Sette anni in marina
Ricevo una pensione dall'Italia in quanto il mio defunto marito aveva maturato un lungo servizio militare sulla nave-ospedale 'Toscana'. Tale servizio, durato circa sette anni, mi ha dato diritto a una pensione per superstiti di circa 25 mila lire al mese. Scrivo al 'Messaggero' perché mi dica se per così tanti anni la pensione non dovrebbe essere superiore.
Maria Picinich
Cliffside Park, Usa
Rammento che la pensione di reversibilità è calcolata per le vedove nella misura del 60 per cento della pensione del dante causa al momento del decesso. Se, per esempio, suo marito fosse già stato pensionato dall'Italia e avesse ricevuto una regolare pensione dall'Inps, a lei spetterebbe il 60 per cento. Il discorso cambia se la sua pensione fosse stata richiesta in tempi successivi al decesso di suo marito. Per darle una risposta più precisa dovrebbe farci sapere se suo marito era già titolare di pensione italiana e, in questo caso, a quanto ammontasse mensilmente.
Conviene rivolgersi
a un avvocato?
'Vi mando una copia della lettera che ho ricevuto dal Belgio. L'impresa per la quale ho lavorato in tale paese non mi ha versato i contributi. Pertanto, credo che debba rivolgermi a un avvocato per vedere riconosciuti i miei diritti. Desidero un vostro aiuto e suggerimento'.
Dorino Di Fabrizio
Montréal, Canada
La fotocopia della lettera dell'ente belga per le pensioni, che lei ci ha inviato, dice testualmente: 'Per quel che concerne la vostra domanda di pensione di vecchiaia come lavoratore salariato, inviata l'8/6/96 si conferma quanto già stabilito con la nostra del 7/12/92 e del 28/4/95 in quanto non ci sono pervenuti elementi di novità '.
Con il solo documento da lei inviato senza alcuna indicazione precisa di come la sua domanda è stata respinta, e senza alcuna indicazione dei periodi di lavoro da lei maturati in Belgio, non siamo in grado di darle una risposta esaustiva. In quanto all'avvocato, le consiglio invece di sentire un patronato, anche perché di questi hanno uffici anche in Belgio.
Un condono per le
trattenute da indebito
'Cominciai a lavorare nel lanificio Rossi di Pieve, in provincia di Vicenza, nel 1939 fino all'agosto del 1958. Il 30 agosto di quell'anno tornai in America dove ero nata 3 novembre 1924. Negli anni Settanta ascoltavo per la radio un programma in cui un certo padre Cogo, direttore dell'Acli Acim (American committee italian migration) parlava delle pensioni italiane. Per sette anni, poi, feci i versamenti volontari. A 56 anni, sempre per mezzo dell'Acim, feci domanda di pensione. Circa tra anni dopo, ricevetti il primo pagamento con gli arretrati. Fino all'età di 65 anni non ho avuto problemi. Nel novembre del 1989 ho ricevuto una lettera, e da allora ho ricevuto l'importo di lire 20.000. Dopo di che, con la signora Londino, impiegata presso l'Acim, abbiamo scritto tante lettere ma senza risultato. Mi dicevano che io non avevo versato i contributi necessari per la pensione, cosa che non è possibile. Se non avessi avuto tutti i contributi pagati, non mi avrebbero neanche fatto le pratiche. Nello stesso periodo mi mandarono i moduli da compilare per la pensione di vecchiaia. Tramite l'Acim li ho compilati e rispediti. Ma, poi, mi hanno risposto che non li avevano neppure ricevuti. Sono andata subito alla Social Security e mi hanno consegnato una copia dei moduli inviati tre anni prima. Ho spedito tutto tramite raccomandata e dopo poco ho iniziato a ricevere la pensione notevolmente ridotta rispetto alla prima, e senza mai ricevere gli arretrati. Mi hanno scritto in seguito, dicendomi che avrebbero trattenuto una quota sulla pensione finché il debito non fosse stato pagato totalmente. Io penso che qualche altra persona riceve la mia pensione. Non ho mai ricevuto risposta. Dopo sei o sette anni che ricevo la pensione ho eliminato tutte le carte pensando che non mi servissero più, ma sono sicura che negli uffici di Vicenza ci sono ancora tutte'.
Teresa Delle Tezze
North Bergen, Usa
Ho letto la documentazione che lei ha accluso alla sua richiesta, e appare subito che la sua pensione è ridotta in quanto l'Inps sta trattenendo un indebito maturato. Infatti, lei dal 1/10/87 al 31/3/93 avrebbe percepito una pensione italiana integrata al minimo pur percependo una pensione dagli Usa. Leggiamo inoltre che è stata molto diligente a segnalare all'Inps, in data 6/6/89 l'avvenuto pagamento della pensione statunitense. Purtroppo lei non ha alcuna responsabilità su quanto l'Inps ha versato in più (come noto l'integrazione al minimo viene data solo se la pensione italiana aggiunta a quella estera complessivamente non supera l'integrazione al minimo prevista dalla legge); ma con le attuali disposizioni l'Inps può recuperarla in quanto purtroppo (e noi non siamo d'accordo) la legge prevede che la pensione in convenzione internazionale è provvisoria fino alla definizione del pro-rata estero. Proprio perché è provvisoria, e quindi non definitiva, si è proceduto al recupero.
Prima osservazione: lei poteva richiedere l'estinzione del debito nella misura di un quinto della pensione italiana. Ma vi è un'ulteriore novità positiva per lei. Dal gennaio di quest'anno è entrata in vigore una legge italiana (e questo vale anche per l'estero) che prevede il non pagamento degli indebiti se il pensionato nel 1995 aveva un reddito Irpef inferiore ai 16 milioni di lire. Se il suo reddito è superiore, viene condonato un quarto dell'intera somma, e il rimanente viene recuperato nella misura di 1/5 della pensione italiana. È opportuno che lei si rivolga immediatamente al suo patronato.