A scuola di famiglia
Mamma e papà tornano sui banchi di scuola. Nell`ex seminario di Fano, durante il mese di luglio, ci si sveglia presto, si fa colazione tutti insieme e poi i genitori si infilano in aule austere salutando, loro malgrado, i figli. I bambini più piccoli vengono affidati alla pazienza di animatrici e baby sitter che combattono con le matite colorate, provano i vestiti per le favole, riscoprono filastrocche dimenticate, ma soprattutto fronteggiano le frequenti crisi di pianto dei piccoli che «rivogliono» la mamma. I ragazzini, sotto la guida di altri volontari, organizzano velocemente un caos degno delle più gustose vacanze: un giro in giardino, una partita di pallone, uno striscione gigante da disegnare e via dicendo.
Nel primo pomeriggio, alcuni riposano, altri se ne vanno a fare una gita nei dintorni, ma quasi tutti si ritrovano sulla spiaggia di Fano per continuare a vivere insieme quella scelta e quell`esperienza che li unisce al mattino. Sì, perché tornare a prendere appunti, studiare, leggere, ma soprattutto dedicare le energie durante le vacanze per approfondire i temi dogmatici, etici, storici, antropologici e morali della dottrina cattolica sulla famiglia è una scelta impegnativa e importante. Significa aver costruito una famiglia e vivere quest`esperienza senza ripiegarsi sulle mille difficoltà quotidiane, significa essere disposti a rimettere sempre in discussione quello che non va, ma soprattutto voler portarne testimonianza nella propria diocesi e nella realtà in cui si vive.
Fabio e Laura
Tullia, sei anni, Tecla, cinque, Tosca, quasi tre e Tamara, quindici mesi, sono le quattro bambine di Fabio Trevisan, imprenditore veronese, e Laura Lavelli, insegnante di lingue provvisoriamente casalinga a tempo pieno. Teresa, la più piccolina, «assistito» a tutti i due anni di corso che si organizzano a Fano: prima, durante la gestazione, poi, a pochi mesi, curata dalla mamma in una saletta collegata all`aula da un ricevitore. «Abbiamo saputo di quest`iniziativa dall`associazione 'Famiglie italiane'», racconta Laura. «Mia moglie è molto aperta a tutte le iniziative, nonostante gli evidenti carichi familiari ` sottolinea il marito `. E di solito, di fronte alle novità , lei ha sempre partita vinta. Io ho difficoltà a lasciare la mia attività in questo periodo, ma devo riconoscere che il bilancio dell`esperienza è molto positivo».
Laura, tra un bimba che se n`è andata a fare il bagno e l`altra che litiga con la sabbia, spiega: «Se non ci si nutre a livello spirituale, se non si attinge a una fonte superiore, la vita e l`impegno dei figli ti inaridiscono molto. La grande fatica indispensabile nella gestione di una famiglia deve essere sorretta da una motivazione molto forte e da una scelta cattolica che viene continuamente riconfermata: questa è un`occasione per farlo».
Fabio aggiunge alle parole della moglie: «Il modello associativo è validissimo e ineludibile, significa partecipare a un progetto di realtà e società cattolica, ma esiste un problema di carattere culturale, cioè l`importanza di calare nel quotidiano una presenza cattolica seria e non banale: ridurre la fede e la famiglia a fatto privato ha risvolti estremamente negativi».
Paolo e Angela
Lui avvocato, lei biologa, entrambi di Messina, hanno vissuto l`esperienza dei corsi sulla pastorale familiare accanto a quella dell`affido di una bambina di nove anni. Provengono da ambienti e da esperienze diversi, ma ora, nel loro dialogo, le parole di uno completano la frase dell`altro. «Ci siamo conosciuti facendo volontariato: entrambi seguivamo un gruppo di disabili psichici» ricordano. «Io mi ero convertito da poco, allontanandomi da tutt`altre abitudini ` confida Paolo ` mentre mia moglie si stava riavvicinando alla fede dopo un periodo molto difficile. Il nostro è stato un fidanzamento breve e burrascoso. Aver colto l`opportunità di approfondire i valori cristiani della famiglia è stata una grazia: ci siamo sposati con un obbiettivo vago e forse i nostri caratteri avrebbero potuto allontanarci».
«Spesso, scherzando ` incalza la moglie ` dico ai nostri amici che noi ci siamo fidanzati dopo il matrimonio: solo dopo sposati abbiamo acquisito la consapevolezza del sacramento e abbiamo iniziato a viverne la progettualità cristiana. Frequentare questo corso di studi ci ha permesso di riscoprire l`importanza del dialogo e la bellezza della preghiera all`interno della coppia». Ora Paolo e Angela hanno completato con serenità l`iter per l`idoneità all`adozione, sono disponibili all`affido e coltivano un sogno nel cassetto: creare a Messina un centro di spiritualità dedicato alla famiglia.
