Saudade d’Italia

06 Dicembre 1998 | di
 Architetto, presidente della Commissione cultura del Consites di Santa Catarina e Paranà , membro dell";Associazione Triveneta di Xaxim, Marilei crede nel futuro delle associazioni migratorie.

Ho incontrato Marilei Piana Giordani in occasione della sua partecipazione a un corso di architettura organizzato dal centro internazionale di studi palladiani di Vicenza, Cisap. Con lei e il marito Edgar Luis, che cura una rubrica radiofonica settimanale di cultura italiana, e con il piccolo Lukas, i miei contatti sono già  da tempo amichevoli. Nata e residente a Xaxim, una cittadina dello stato brasiliano di Santa Catarina, Marilei manifesta subito, a quanti hanno la fortuna di conoscerla, la fierezza per le sue origini italiane. Ricorda il bisnonno, nato a Poiana Maggiore, in provincia di Vicenza; è grata ai genitori per averle trasmesso l";amore per la sue radici. I ricordi e la gratitudine si estendono però anche agli antenati di Edgar, il cui bisnonno proveniva da Trento e la bisnonna, una Giacomelli, da Pordenone. Il legame con l";Italia è stato vivo fin dalla fanciullezza, tanto da motivare il suo desiderio di ricostruire la storia della famiglia. Attualmente, oltre al suo impegno nell";«Associazione Triveneta di Xaxim», Marilei è presidente della Commissione di cultura del Consites di Santa Catarina e Paranà . È già  venuta altre volte in Italia, ma quest";anno si è trovata con un gruppo di sette architetti, tutti discendenti di italiani, ai quali la «Vicentini nel mondo» ha offerto la possibilità  di frequentare un corso di architettura palladiana.

Msa. Questa esperienza è legata all";interesse professionale o al desiderio di conoscere in modo più approfondito la storia e l";arte della terra dei padri?

Piana Giordani. Penso che sia collegata a entrambi. Noi tutti, discendenti di italiani, quando siamo in Italia ci sentiamo a casa. È una sensazione provata assieme agli amici del corso, con i quali se i punti d";incontro erano i nostri interessi professionali, le motivazioni del rapporto di reciproca stima e di amicizia erano le comuni radici italiane. Provenienti da continenti diversi, avevamo gli stessi interessi, gli stessi sentimenti e abitudini perché eravamo in possesso della lingua, della cultura e del passaporto italiano. Il corso è stato valido e interessante, ma se non lo dimenticheremo è anche per i profondi sentimenti di amicizia che siamo riusciti a instaurare tra noi.

Quale arricchimento vi ha portato il corso?

Per tutti i cinquanta partecipanti, ma soprattutto per i sette architetti provenienti dall";estero, il corso ha rappresentato una crescita professionale e culturale. Già  all";università  avevamo conosciuto il Palladio e l";architettura del Rinascimento italiano, ma la cosa più importante è stato l";approfondimento, attraverso

In Brasile, cos";è rimasto nella memoria dei giovani dell";epopea migratoria dei loro padri?

Dopo l";ultima guerra, durante la quale si rischiava il carcere se si parlava in italiano o se si manifestava simpatia verso l";Italia, era rimasto quasi niente. Il compito delle associazioni italiane è stato di riattivare l";interesse per la cultura, la lingua e i rapporti con l";Italia, pensando soprattutto alle nuove generazioni. Oggi le associazioni sono in crescita e nei discendenti degli italiani si è risvegliato l";interesse per le proprie origini. Ho incontrato parecchie persone interessate a scoprire la provenienza dei loro nonni o bisnonni, partiti dall";Italia negli anni dei grandi flussi migratori di fine Ottocento o del primo Novecento: ma non conoscono né la regione, né il paese di provenienza.

Tenendo presente questo interesse, quale ruolo hanno le regioni e le associazioni italiane?

Le regioni possono rispondere alla domanda delle nostre comunità  con iniziative mirate. Molti discendenti di italiani hanno ancora l";idea dell";Italia lasciata da nonni o bisnonni, e le regioni, promuovendo viaggi per gli anziani e stage per i giovani, possono aiutarli a riscoprire la terra d";origine e ad approfondire la loro identità . Personalmente mantengo rapporti più intensi con le regioni del Veneto, del Friuli-Venezia Giulia e con la provincia autonoma di Trento; tra le associazioni, con la «Vicentini» e la «Bellunesi». La nostra «Associazione Triveneta di Xaxim» cerca di divulgare la cultura italiana, servendoci anche di programmi radiofonici. In questi ultimi anni sono aumentate le richieste per il riacquisto della doppia cittadinanza: anche questo è un segno importante.

