Una scuola per l’Europa
Quattro istituti superiori europei hanno collaborato a un'iniziativa che, analizzando i problemi dell'emigrazione e dell'immigrazione, ha incoraggiato gli studenti ad aprirsi alla multiculturalità e alla tolleranza.
L'unità europea non può essere soltanto il risultato di freddi calcoli ragionieristici o di rigidi parametri economici, ma piuttosto l'incontro di popoli diversi, amalgamati insieme dai vincoli della conoscenza e dell'accoglienza reciproca.
Ne è una limpida dimostrazione l'esperienza portata avanti dal Liceo 'G. B. Brocchi' di Bassano del Grappa (Vicenza) e dal Lycée de Garà§ons di Esch-sur-Alzette (Lussemburgo), in collaborazione con gli istituti di Leoben (Austria) e di Tollose (Danimarca).
Da circa due anni, infatti, i licei di questi quattro Paesi europei stanno lavorando a un progetto comune di analisi e di studio volto a verificare come sia possibile salvaguardare e valorizzare l'identità culturale di ciascuna nazione nell'incontro con culture ed etnie diverse.
Questa singolare iniziativa, che si è mossa nell'ambito del Progetto 'Comenius', promosso dall'Unione europea, ha spinto gli studenti ad affrontare, in modo sistematico e consequenziale, lo studio della storia europea del ventesimo secolo. Due classi del Liceo 'G.B. Brocchi' di Bassano del Grappa e del Lycée de Garà§ons di Esch-sur-Alzette hanno affrontato il tema, particolarmente attuale, dell''Emigrazione nella storia nazionale e locale, dagli inizi del secolo ai nostri giorni, e la sfida della nuova immigrazione'. Il liceo danese si è occupato dell'analisi della ricchezza del patrimonio artistico e della propria identità culturale; mentre il liceo austriaco ha evidenziato il patrimonio economico e industriale della propria regione.
Ciascun liceo ha svolto dapprima una rigorosa ricerca e raccolta, nel proprio territorio, di documenti e testimonianze sul fenomeno migratorio, sia interna (interregionale) che esterna (sovranazionale).
In particolare, i licei di Esch-sur-Alzette e di Bassano hanno analizzato il materiale raccolto; poi, dopo aver focalizzato i problemi e i disagi più gravi vissuti dagli emigrati, gli studenti hanno approfondito e interpretato anche il fenomeno dell immigrazione, più immediatamente vicina alla loro esperienza quotidiana.
Con i dati in loro possesso, i due licei si sono incontrati nel 1996 a Bassano del Grappa, e poi a Esch-sur-Alzette, in Lussemburgo, dove particolarmente significativa è stata l'affluenza dei connazionali italiani (fino a raggiungere punte del 44%). Qui, nel corso di una settimana di intensi scambi di informazioni, dal 6 al 12 ottobre scorso, i ragazzi e i professori dei quattro licei europei hanno partecipato a un convegno durante il quale sono stati presentati i risultati dei lavori attraverso dibattiti, relazioni, servizi radiofonici e televisivi e una mostra allestita presso il Teatro municipale di Esch-sur-Alzette, dall'associazione 'Vicentini nel mondo' del Lussemburgo, in collaborazione con la sede nazionale della città berica. Parallelamente a questa iniziativa, dal 25 ottobre al 15 novembre, anche a Bassano, a conclusione del progetto 'Comenius', è stata presentata la documentazione raccolta, oltre a una mostra fotografica di oltre 200 immagini, allestita al piano nobile del liceo 'G.B. Brocchi'. A coordinare l'attività degli studenti sono stati i professori Renzo Zarpellon per il 'G.B. Brocchi' e Giuseppe Boggiani per il liceo di Esch-sur-Alzette.
Insomma i ragazzi hanno compreso come non sia possibile varcare le soglie del terzo millennio pensando solo di poter vivere isolati o arroccati entro i confini della propria cultura.
'Di fronte al fenomeno dell'immigrazione - hanno affermato i ragazzi stessi - spesso ci si dimentica che anche i nostri connazionali andarono a cercare fortuna in altri Paesi dove l'economia era più prospera. Certo non sempre ebbero vita facile e vennero aiutati; ma se in passato sono stati commessi degli errori, occorre non ripeterli anche oggi!'. Questo modo nuovo e diverso di fare scuola ha permesso ai ragazzi di perfezionare la conoscenza di diverse lingue straniere, ha favorito una più corretta conoscenza della storia nazionale ed europea, e ha incoraggiato il loro avvicinamento ai mezzi della comunicazione e dell'informatica. Coordinati dai loro insegnanti, i ragazzi hanno appreso una metodologia scientifica e tecnica che li ha allenati a indagare e interpretare anche complesse vicende e problematiche, come quelle racchiuse in quest'ultimo scorcio di millennio.
I risultati di questo lungo cammino sono stati pubblicati nel volume 'Temps de migrations - Tempi di emigrazione' che raccoglie foto d'epoca, statistiche, bilanci, dati e testimonianze che documentano la sofferta vicenda umana di tanti uomini, donne e bambini coinvolti nella dura esperienza dell'abbandono della propria terra.
Tuttavia, ciò che maggiormente colpisce è la precedenza preferenziale che i ragazzi hanno riservato al racconto diretto di storie, di vite e di sacrifici di tanti emigrati, insieme anche alla testimonianza di numerosi immigrati di oggi, per lo più provenienti dall'Est europeo e dall'Africa, e che sembrano inesorabilmente destinati a rivivere quelle medesime avversità .
Gli studenti non si sono accontentati di raccogliere, nelle loro indagini, solamente i dati macroscopici di un fenomeno o di un disagio ma hanno cercato, piuttosto, di riscoprire il contesto storico precedente che ha preparato o provocato una determinata povertà . Questo li ha condotti a capire che la storia non è frutto del caso, ma più spesso è il prodotto di precise scelte sociali e politiche, troppo frequentemente errate: ogni forma di miseria e indigenza, in particolare, risultano essere state il frutto di egoismi e di intolleranze culturali.
Una classe di ragazzi, nel presentare le conclusioni del proprio lavoro, ha scritto: 'Ci auguriamo che il nostro lavoro possa permettere a ognuno di noi di riflettere su nuovi rapporti di convivenza necessari in una società che, alle soglie del nuovo millennio, deve trovare un giusto equilibrio per essere multietnica. La discriminazione e l'intolleranza verso chi pratica religioni, usi o costumi differenti dai propri, restano ancora problemi aperti nel nostro paese e nel mondo. Troppo pochi ancora vedono gli immigrati come un tramite per una conoscenza più approfondita di culture diverse. Il nostro scopo è quello di sensibilizzare tutti su questo argomento, di rendere note le dimensioni del problema nella speranza di una più ampia collaborazione'.
I risultati che questo progetto ha prodotto sono stati determinanti per i ragazzi che hanno contribuito attivamente alla sua realizzazione, ma possono certamente diventare una costruttiva e interessante provocazione per molte altre scuole, affinché, finalmente, si concretizzi il rinnovamento delle metodologie e dei contenuti dell'educazione, in una dimensione europea, dove interdisciplinarità , multiculturalità , solidarietà , tolleranza e conoscenza reciproca dovrebbero costituire lo stile e il metodo formativo abituali.
Ripensando al senso di una così singolare esperienza, la preside del Liceo 'G.B. Brocchi' di Bassano del Grappa si augura che davvero la scuola riesca a preparare gli alunni 'a essere cittadini responsabili e capaci di svolgere un ruolo significativo nel proprio paese e nell'Europa di domani'.