Lettera del mese
19 Settembre 2014
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Maternità
«Questo è il mio posto»
La vita è un miracolo troppo grande per essere sprecato. Anche quando capita in modo inaspettato e sconvolge tutti i piani. Qui di seguito la commovente testimonianza di una giovane mamma che si è lasciata guidare dall’amore e ora non è più sola.
«Ricevo ogni mese il “Messaggero di sant’Antonio”. Sono di Roma, ma molte volte ho preso il treno per venire a trovare il Santo. Mi piacerebbe che leggeste la mia testimonianza e spero che la mia storia sia d’esempio per molte persone.
Quella che vedete nella foto è la mia meravigliosa bambina, Maria Stella, e tra quattro giorni avrà cinque mesi. Ho amato questa figlia dal primo istante in cui ho visto e ascoltato battere il suo cuore in quella ecografia. È stato sconvolgente, lei era viva, era dentro di me, minuscola, quasi invisibile, ma il suo cuore batteva... e voleva me. Avevo solo 18 anni e tanti progetti. Certo, un figlio non era contemplato nel presente, neanche nel futuro. Ma è capitato. Lei era già lì... e ho detto sì. È vero, c’è voluta tanta forza, ma ci vuole tanto coraggio anche ad affrontare una malattia, una perdita, una gara... Perché non un figlio? Maria Stella è nata da un grande amore, ma nessun amore, per quanto grande, è sicuro. E si resta sole, come qualunque altra donna che abbia concepito il proprio figlio in una sera in discoteca, o in un’avventura senza importanza, o con un uomo di cui non ricorda neanche il nome. Non buttate i vostri bambini per chi non c’è più, non buttateli in cambio dell’amore o delle promesse di un uomo. Non buttateli per i divertimenti, le feste, l’università, la libertà o per la prospettiva di una vita migliore. Non buttate questo dono per il mondo, la gente, le chiacchiere, la vergogna, la paura di rovinarvi il corpo, la paura della solitudine. Un figlio vale più di tutto questo, vale anche più di noi stessi. È vero, all’inizio ci saranno genitori sconvolti, arrabbiati, delusi, amici che rideranno, vicini che spettegoleranno, persone che vi isoleranno come lebbrose. Ma avrete il vostro bambino: non sarete mai più sole e questo, credetemi, basta. Basta una tuta vecchia con un cuore che vi scoppia di gioia nel petto mentre guardate il vostro bambino spegnere le candeline, piuttosto che avere venti paia di scarpe, una bella macchina e tanti vestiti, ma non riuscire a trattenere le lacrime al pensiero che il vostro bambino quelle candeline non le spegnerà mai. L’aborto devasta per sempre e devasta te, non i tuoi amici, il tuo ragazzo o i tuoi genitori. E invece il miracolo è questo: un sorriso bellissimo, due manine grassocce e un amore indescrivibile. Ho avuto tanto affetto, tante mani tese ad aiutarmi, incoraggiarmi, darmi forza, persone impensabili che magari prima neanche mi salutavano e dopo facevano a gara per offrirmi il loro aiuto. Questo fanno i bambini: trasformano ciò che è buio in una luce bellissima e diventano i figli e i nipoti di tutti, professori compresi. Restano i cuori duri, ma quelli non fanno storia. Certo, adesso nella mia borsa, insieme con il cellulare e i trucchi, ci sono pannolini, biberon, salviettine e ciucci, ma (Maria Stella e io) siamo belle lo stesso, anzi siamo belle due volte. Le notti sono ancora abbastanza movimentate: latte, pagine da studiare, compiti da finire, tanta stanchezza, ma anche tanti sorrisi. A volte lei si sveglia impaurita, allunga la manina a cercare i miei capelli o le mie guance e mi guarda come a dire “Mamma dove sei?”. E io la guardo e le dico: “Amore, mamma è qui”. Lei mi sorride, chiude gli occhi e dorme. Sono qui, questo è il mio posto, accanto a te, abbracciata a te. Madre Teresa di Calcutta diceva: “Le difficoltà della vita non si risolvono eliminando la vita, ma superando insieme tutte le difficoltà”. È vero. Non buttate i vostri bambini».
Benedetta e Maria Stella
Grazie, Benedetta! Grazie di questa bella testimonianza, vera, controcorrente, emozionante. Posso dirlo? Evangelica. Immagino anche faticosa. Ne abbiamo bisogno, io per primo, per arginare le tenebre che sembrano averla vinta sulla luce. Solo un rammarico. Dove sono in queste belle storie gli uomini, il papà di Maria Stella?! La natura ha dotato noi maschietti in modo da potercela cavare a poco prezzo, senza colpo subire. Facciamo i macho, ma poi non siamo capaci di assumerci le nostre responsabilità, banalizzando sesso e amore a ore. Donne, non permettetelo! Uomini, siamo seri! E su tutti noi scenda la benedizione del Dio della vita, per intercessione di Antonio di Padova! Del quale si racconta un miracolo in cui il Santo avrebbe fatto parlare un bimbo appena nato, perché confermasse la paternità del padre, che invece la metteva in dubbio accusando ingiustamente la moglie.