Qual è il ruolo del Consites e quali sono i suoi rapporti con le associazioni?

Anche se non è facile far parte del Consites, il lavoro che esso svolge per le comunità  italiane è certamente positivo. Abbiamo promosso un servizio di informazione e coordinamento tra le associazioni italiane in preparazione alle votazioni per il nuovo Consites, con sede a Curitiba, che ha avuto luogo l";anno scorso. Lo stesso impegno si è rinnovato nel novembre scorso per l";elezione dei tre rappresentanti del Brasile al Cgie. Sono convinta che le associazioni di base possono avere prospettive e obiettivi nuovi: hanno tante cose da fare ed è necessario che il loro collegamento con le regioni e gli istituti nazionali italiani sia sempre più mirato e rispondente ai bisogni dei loro iscritti. La partecipazione alla votazione del Consites è stata rilevante per il sostegno delle associazioni. Abbiamo visto nei volti di tanti amici l";orgoglio di essere italiani; alcuni sono venuti a votare portando con sé documenti e foto di famiglia che garantivano la loro discendenza. Le associazioni devono però essere più consapevoli sul ruolo dei loro rappresentanti in seno ai Consites e nel Cgie: non è un ruolo di rappresentanza politica-partitica, ma un impegno che la persona eletta assume per rispondere alle attese di quanti essi rappresentano. L";esperienza ci insegna, infine, che è necessaria una maggiore intesa tra i programmi dei Consites e le iniziative delle singole associazioni.

Quali sono gli obiettivi della Commissione di cultura che lei presiede?

Tra i progetti ha avuto un posto prioritario lo sviluppo dei corsi d";italiano. Se i discendenti di italiani non conoscono la lingua della terra d";origine, con difficoltà  potranno apprenderne la cultura e instaurare dei rapporti con le istituzioni che la rappresentano. Abbiamo inoltre cercato di promuovere delle borse di studio a favore di giovani discendenti di italiani, distintisi per serietà  e impegno. Un altro progetto riguardava una mostra d";architettura veneta e italiana: un progetto che richiedeva anche delle risorse economiche. Come membri del Consites, siamo infatti dei volontari e se dal ministero degli Esteri italiano non c";è un sostegno economico, tante iniziative rimangono irrealizzate. Come «Associazione Triveneta di Xaxim», che aggrega circa cento soci, vorremmo realizzare un progetto di recupero e restauro di alcune piccole chiese in legno costruite dai nostri nonni o genitori nei primi decenni del loro insediamento. Sono testimonianze della fede dei nostri padri e non vogliamo che questo patrimonio storico vada perduto.

Le iniziative dell";Utrim hanno lasciato un seguito?

I convegni organizzati dall";Utrim negli stati di Santa Catarina, di Espirito Santo e, nel maggio del 1997, a Buenos Aires hanno avuto una grande risonanza. Ora c";è molta attesa per il convegno del 2000, che avrà  luogo a New York. Come associazioni, noi cerchiamo di promuovere l";adesione dei nostri giovani all";Utrim. Chi frequenta l";università  è però troppo impegnato nello studio, mentre è più facile l";adesione di giovani da poco inseriti nel mondo professionale.

Che rilievo hanno, in Brasile, i programmi radiofonici in lingua italiana?

Sono strumenti e occasioni per promuovere la conoscenza non solo della lingua ma anche della cultura italiana. Mio marito cura uno di questi programmi diffusi, in lingue diverse, negli stati di maggiore concentrazione migratoria. Il programma si intitola: Cultura italianissima e da Xaxim raggiunge le regioni dell";Ovest di Santa Catarina, i territori di Rio Grande do Sul e del Paranà . La radio è uno strumento che arriva in ogni casa e incrementa un tipo di rapporto che la televisione non riesce a instaurare. Per tanti discendenti di italiani che parlano e capiscono solo il dialetto, questi programmi servono per introdurre in famiglia l";uso dell";italiano corretto, mentre i contenuti e le informazioni avvicinano maggiormente il Brasile all";Italia. A Edgar questo appuntamento, ogni sabato, è divenuto un impegno e una passione. Cultura italianissima trasmette anche il programma radiofonico Incontri del Messaggero di sant";Antonio: un servizio informativo settimanale di grande utilità . Piacciono in modo particolare le rubriche sulle regioni italiane, sulle attività  associative, sulla previdenza, sull";identità  dei giovani, perché rispondono alla domanda di tanti amici. In questa fase di globalizzazione non possiamo perdere le nostre radici, anzi dobbiamo incrementare il rapporto tra le comunità  italiane sparse nei cinque continenti.

 

Data di aggiornamento: 03 Luglio 2017