Stati Uniti. In corsa per sant’Antonio

20 Giugno 2014 | di

Dal 1909 è diventato un appuntamento fisso di Jessup, in Pennsylvania. È la Festa dei ceri, che unisce idealmente la piccola cittadina statunitense a Gubbio, dove una simile tradizione è viva fin dal Medioevo. Quest’anno, in migliaia si sono riversati in strada per partecipare all’evento. Tra loro, Michael Cappellini, nato a Jessup da genitori italo-americani, legato da sempre, come tutti in città, alla festa in onore di sant’Ubaldo.

«I miei bisnonni – spiega il giovane – arrivarono negli Stati Uniti negli anni ’20 del secolo scorso. A Jessup sapevano di poter contare su una piccola comunità. Chi li aveva preceduti aveva dato vita a una vera e propria colonizzazione nelle zone minerarie della regione. I miei avi lasciarono un’Italia segnata dalla tragedia della prima guerra mondiale. Negli Stati Uniti trovarono una vita più tranquilla e tanti conterranei pronti a dare una mano».

Michael Cappellini lavora per il governo della Pennsylvania. Si occupa di vendite immobiliari e di ricerche nel campo della giurisprudenza. Non ha mai rinunciato al filo che lo lega alle sue origini, impegnandosi fin da giovanissimo nell’organizzazione della locale Festa dei ceri, in una città che esibisce con orgoglio le insegne italiane (Mannelli, Ercoli, Pascolini, Lou Menichetti, per citarne alcune) accanto a quelle inglesi. «Ho l’onore di far parte dei ceraioli di sant’Antonio, ed è sempre con grande emozione che corro lungo le strade di Jessup portando in spalla una parte della macchina dei ceri per far primeggiare la mia corporazione. La mia famiglia appartiene al cero di sant’Antonio e io sono orgoglioso di perpetuare questo legame di devozione. Un orgoglio che cerco di trasferire anche nella vita quotidiana. Faccio parte della S. Ubaldo Society che, da anni, organizza la manifestazione. Insieme ad altri giovani italo-americani mi batto per smantellare quegli stereotipi che da anni sono affibbiati alla nostra comunità. Quando ci incontriamo, cerchiamo di parlare in italiano, per non perdere questo straordinario patrimonio». Sant’Ubaldo, san Giorgio e sant’Antonio rappresentano una parte importante della vita quotidiana degli italiani della città. Così Michael non si è tirato indietro nemmeno nell’edizione 2014, vestendo i colori del cero di famiglia.

«La festa è un momento importante della vita di questa comunità, ma non rappresenta l’unico tratto della storia legata alle radici italiane della città. Ci siamo gemellati con Gubbio e il dialogo con i concittadini che vivono in Italia è continuo. Durante l’anno, poi, ci sono varie occasioni per rinfrescare la tradizione. Ho la fortuna di avere a pochi passi anche i miei nonni che sono una fonte inesauribile di informazione. In famiglia cerchiamo di non dimenticare le nostre radici, a cominciare da quelle legate alla cucina».

 
 

Data di aggiornamento: 03 Luglio 2017