«Questo è il mio posto»
La vita è un miracolo troppo grande per essere sprecato. Anche quando capita in modo inaspettato e sconvolge tutti i piani. Qui di seguito la commovente testimonianza di una giovane mamma che si è lasciata guidare dall’amore e ora non è più sola.
«Ricevo ogni mese il “Messaggero di sant’Antonio”. Sono di Roma, ma molte volte ho preso il treno per venire a trovare il Santo. Mi piacerebbe che leggeste la mia testimonianza e spero che la mia storia sia d’esempio per molte persone.
Quella che vedete nella foto è la mia meravigliosa bambina, Maria Stella, e tra quattro giorni avrà cinque mesi. Ho amato questa figlia dal primo istante in cui ho visto e ascoltato battere il suo cuore in quella ecografia. È stato sconvolgente, lei era viva, era dentro di me, minuscola, quasi invisibile, ma il suo cuore batteva... e voleva me. Avevo solo 18 anni e tanti progetti. Certo, un figlio non era contemplato nel presente, neanche nel futuro. Ma è capitato. Lei era già lì... e ho detto sì. È vero, c’è voluta tanta forza, ma ci vuole tanto coraggio anche ad affrontare una malattia, una perdita, una gara... Perché non un figlio? Maria Stella è nata da un grande amore, ma nessun amore, per quanto grande, è sicuro. E si resta sole, come qualunque altra donna che abbia concepito il proprio figlio in una sera in discoteca, o in un’avventura senza importanza, o con un uomo di cui non ricorda neanche il nome. Non buttate i vostri bambini per chi non c’è più, non buttateli in cambio dell’amore o delle promesse di un uomo. Non buttateli per i divertimenti, le feste, l’università, la libertà o per la prospettiva di una vita migliore. Non buttate questo dono per il mondo, la gente, le chiacchiere, la vergogna, la paura di rovinarvi il corpo, la paura della solitudine. Un figlio vale più di tutto questo, vale anche più di noi stessi. È vero, all’inizio ci saranno genitori sconvolti, arrabbiati, delusi, amici che rideranno, vicini che spettegoleranno, persone che vi isoleranno come lebbrose. Ma avrete il vostro bambino: non sarete mai più sole e questo, credetemi, basta. Basta una tuta vecchia con un cuore che vi scoppia di gioia nel petto mentre guardate il vostro bambino spegnere le candeline, piuttosto che avere venti paia di scarpe, una bella macchina e tanti vestiti, ma non riuscire a trattenere le lacrime al pensiero che il vostro bambino quelle candeline non le spegnerà mai. L’aborto devasta per sempre e devasta te, non i tuoi amici, il tuo ragazzo o i tuoi genitori. E invece il miracolo è questo: un sorriso bellissimo, due manine grassocce e un amore indescrivibile. Ho avuto tanto affetto, tante mani tese ad aiutarmi, incoraggiarmi, darmi forza, persone impensabili che magari prima neanche mi salutavano e dopo facevano a gara per offrirmi il loro aiuto. Questo fanno i bambini: trasformano ciò che è buio in una luce bellissima e diventano i figli e i nipoti di tutti, professori compresi. Restano i cuori duri, ma quelli non fanno storia. Certo, adesso nella mia borsa, insieme con il cellulare e i trucchi, ci sono pannolini, biberon, salviettine e ciucci, ma (Maria Stella e io) siamo belle lo stesso, anzi siamo belle due volte. Le notti sono ancora abbastanza movimentate: latte, pagine da studiare, compiti da finire, tanta stanchezza, ma anche tanti sorrisi. A volte lei si sveglia impaurita, allunga la manina a cercare i miei capelli o le mie guance e mi guarda come a dire “Mamma dove sei?”. E io la guardo e le dico: “Amore, mamma è qui”. Lei mi sorride, chiude gli occhi e dorme. Sono qui, questo è il mio posto, accanto a te, abbracciata a te. Madre Teresa di Calcutta diceva: “Le difficoltà della vita non si risolvono eliminando la vita, ma superando insieme tutte le difficoltà”. È vero. Non buttate i vostri bambini».
Benedetta e Maria Stella
Grazie, Benedetta! Grazie di questa bella testimonianza, vera, controcorrente, emozionante. Posso dirlo? Evangelica. Immagino anche faticosa. Ne abbiamo bisogno, io per primo, per arginare le tenebre che sembrano averla vinta sulla luce. Solo un rammarico. Dove sono in queste belle storie gli uomini, il papà di Maria Stella?! La natura ha dotato noi maschietti in modo da potercela cavare a poco prezzo, senza colpo subire. Facciamo i macho, ma poi non siamo capaci di assumerci le nostre responsabilità, banalizzando sesso e amore a ore. Donne, non permettetelo! Uomini, siamo seri! E su tutti noi scenda la benedizione del Dio della vita, per intercessione di Antonio di Padova! Del quale si racconta un miracolo in cui il Santo avrebbe fatto parlare un bimbo appena nato, perché confermasse la paternità del padre, che invece la metteva in dubbio accusando ingiustamente la moglie.
Data di aggiornamento: 03 Luglio 2017