La rosa persa e ritrovata

Negli anni passati, oltre al tradizionale giglio, al Santo era dedicata anche una splendida rosa, la «Rosa sant’Antonio di Padova», coltivata fino agli anni Sessanta a Saonara, nelle campagne padovane, e poi scomparsa.
Dopo oltre quarant’anni, quella rosa è tornata a fiorire, prima in vivaio e ora anche nel chiostro del Paradiso, attiguo alla basilica, dove sono stati messi a dimora, lo scorso maggio, i primi quindici roseti.
Racconta Antonio Scarabello dell’Associazione vivaisti di Saonara (a destra, nella foto), artefice del recupero del magnifico fiore: «La soddisfazione è davvero grande. Dopo aver ritrovato tracce della bellissima rosa non più coltivata, abbiamo lavorato per oltre quattro anni per ricavare dalla prima gemma tre piantine, che l’anno successivo hanno consentito, per micropropagazione, di ottenerne altre. È con giustificato orgoglio che abbiamo piantato i primi roseti del nostro vivaio in un posto significativo come questo chiostro».
La «Rosa san’Antonio di Padova» è un ibrido di rosa Tea, creato proprio a Saonara. Il lungo e robusto stelo sorregge un regale fiore a forma di coppa, che raggiunge i dieci centimetri di diametro: i petali, delicatamente incurvati, sono di un colore rosa intenso con il rovescio solo un po’ più chiaro e delle venature gialle sul dorso. Tra le sue caratteristiche, la robustezza e un particolare e intenso profumo. Si coltiva da sola, in piccole aiuole, proprio per esaltarne la bellezza.
L’amministrazione provinciale di Padova ha deciso di adottare questa rosa come simbolo della città in occasione di particolari ricorrenze.
I vivai di Saonara ne custodiscono circa seicento esemplari, che per ora non possono essere commercializzati. Ma da quest’anno i pellegrini e i devoti del Santo potranno comunque ammirare la rosa, «persa e ritrovata», nel giardino del chiostro del Paradiso.