Santità e devozione popolare
Ogni anno le celebrazioni in onore di sant";Antonio della Tredicina e della festa del 13 giugno, per il rilevante flusso di pellegrinaggi alla Basilica di Padova ripropone alla nostra riflessione il significato e il valore di una devozione divenuta universale. La nostra riflessione si allarga però al senso della devozione popolare alla Vergine Maria e ai santi: tema che ha mobilitato non solo teologi e pastoralisti, ma anche storici, sociologi e psicologi che hanno esplorato i diversi aspetti di questo complesso fenomeno.
La Chiesa rivolge alla pietà popolare una sua particolare attenzione affinché, suscitata e sorretta da Spirito di verità , sia manifestazione del «senso della fede» e del «senso dei fedeli»: testimonianza di un deposito di verità tramandate alla comunità cristiana e da lei custodite e approfondite. Il Concilio Vaticano II afferma che «la totalità dei fedeli non può sbagliarsi nel credere, e manifesta questa proprietà mediante il senso soprannaturale della fede in tutto il popolo quando dai vescovi fino agli ultimi fedeli laici esprime l";universale suo consenso in materia di fede e di costumi» Cf. Lumen gentium, 12. Tutti i fedeli sono dunque partecipi della comprensione e della trasmissione della verità rivelata.
Oggi si parla di una riscoperta dei valori della devozione popolare anche se permane il rischio che essa si esprima in forme intimistiche e individualistiche: distolga cioè il fedele cristiano dalla centralità del culto liturgico che pone Cristo Gesù come centro e fondamento della nostra fede. Contro tale tendenza, Paolo VI insegna che sul piano pastorale la religiosità popolare è una realtà da evangelizzare, pur rimanendo un";espressione di fede da cui lasciarsi evangelizzare, perché portatrice di valori ed energie che la religiosità istituzionale ha a volte mortificato. Nell";esortazione apostolica Evangelii nuntiandi del 1975, il compianto Pontefice dedicava alla religiosità popolare una pagina che rimane un punto di riferimento per quanti vogliono approfondire l";argomento: «essa manifesta una sete di Dio che solo i semplici e i poveri possono conoscere; rende capaci di generosità e di sacrificio fino all";eroismo quando si tratta di manifestare la fede; comporta un senso acuto degli attributi più profondi di Dio: la paternità , la provvidenza, la presenza amorosa e costante; genera atteggiamenti interiori raramente osservati altrove al medesimo grado: pazienza, senso della croce nella vita quotidiana, distacco, apertura agli altri, devozione» (n. 48).
La vita del cristiano trova sostegno e alimento nei sacramenti; ha la grazia di rivivere, nelle tappe dell";anno liturgico, i grandi eventi che Dio ha operato nella storia e la gioia di celebrare le feste della Vergine Maria e dei santi. La pietas del credente è così continuamente arricchita di grazia e, sull";esempio dei santi, di atteggiamenti interiori e di attenzioni verso la società in cui si è inserito, e di apertura verso i bisogni dei fratelli. La pietà popolare diventa allora preziosa riserva di virtù autenticamente cristiane, specialmente in ordine alla carità . Basta ricordare le istituzioni e le opere caritative fiorite attorno ai santuari, alla rete sommersa, e forse ancora poco conosciuta, di solidarietà scaturita dal cuore di tanti testimoni del vangelo della carità , religiosi e laici, d";ogni cultura e d";ogni continente. Un fenomeno, questo, che ci permette di affermare che la capacità di promuovere iniziative di solidarietà e d";amore verso i bisogni dei fratelli è una delle caratteristiche, forse la più costante ed evidente, della pietà popolare.
Vivendo accanto alla Tomba di un santo, nato a Lisbona nel lontano 1195 ma divenuto uno dei santi più venerati al mondo, sentiamo anche noi d";essere testimoni dei valori di una devozione popolare e universale. Sant";Antonio continua ad essere testimone dell";amore di Dio, indicandoci il vangelo come codice di vita; ma dal cielo egli continua a promuovere opere di solidarietà a favore dei fratelli in qualsiasi stato di bisogno. Quel pane benedetto che il Santo porge al povero e rimane uno dei simboli più presenti nell";iconografia antoniana, è ancora oggi emblema di tante iniziative di carità . Tra queste, ricordiamo quelle proposte nel mese di giugno dalla Caritas antoniana per attuare in alcuni territori dell";Africa dei progetti mirati a garantire a tanti bambini e alle loro mamme un futuro di vita.