Aldo e Giuliana
Aldo Colombo, ingegnere, e Giuliana Nocco, pittrice, sono una giovane coppia di Varese che sta realizzando il proprio sogno. Si sono conosciuti giovanissimi in parrocchia, si sono sposati dopo un lungo fidanzamento che ha permesso a entrambi di concludere gli studi e ora nella loro famiglia ci sono tre bambini piccoli: Raffaele, sei anni, Andrea, quattro e la piccola Lucia. «Dopo il matrimonio, attraverso il 'Forum delle famiglie' ` dice Aldo ` abbiamo scoperto la famiglia nella sua dimensione di valore cristiano da salvaguardare nell`ambito sociale. Partecipare ai corsi di Fano poteva sembrare un impegno noioso e molto pesante, invece, dopo le prime lezioni, io e mia moglie ci siamo resi conto che queste sono strutturate in maniera agevole e interessante. È stato un arricchimento sotto il profilo culturale, una presa di coscienza della nostra maturazione cristiana di coppia e della volontà di renderne testimonianza».
Una testimonianza che si è resa concreta con il progetto «Casa mia», una casa aperta a cui possono accedere bambini fino ai dodici anni, affidati a educatori e animatori, anche in compagnia di genitori, nonni e parenti. «Il progetto vuole educare alla convivialità , alla condivisione di alcuni momenti cardine della giornata, ma soprattutto, attraverso la lettura, il gioco, le attività artistiche, vuole far riscoprire a ciascuno il valore della propria persona e delle proprie doti».
A sera, mentre i ragazzini sono stanchi, i piccoli si sono già addormentati in braccio di mamma e papà , le coppie si siedono in circolo, parlano, discutono, si scambiano proposte e critiche per approfondire l`esperienza di vita e di studio con cui si stanno confrontando.
A c olloquio con monsignor Sergio Lanza, preside del Pontificio istituto pastorale «Redemptor Hominis» presso la Pontificia università lateranense e direttore del Centro interdisciplinare lateranense Msa. Quali sono le esigenze a cui intende rispondere il corso triennale di formazione per operatori di pastorale matrimoniale e politiche familiari?
LA FAMIGLIA ALL`ORIGINE DELL`UMANITà
Lanza. Quest`itinerario accademico è nato quattro anni fa per iniziativa dell`istituto «Giovanni Paolo II» di studi su matrimonio e famiglia e dell`Ufficio nazionale per la pastorale della famiglia della Conferenza episcopale italiana diretto da monsignor Bonetti. Lo scopo è di aiutare coppie e famiglie, sensibili alla prospettiva cristiana e disposti a impegnarsi nell`evangelizzazione, a diventare parte attiva nella pastorale promuovendo e vivendo la visione cattolica del matrimonio e della famiglia. Oggi, si sa, è notevole la divaricazione culturale tra i valori della fede e la mentalità diffusa; la ripetizione verbale della fede e della morale cattolica non è certo sufficiente. Si è pensato, dunque, di proporre una trattazione sistematica, pur sintetica, dei fondamenti, delle elaborazioni e delle indicazioni proprie della fede cattolica su matrimonio e famiglia.
Com`è organizzato il corso e quali sono i temi dibattuti?
A partire da quest`anno, il corso, scandito inizialmente in un biennio, si articola in tre cicli di studio e affronta le questioni del matrimonio e della famiglia dal punto di vista biblico, dogmatico, antropologico, etico, storico e pastorale.
Il riscontro suscitato da quest`iniziativa è positivo?
Le richieste di partecipazione talora sono superiori alle possibilità di ospitalità ; i corsisti, poi, esprimono soddisfazione e apprezzamento, ma anche rilievi, proposte e suggerimenti. Questo significa che l`ambiente non limita la possibilità di critica.
La maggioranza delle coppie che hanno preso parte ai corsi sono molto giovani. Come valuta questo dato?
Si tratta di coppie che desiderano impostare in un certo modo la loro vita familiare: probabilmente hanno maturato una sensibilità di impegno cristiano già prima del matrimonio e non intendono ripiegare dinanzi ai problemi. Questa partecipazione è il segnale di una realtà ecclesiale viva.
Traendo spunto da questo percorso formativo, quale messaggio ritiene opportuno indirizzare alle famiglie oggi?
La famiglia non si salva grazie a semplici esortazioni, ma attraverso la riscoperta di principi e valori profondi che rendono la vita migliore e più degna di essere vissuta. È importante muoversi in questa direzione senza lasciarsi irretire da alcune propensioni diffuse nella cultura contemporanea a considerare la famiglia come residuato di un mondo ormai obsoleto. Dobbiamo ricordare che l`origine della famiglia coincide con l`origine stessa dell`umanità .
PER ISCRIVERSI AL CORSO
I corsi estivi organizzati dal «Centro interdisciplinare di formazione permanente» della Pontificia università lateranense si terranno quest`anno a Fano, secondo il seguente calendario: dal 2 al 15 luglio inizierà il primo corso, dal 16 al 29 sarà la volta del secondo. Il corso conclusivo del triennio si terrà a Roma, presso il Collegio lateranense. Un servizio di animazione e baby sitter (anche nel corso di Roma) . |