Una vita per lodare Dio

Il prossimo 17 febbraio si celebrerà con particolare solennità la ricorrenza della traslazione del corpo di sant’Antonio, popolarmente detta «Festa della lingua del Santo».
07 Febbraio 2002 | di

Nel cuore del freddo mese di febbraio c`€™è un giorno speciale per la basilica. A Padova, sant`€™Antonio, non viene festeggiato solo il 13 giugno ma anche in occasione di una particolare ricorrenza, che quest`€™anno cade il 17 del mese: la festa della traslazione delle reliquie del Santo, popolarmente detta Festa della lingua.

Questo nome lo si deve a un avvenimento accaduto nel 1263, a trentadue anni dalla morte di sant`€™Antonio, quando i frati decisero di trasferire i suoi resti mortali nella nuova basilica costruita accanto alla chiesetta in cui era stato inizialmente sepolto. Nell`€™aprire la cassa di ruvido legno che conteneva le spoglie, il ministro generale dei francescani, Bonaventura da Bagnoregio (dichiarato successivamente santo da papa Sisto IV), si accorse con stupore che la lingua di Antonio era ancora intatta, senza i segni di decomposizione che avevano consumato il resto del corpo. Mostrando la preziosa reliquia ai fedeli, san Bonaventura esclamò: «O lingua benedetta, che hai sempre benedetto il Signore e lo hai fatto benedire dagli altri, ora si conosce quanto sono stati grandi i tuoi meriti presso Dio».

Da allora le ossa del Santo sono custodite in un`€™urna di marmo, posta inizialmente nel mezzo della basilica sotto la cupola centrale, e dal 1350 nella cappella dell`€™Arca collocata sul lato sinistro della chiesa. La lingua incorrotta fu posta invece in un prezioso reliquiario ed è ancora visibile, insieme alla reliquia del mento, nella cappella circolare dietro l`€™abside.

Toccando la tomba di Antonio o guardando le sue reliquie, milioni di pellegrini esprimono con semplicità  e fede la loro richiesta, il loro grazie, o la loro invocazione a Dio attraverso l`€™intercessione del Santo.

Eppure non sono pochi quelli che mettono in dubbio l`€™autenticità  cristiana di questo modo di pregare e di esprimere la propria devozione. Alcuni arrivano a dire che la venerazione delle reliquie dei santi sarebbe un culto un po`€™ superstizioso, poco spirituale e senza fondamenti nella Bibbia. Proprio la Bibbia invece, nell`€™Antico Testamento, ci dice quanto le reliquie del patriarca Giuseppe fossero tenute in considerazione da Mosè, in contrasto con la legge ebraica che proibiva di toccare le ossa. Ci dice, inoltre che quelle del profeta Eliseo erano ritenute miracolose (vedi 2Re 13,21). Negli Atti degli Apostoli poi si racconta che i primi cristiani mettevano sopra i malati fazzoletti con cui avevano toccato san Paolo, e che le «malattie cessavano e gli spiriti cattivi fuggivano». Marco ci dice addirittura che la gente, quando passava Gesù, era contenta anche solo di toccare la frangia del suo mantello, e che quanti la toccavano erano guariti.

È chiaro che è la fede di chi prega a ottenere da Dio la grazia, secondo la sua volontà , ma poiché siamo uomini e donne in carne e ossa, abbiamo bisogno di poter esprimere la nostra fede anche attraverso gesti concreti. Per questo la Chiesa ha sempre approvato il desiderio di quanti vogliono dimostrare il loro affetto a un santo, anche venerando il suo corpo e chiedendo una grazia davanti alle sue reliquie.

Il catechismo della Chiesa cattolica ci ricorda che è il «senso religioso del popolo cristiano» ad aver trovato, in ogni tempo, modi di esprimersi e forme diverse di preghiera che prendono il nome di religiosità  popolare. Le visite ai santuari, i pellegrinaggi, le processioni e la venerazione delle reliquie dei santi sono facce diverse di questa religiosità , che non può mai dimenticare, però, il posto unico che spetta alla Parola di Dio e alla persona di Gesù Cristo nella vita di fede.

La festa della lingua di sant`€™Antonio ci aiuta a tenere insieme questi aspetti e a comunicarci un significato profondo: attraverso il prodigio della lingua incorrotta, ancora visibile ai nostri occhi, veniamo invitati da sant`€™Antonio a riscoprire il Vangelo che egli ha predicato instancabilmente e con totale dedizione.

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Febbraio in Basilica 

La Festa liturgica della lingua del Santo cade domenica 17 febbraio. Alle ore 17 è in programma una solenne celebrazione eucaristica presieduta dal delegato pontificio, arcivescovo Francesco Gioia. Al termine della cerimonia, all`€™interno della Basilica, avrà  luogo la processione con la reliquia del mento di sant`€™Antonio portata a spalle dai membri della Pia Unione Macellai-Militi dell`€™Immacolata. Alla tradizionale celebrazione in basilica sono particolarmente invitati i confratelli dell`€™Arciconfraternita di Sant`€™Antonio e le sorelle e i fratelli dell`€™ordine francescano secolare.

Il 13 febbraio, mercoledì delle ceneri, alle ore 17, si terrà  una celebrazione penitenziale di inizio Quaresima con l`€™imposizione delle sacre ceneri.

Sabato 16 febbraio è previsto, invece, un incontro di preghiera per l`€™inizio Quaresima. Ci si incontrerà  nell`€™oratorio di San Giorgio alle ore 21. La preghiera si potrarrà  per tutta la notte per concludersi alle 7 del mattino successivo.

Sempre nell`€™oratorio di San Giorgio, giovedì 21 febbraio, alle ore 21, ci sarà  l`€™adorazione eucaristica mensile per la pace nel mondo.

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Il capitello di Resana

Grande affluenza e partecipazione per la recente inaugurazione del restaurato capitello di Sant`€™Antonio (nella foto) in via Bassa a Resana, in provincia di Treviso. Alla cerimonia, insieme ai numerosi devoti del Santo, erano presenti ben quattro sacerdoti.

Sostenitore di questa bella iniziativa è stato padre Olindo Baldassa, già  rettore della basilica del Santo, legato dalla nascita a questo «piccolo tempio antoniano».

L`€™origine del capitello risale a circa settanta anni fa quando fu costruita la struttura in muratura per collocarvi l`€™immagine del Santo che era appesa a un olmo. A causa delle nuove esigenze di viabilità  all`€™incrocio di due strade e delle precarie condizioni del manufatto, era ormai necessario provvedere a spostare il capitello e renderlo quindi anche dignitoso ed elegante, conservando quanto più era possibile dell`€™antico. Novità  assoluta è l`€™elegante campanile sormontato da una campana che richiama con i suoi rintocchi i tanti devoti del Santo.

Il restauro è stato realizzato grazie al generoso volontariato di molte persone e famiglie della zona e della stessa amministrazione comunale. Il capitello antoniano in via Bassa è sempre stato punto di incontro e di aggregazione per tutti gli abitanti della contrada. Accanto a esso infatti, nei tempi passati, si lasciavano gli zoccoli (le famose galosce!) prima di salire sulla strada provinciale. «Il capitello `€“ informa la signora Regina `€“ è ancor oggi motivo di ritrovo per l`€™intera contrada. Ma non solo: ogni qualvolta c`€™è una nascita o un matrimonio nel quartiere, il capitello viene addobbato di fiocchi colorati». Da segnalare, poi, la tradizionale festa del Santo con la santa messa all`€™aperto e il momento di convivialità  tra vecchie e nuove generazioni.

Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017