Portogallo. Nuova vita a Madeira
22 Novembre 2013
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«L’italianità, quella sana, è un ottimo “stile di vita” che ancora oggi in molti ci invidiano». Parola di un italiano doc che ha deciso di esportare le proprie origini fin al largo delle coste atlantiche dell’Europa. Antonio Giordano ha scelto l’isola di Madeira (nell’omonimo arcipelago portoghese) per dare corpo e senso al proprio slancio imprenditoriale. E non si è pentito della scelta. «Ho scoperto Madeira per puro caso, mentre seguivo distrattamente una trasmissione televisiva. Fu amore a prima vista. Vivere a Funchal (la capitale dell’arcipelago), mi ha permesso di realizzare un sogno, lavorando onestamente e conquistando una qualità della vita ottimale».
Nato a Pratola Serra (Avellino), ma trasferitosi fin da bambino a Chiavari (Genova), proprio dai liguri Giordano ha assorbito l’amore per il mare. Gestore per vari anni di una birreria a Lavagna (Genova), ha vissuto con preoccupazione il processo di degrado del quartiere in cui viveva, tanto da arrivare a cercare il trasferimento in altre città italiane. Ma nessuna destinazione soddisfaceva le sue aspettative. Almeno fino a quando non si è imbattuto in Madeira, dove ora gestisce un’agenzia turistica. «Al primo viaggio nell’arcipelago la mia conoscenza del luogo era inconsistente – ricorda Giordano –. A dispetto d’ogni attesa, scoprii una popolazione molto orgogliosa delle proprie origini e dalle sane abitudini sociali. Fin da subito bene accolto, fui colpito dal rispetto che gli isolani nutrono verso gli altri, anche se provenienti da luoghi diversi».
A Madeira, famosa per l’omonimo vino che vi si produce e per lo spettacolo pirotecnico che ogni anno rallegra le feste natalizie (tanto da entrare, nel 2006, nel Guinness dei primati come The word’s largest firework display, lo spettacolo pirotecnico più grande del mondo), Antonio Giordano è conosciuto come «Antonio l’italiano». Ciononostante, il suo legame con i «compatrioti» residenti nel «giardino dell’Atlantico» (così è soprannominata l’isola per via della sua rigogliosa vegetazione) risulta un po’ debole. «Non ci sono dei motivi di diffidenza reciproca – chiarisce Giordano –. Semplicemente gli italiani di Madeira sono tutti inseriti nel contesto sociale di questo angolo di Europa e non sentono la necessità d’incontrarsi con altri connazionali». Con una popolazione di oltre 230 mila abitanti – di cui circa metà residenti nella sola Funchal –, Madeira non vanta in realtà una vera e propria rete di associazioni legate al Belpaese. Il tessuto umano che da secoli permea queste isole è fatto di discrezione e rispetto per la vita privata, ma anche di spirito comunitario e condivisione. «Cercavo un posto in cui coltivare la “normalità” – spiega Antonio Giordano ripensando ai motivi che lo spinsero a lasciare la Liguria –. Anche se per dare senso alla mia vita ho dovuto raggiungere Madeira, non rinnego il mio orgoglio italiano. Anzi mi considero uno dei tanti bravi italiani che cercano di far conoscere quanto di bello e buono c’è nella nostra cultura
Nato a Pratola Serra (Avellino), ma trasferitosi fin da bambino a Chiavari (Genova), proprio dai liguri Giordano ha assorbito l’amore per il mare. Gestore per vari anni di una birreria a Lavagna (Genova), ha vissuto con preoccupazione il processo di degrado del quartiere in cui viveva, tanto da arrivare a cercare il trasferimento in altre città italiane. Ma nessuna destinazione soddisfaceva le sue aspettative. Almeno fino a quando non si è imbattuto in Madeira, dove ora gestisce un’agenzia turistica. «Al primo viaggio nell’arcipelago la mia conoscenza del luogo era inconsistente – ricorda Giordano –. A dispetto d’ogni attesa, scoprii una popolazione molto orgogliosa delle proprie origini e dalle sane abitudini sociali. Fin da subito bene accolto, fui colpito dal rispetto che gli isolani nutrono verso gli altri, anche se provenienti da luoghi diversi».
A Madeira, famosa per l’omonimo vino che vi si produce e per lo spettacolo pirotecnico che ogni anno rallegra le feste natalizie (tanto da entrare, nel 2006, nel Guinness dei primati come The word’s largest firework display, lo spettacolo pirotecnico più grande del mondo), Antonio Giordano è conosciuto come «Antonio l’italiano». Ciononostante, il suo legame con i «compatrioti» residenti nel «giardino dell’Atlantico» (così è soprannominata l’isola per via della sua rigogliosa vegetazione) risulta un po’ debole. «Non ci sono dei motivi di diffidenza reciproca – chiarisce Giordano –. Semplicemente gli italiani di Madeira sono tutti inseriti nel contesto sociale di questo angolo di Europa e non sentono la necessità d’incontrarsi con altri connazionali». Con una popolazione di oltre 230 mila abitanti – di cui circa metà residenti nella sola Funchal –, Madeira non vanta in realtà una vera e propria rete di associazioni legate al Belpaese. Il tessuto umano che da secoli permea queste isole è fatto di discrezione e rispetto per la vita privata, ma anche di spirito comunitario e condivisione. «Cercavo un posto in cui coltivare la “normalità” – spiega Antonio Giordano ripensando ai motivi che lo spinsero a lasciare la Liguria –. Anche se per dare senso alla mia vita ho dovuto raggiungere Madeira, non rinnego il mio orgoglio italiano. Anzi mi considero uno dei tanti bravi italiani che cercano di far conoscere quanto di bello e buono c’è nella nostra cultura
Data di aggiornamento: 03 Luglio 2017