Quando la natura diventa arte

Questo orticoltore di origine friulana, ora in pensione, per una vita ha dedicato il suo tempo libero a ritrarre la fauna e la flora del mondo intero.
02 Gennaio 2001 | di

Vancouver
Nato a Udine alla vigilia degli anni Trenta, emigrato poco più che ventenne in Canada, si è conquistato in Nord America la fama di straordinario fotografo della natura. «Ci sono molti fotografi in possesso del talento dell'osservazione, ma ce ne sono pochissimi che sanno unire iniziativa entusiastica e perseveranza: Ervio Sian è di questa razza rara», ha scritto tempo addietro l'autorevole critico Janis A. Kraulis.  La Federation of British Columbia Naturalistis ha definito Sian «uno dei più importanti fotografi della natura del Canada». Fotografie da lui scattate sono apparse su National Geographic, New York Times, Audubon Encyclopedia. Ha collaborato all'illustrazione di pubblicazioni prestigiose, come Island at the Edge, con prefazione di Jacques Cousteau, dedicato alla preservazione della natura unica delle Queen Charlottes Islands. Altri libri di successo (Artic Mountain in Canada, The Canadian Rockies, Orcas Eagles & Kings) contengono splendide immagini da lui catturate. Tra i numerosi premi e trofei ottenuti nel corso di una lunga carriera, annovera una medaglia d'oro degli Stati Uniti per una «Best Picture of the Year» e l'ambitissimo «Four Star Award for Best Nature Photograph», rilasciatogli dalla Photographic Society of America.

Conoscere per conoscerci

Se gli italiani in Italia fossero davvero informati sulla realtà  degli italiani nel mondo, quale tesoro di conoscenza potrebbero aggiungere a quanto imperfettamente sanno dei loro fratelli esuli! Gli emigrati nei vari Paesi hanno contribuito, lavorando e testimoniando, alla crescita delle società  di accoglienza diventandone parti attive e feconde. La conoscenza è invece carente per mancanza di reciproca e onesta comunicazione, ma anche a causa della scarsa informazione, generalmente ispirata a stereotipi, volutamente disinteressata alle nostre vicende, snobbate spesso con aria di superiorità . In Italia ci si preoccupa solo delle rivendicazioni politiche ed economiche, quelle sì fanno notizia. Non senza malinconia vediamo invece minimizzati i contributi nei settori dell'arte, della cultura, dell'informazione, delle relazioni sociali. Il dubbio che la sovrabbondanza italiana sia tale da non accogliere null'altro, da non riservare curiosità  e interesse per quanto avviene altrove, nasce quindi legittimo.
  Di ex-emigranti meritevoli e sconosciuti è tuttavia pieno il mondo, basta saperli scoprire. Ma occorre avere la pazienza e la costanza del cercatore d'oro. Ervio Sian è come una pepita mimetizzata tra la ghiaia e i ciottoli trascinati dalla corrente del grande fiume. Perché è un uomo modesto, che non si vanta dei propri conseguimenti professionali e artistici, da lui considerati normalità . Nelle sue foto tuttavia (ne ha un archivio immenso, catalogato in anni di certosina e silenziosa dedizione) non c'è solo documentazione fedele e perfezione tecnica, c'è tutta la magia derivante da un insopprimibile amore per la natura e le sue creature. Francescano? Può anche essere, quando quest'amore si sposa all'assoluto disinteresse per la speculazione economica, all'assenza totale di venalità . Per alimentare e mantenere una passione diventata arte, Ervio Sian ha lavorato per un trentennio - fino al recente pensionamento - come orticoltore alle dipendenze della City of New Westminster, una vasta municipalità  a sud-est della Vancouver metropolitana. Opera sua sono le magnifiche aiuole dei giardini pubblici, i mosaici floreali ispirati a varie specie di volatili, gli angoli fioriti dei parchi e le fantasiose decorazioni delle zone gioco per i bambini, per le quali ha perfino scolpito dei totem, meritandosi il riconoscimento ufficiale della locale comunità  di indiani nativi, gelosi conservatori dei pali totemici delle tribù di appartenenza. È interessante anche ricordare che, alla vigilia del pensionamento, questo impareggiabile personaggio aveva dichiarato: «Debbo proprio andare in pensione, ho troppo lavoro da fare!».
Potrebbe apparire strana questa reciprocità  di interessi: da una parte il lavoro che alimenta e mantiene l'hobby, dall'altra l'hobby che diventa qualificata attività  professionale. Ma anche questo è il Canada. Quando i naturalisti della U.B.C. richiedevano la presenza di Sian per fotografare, nei luoghi più strani del territorio britishcolumbiano, specie rare di anfibi, mammiferi, rettili, uccelli, telefonavano alla City of New Westminster e.... «l'orticoltore» si metteva in viaggio... per giorni, per settimane. Con tutta la fatica, la pazienza e i rischi connessi ad una vita di isolamento, all'interno di foreste incontaminate e sconosciute, appeso per ore ed ore con le sue macchine fotografiche e le sue attrezzature telescopiche e telecomandate ad altissimi fusti di piante millenarie, o mimetizzato sotto il suolo ad aspettare in silenzio l'arrivo dell'animale predatore.

 La magia della natura

Nelle fotografie più significative di Ervio Sian (una scelta delle quali è stata esposta recentemente al Centro culturale italiano nella mostra dal titolo «Magic of Nature», curata da chi scrive) emerge la commovente predilezione dell'autore per i gruppi familiari degli uccelli. Le immagini dei nidi di aquile, falchi, anitre e oche selvatiche sottendono una speciale tenerezza per il senso di maternità /paternità  insito in queste creature e insieme il feeling creatosi con il fotografo: sono in difesa per proteggere i loro piccoli, ma anche disponibili al contatto umano. Sian racconta che, quasi a tastarne l'inoffensività , capitava che gli volassero a lungo intorno per planargli finalmente in mano. Un volatile infreddolito si infilò un giorno nel risvolto della giacca a vento, riposandovi tranquillo.
«Sian attribuisce l'entusiasmo per il proprio lavoro all'amore per gli uccelli radicato nella cultura italiana», ha scritto tempo addietro un giornalista inglese, che ha però anche aggiunto: «Può sembrare strano da una parte amare gli uccelli e dall'altra amarli al punto di mangiarli»... L'italocanadese di origine friulana Ervio Sian, con la sua testimonianza professionale e poetica, ha frantumato la favola (ma è poi tale? o in Italia si continua impunemente a cacciare?).
La sera dell'opening della mostra «Magic of Nature», organizzata quale parte delle celebrazioni per il 22° anniversario di fondazione del Centro culturale italiano di Vancouver, Ervio Sian è stato ufficialmente accolto nella Hall of Fame della Italian Cultural Centre Society, galleria di personaggi distintisi nelle arti, nella cultura, nello sport, nelle attività  socio-umanitarie. Era il 15 settembre, al tramonto: eccezionalmente, inaspettato tra i molti illustri ospiti presenti con dirigenti e soci alla festosa serata, è apparso il premier della British Columbia, Ujjal Dosanjh, accompagnato dalla vice premier Joy MacPhail e dal deputato Pietro Calendino. Alla loro presenza, Sian ha fatto dono al presidente del Centro, Joe Finamore, di due ponderosi volumi in parte sponsorizzati dal governo provinciale: Birds of British Columbia, 472 specie finora documentate. L'ottanta per cento delle fotografie è firmato dal fotografo della natura Ervio Sian.

Data di aggiornamento: 03 Luglio 2017