Samba italiano
Forse non sono in molti a sapere che la presenza italiana nel mondo è testimoniata anche da un altissimo numero di discendenti di emigrati che ricoprono oggi ruoli di primo piano nella struttura politica dei Paesi d";adozione. Anche in questo campo il Brasile ci svela straordinarie sorprese, se è vero che "; oltre alla moglie del presidente Lula, a sei ministri, a governatori di Stati e ad alti funzionari statali, sui banchi del Parlamento Federale di Brasilia più della metà dei deputati vanta origini italiane.
È una presenza tanto forte e tanto significativa che, fin dal lontano 1979, è stata per così dire formalizzata da una Risoluzione della Camera Federale che ha creato ufficialmente il Grupo Parlamentar Brasil-Ità¡lia in seno al Parlamento federale brasiliano. Presidente di questo Gruppo, nell";attuale legislatura, è il deputato Ricardo Barros, che ci ha concesso un";intervista esclusiva.
Meneghini. Il Grupo Parlamentar Brasil-Ità¡lia riunisce oltre 160 deputati. È un numero molto elevato che riflette la presenza italiana nel tessuto socio-economico del Brasile di oggi. Com";è nato e quali sono i suoi scopi?
Barros. Il Gruppo è stato costituito ufficialmente venticinque anni or sono, nel 1979, con la Risoluzione n. 55 della Camera Federale ed è costituito da 163 parlamentari: 160 deputati, 2 senatori e un ex deputato. Per poter lavorare con più incisività a progetti e ad iniziative comuni fra la comunità italiana e quella brasiliana, all";interno del Gruppo Parlamentare abbiamo nominato un rappresentante per ogni Stato.
La presenza di origine italiana in Brasile è veramente molto numerosa: basti pensare che più della metà dei nostri parlamentari, vale a dire quasi 300, hanno radici italiane.
Ci vuol parlare di qualche iniziativa che le sta particolarmente a cuore? Un progetto che vorrebbe realizzare come presidente di questo Gruppo?
Uno dei motivi per i quali partecipo a questo Gruppo da molti anni, è che sono di origine italiana anch";io: i miei bisnonni, infatti, si chiamavano Raffaele Leonardo Chiarello e Alzira Amelia Giffoni. E dal momento che ho avuto l";onore di essere stato eletto presidente del Grupo Parlamentar, ho avuto modo di visitare l";Italia in più occasioni, e di incontrare numerose personalità , tra le quali Giovanni Paolo II.
Tutti noi consideriamo questo interscambio e questi contatti con le nostre radici di estrema importanza sia come parlamentari, sia come persone perché scopriamo ogni giorno di più sempre nuovi elementi di contatto fra le nostre radici culturali e il Paese in cui siamo cresciuti.
In generale, cerchiamo di favorire il più possibile le relazioni fra il Governo brasiliano e quello italiano per fare in modo che la gente, i cittadini abbiano la possibilità d";intensificare le relazioni culturali fra il Brasile e l";Italia. Riteniamo di fondamentale importanza, per esempio, la cooperazione fra le università ma puntiamo molto anche sul mondo economico, sugli scambi commerciali e imprenditoriali, e sul trasferimento di know-how tecnologico. Il Brasile non importa molti prodotti italiani, ma abbiamo comunque una buona presenza di imprese italiane, con capitali italiani, che producono nel nostro Paese.
Quali sono i vostri rapporti con le istituzioni italiane e con i colleghi che siedono sui banchi del Parlamento di Roma?
Abbiamo ricevuto varie delegazioni italiane, qui a Brasilia, e abbiamo organizzato numerosi viaggi di lavoro dal Brasile all";Italia. Per parlare solo degli ultimi contatti, in ordine di tempo, abbiamo incontrato il deputato Luca Volontè e il sottosegretario agli Esteri, Mario Baccini, e con loro abbiamo programmato convegni, interscambi universitari e abbiamo parlato anche di investimenti di aziende italiane in Brasile.
Nel nostro ultimo viaggio, il coordinatore del Grupo Parlamentar Brasil/Italia, il deputato José Aristodemo Pinotti, ha tenuto una seguitissima conferenza all";Università La Sapienza di Roma.
