchi. «Prima di quell'episodio, la nostra era considerata un'area della classe media, priva di seri problemi sociali - ricorda Spatola - ma, dopo l'accaduto, i politici si sono resi conto che non era proprio così».
Jack Spatola è nato a Pachino, in provincia di Siracusa (Sicilia). All'età di 14 anni è arrivato negli Stati Uniti con l'intera famiglia: il padre Antonino, la madre Rosa e la sorella Maria. Ha sempre vissuto a Brooklyn dove ha studiato. Si è costantemente impegnato in favore della comunità locale. Dalla moglie Francesca ha avuto due figli Stefania e Antonio.
Oltre a essere presidente della Fiao, Spatola è membro della Commissione per i diritti umani della città di New York, nonché preside di una scuola pubblica di Brooklyn. In queste vesti visita parecchie scuole, tiene conferenze, e organizza svariate attività sportive, educative e sociali coinvolgendo molti genitori.
«Come sportivo vado spesso a vedere le partite che giocano le varie scuole, e in cui competono ragazzi di lingua, colore, e culture diverse. Mi unisco ai genitori, agli insegnanti e agli animatori per giocare con i ragazzi», racconta Spatola. E continua: «Sembra una frase fatta, ma sul campo non esiste il colore della pelle. Quando uno segna un goal, tutti si abbracciano, siano essi di origine spagnola, africana, americana, russa o italiana; il colore della maglia della propria squadra li unisce, e ogni pregiudizio scompare».
Spatola sostiene che lo sport insegna ai ragazzi la disciplina, il rapporto di squadra, lo spirito della competizione, e il rispetto reciproco. Il motto latino: Mens sana in corpore sano Spatola l ha fatto suo. Dunque, per lui la scuola è importantissima: se un giovane brilla nello sport ma è pigro a scuola, lo fa smettere di giocare fin quando la sua pagella non migliora. «I ragazzi devono capire che la scuola fa la differenza nella vita: sia per quanto riguarda le 'tasche' che, soprattutto, per quanto riguarda la testa», sostiene Spatola.
Jack Spatola è anche consultore estero per l'emigrazione della regione Sicilia. Ogni anno organizza viaggi di giovani italoamericani che partono per visitare l'Italia, in particolare la Sicilia. Inoltre, frequenta sistematicamente club e circoli, per far sì che i vari membri siano al corrente di ciò che fa la Fiao e per coinvolgerli.
«Ai club ricordo sempre che alla federazione abbiamo programmi di assistenza sociale, di doposcuola, di prevenzione della droga, di arte, di consulenza per continuare gli studi; naturalmente, di ricreazione, ecc.», spiega Spatola. «Però insisto moltissimo con loro sulla necessità di stabilire comunicazioni vere fra gruppi e club di italiani e italoamericani».
«Dobbiamo essere uniti e usare le nostre capacità a servizio di tutti», osserva Spatola. - Quando noi siamo uniti qui a New York, possiamo anche coinvolgere l'Italia. Laggiù devono capire che investendo nelle nostre comunità di giovani italiani e italoamericani, investiamo anche in un futuro nel quale l'Italia e le nostre comunità italiane e italoamericane possono ricavare benefici reciproci. Vi potrebbe essere, infatti, un turismo più attivo e un'economia più vivace, nell'ambito della quale gli imprenditori troverebbero americani di origine italiana, qui negli Stati Uniti o in Canada, in grado di svolgere per loro conto operazioni commerciali. Solo in quest'ottica, noi italiani e italomericani potremo partecipare alla vita delle strutture governative e industriali sia in America che in Italia - conclude Spatola - solo così potremo diventare una potenza in entrambi i paesi ».
Data di aggiornamento: 03 Luglio 2017