Il Brasile è il Paese più «italiano» del mondo, e San Paolo è la più grande città «italiana» al di fuori dei confini nazionali. Quali reali prospettive di reciproco vantaggio possono scaturire da questa forte simbiosi tra i due Paesi?
Se è vero che il Brasile è il Paese più italiano del mondo, questo significa che ci sono moltissime famiglie italiane che hanno parenti in Brasile. È certamente vero che a San Paolo, in particolare, si respira aria italiana, tant";è vero che la pizza e la pasta fanno ormai parte delle abitudini quotidiane dei paulisti.
Io credo che sia necessario approfittare di questa simbiosi per far conoscere le ricchezze del Brasile a tutti gli italiani.
Lei è sposato con un";oriunda italiana, la signora Maria Aparecida Borghetti, anch";essa molto attiva politicamente. In quali aspetti della vostra vita familiare si manifesta questa «italianità »?
Io credo che mia moglie, Cida Borghetti, sia proprio una «vera» italiana: battagliera e dotata di grande comunicativa. Lei è deputata al Parlamento dello Stato del Paranà¡ ed è stata recentemente eletta tesoriera del Comites di Paranà¡-Santa Catarina. È l";unico parlamentare brasiliano che fa parte di un organo ufficiale della comunità italiana qui in Brasile, il che non potrà che agevolare ulteriormente i rapporti con i nostri fratelli italiani.
Molti non sanno che il Brasile è uno straordinario esempio, forse unico al mondo, d";integrazione razziale. È un Paese cosmopolita nel vero senso della parola, un vero esempio di civiltà che molti Paesi dovrebbero copiare. Anche gli italiani sono stati accolti favorevolmente e non hanno dovuto subire quelle discriminazioni che invece hanno sopportato in molti altri Paesi, compresi quelli europei.
Il Brasile è un Paese di tutti, un Paese uguale per tutti. Abbiamo, per così dire, il privilegio di poter dire che in Brasile non esiste discriminazione fra gruppi etnici, e sono convinto che il nostro esempio debba essere seguito in quelle parti del mondo dove si scontrano quotidianamente fazioni e gruppi religiosi per la conquista di territori o per imporre la supremazia di una etnia su di un";altra.
Il Brasile è un Paese straordinario, con potenzialità altissime. Eppure, almeno in Italia, l";immagine del Brasile è ancora legata a pregiudizi: si conoscono molto bene gli aspetti negativi (povertà , delinquenza, favelas, ecc.), ma non si sa nulla sulla sua alta tecnologia, sulle elezioni elettroniche, sui primati che può vantare in molti settori industriali, nella cultura, nelle scienze. Come si può far passare anche in Italia l";immagine più realistica del vostro Paese che a noi piace chiamare «Brasil Positivo»?
Personalmente credo che, purtroppo, sia normale che i problemi di un Paese siano posti sotto i riflettori della cronaca molto più dei fatti positivi. Ce ne rendiamo conto e stiamo lavorando anche su questo fronte. Grazie alla collaborazione dell";ambasciatore italiano Vincenzo Petrone, contiamo di poter dare, in Italia, un";immagine finalmente diversa del Brasile. Il nostro è un Paese che ha grandissime potenzialità , anche in campo turistico: 8 mila chilometri di coste, sole tutto l";anno nel Nord-Est, l";Amazzonia, le Cascate di Iguaà§u, ecc. È una ricchezza naturalistica che merita di essere conosciuta in tutta la sua bellezza anche perché il turismo può essere un";enorme fonte di sviluppo per il nostro Paese.
Sappiamo che i suoi incarichi politici l";hanno portata in Italia più di una volta. Che impressione ha avuto del nostro Paese?
Io vedo l";Italia come un Paese molto sviluppato. La gente è dinamica, allegra e lavoratrice. Devo dire che sono rimasto colpito anche dall";ottimo livello dei servizi e dei diritti dei cittadini. E, poi, l";enorme patrimonio culturale che viene dal passato, gli italiani che con le loro scoperte scientifiche hanno posto delle pietre miliari nella storia dell";umanità , il ruolo fondamentale della Chiesa. Insomma, ogni volta che vengo in Italia mi sento proprio come se fossi a casa mia.