Viaggio tra i tesori del Belpaese
Questa storia inizia quarant’anni fa a Parigi, quando l’Unesco, l’Organizzazione per l’Educazione, la Scienza e la Cultura dell’Onu, mette a punto la Convenzione per la protezione del patrimonio culturale e naturale, che entra poi in vigore nel 1975.
Obiettivo dell’Unesco, con questo trattato internazionale, è quello di identificare, salvaguardare e valorizzare monumenti, complessi, siti – opere dell’uomo e della natura – che abbiano un eccezionale valore universale dal punto di vista storico, artistico, scientifico, naturalistico, archeologico o antropologico.
Siti che – per caratteristiche naturali, rilevanza storica o significato spirituale – superano qualsiasi barriera o confine e diventano patrimonio comune, che l’umanità riceve dalle generazioni passate e si impegna a trasmettere a quelle future.
Nasce così la Lista del patrimonio mondiale, che abbraccia simultaneamente la storia della terra e quella dell’uomo, e che oggi comprende 936 siti: 725 culturali, 183 naturali e 28 misti. Presenti in 153 Stati, essi appartengono alle persone di tutto il mondo, sono beni universali. L’Italia è il Paese che ne detiene il maggior numero: quarantasette.
In queste pagine vi proponiamo tre itinerari per scoprire alcuni fra i siti meno noti: tre itinerari per «incontrare» le generazioni che ci hanno preceduto, ricevere con gratitudine l’eredità che ci hanno lasciato, onorarne il valore.
Primo itinerario
Il primo itinerario, nel Nord Italia, prende avvio dall’Orto Botanico di Padova (nella Lista dal 1997), che si trova a pochi passi dalla Basilica del Santo. È il più antico orto universitario e nei secoli ha conservato l’ubicazione originaria e le principali caratteristiche scientifiche e architettoniche. Uno scrigno di natura e cultura, che accoglie 3.500 specie vegetali diverse, catalogate e studiate per il bene della collettività: fondato nel 1545 per la coltivazione delle piante medicinali, che a quel tempo costituivano la maggioranza dei medicamenti provenienti direttamente dalla natura, è all’origine di tutti gli orti botanici del mondo e ha largamente contribuito al progresso di numerose discipline scientifiche moderne, quali la botanica, la medicina, la chimica e la farmaceutica. È un tripudio della natura sapientemente raccolta dall’uomo, una festa di colori e profumi nella quale ci si imbatte anche in vere rarità, come una palma (Chamaerops humilis) detta «palma di Goethe», la pianta più antica dell’Orto, messa a dimora nel 1585 e resa famosa da Goethe che le dedicò alcuni scritti.
La tappa successiva di questo itinerario è l’incantevole Sabbioneta (nella Lista dal 2008 insieme all’adiacente Mantova, entrambe ferite dal terremoto e sotto osservazione da parte dell’Unesco), che regala all’umanità un’importante testimonianza dei valori della cultura rinascimentale, svelando il volto di un’epoca che nel mondo è divenuta sinonimo di bellezza ed eccellenza. Era un piccolo borgo medioevale quando, nel Cinquecento, venne completamente trasformata da Vespasiano Gonzaga che volle farne la capitale della sua corte. Ridisegnando la cittadina, il duca creò una «città ideale», spazio urbano utopico e perfetto. All’interno delle mura è un susseguirsi di antichi edifici tra i quali spiccano – per le opere che custodiscono – Palazzo Ducale, la chiesa dell’Incoronata, il Teatro Olimpico e il Palazzo del Giardino, impreziosito da fastosi affreschi.
Procedendo verso sud, si va incontro ad altre lontane generazioni: la meta, infatti, è Modena (terra ora molto provata dal terremoto), con Piazza Grande, la Cattedrale e la Torre civica (nella Lista dal 1997). In tempi difficili come quelli medievali, gli uomini fecero a gara nell’investire la loro sensibilità più fine e la loro arte migliore nei luoghi del sacro. Esempio luminoso di questo fervore è, accanto all’elegante torre campanaria, detta Ghirlandina, la Cattedrale: frutto dell’attività congiunta dell’architetto Lanfranco e dello scultore Wiligelmo, con il suo ricchissimo apparato scultoreo è uno dei massimi capolavori dell’architettura romanica.
Secondo itinerario
La seconda proposta è un itinerario che si snoda in Toscana: punto di partenza, in provincia di Siena, è il centro storico di Pienza (nella Lista dal 1996), che rappresenta la prima applicazione dei concetti umanistici nella pianificazione urbana. Essa deve la propria fisionomia a Enea Silvio Piccolomini, che vi nacque. Divenuto Papa con il nome di Pio II, questi riedificò gran parte della cittadina trasformando il piccolo borgo medievale in una residenza papale in stile rinascimentale. Gioiello prezioso del centro storico è piazza Pio II: nobili palazzi, tra i quali lo splendido Palazzo Piccolomini, incorniciano elegantemente la Cattedrale, di notevole interesse anche per il suo importante coro ligneo. Pienza sorge nel territorio della Val D’Orcia, anch’essa patrimonio mondiale (dal 2004): la valle, con i suoi borghi, le sue inconfondibili e dolci colline, costituisce un eccezionale esempio del modo in cui il paesaggio fu ridisegnato durante il Rinascimento per rispecchiare gli ideali di buon governo della città-stato italiana. Di questo territorio, celebrato dai pittori senesi, che ha profondamente influenzato lo sviluppo del pensiero paesaggistico, fanno parte, oltre a Pienza, i Comuni di Castiglione d’Orcia, Montalcino, Radicofani e San Quirico d’Orcia, che hanno costituito il Parco artistico, naturale e culturale della Val d’Orcia, per valorizzare e tutelare un territorio di incomparabile bellezza. Qui le meraviglie da scoprire sono moltissime: dalla Rocca di Radicofani alla chiesa di Sant’Agostino a Montalcino, dall’abbazia di Sant’Antimo alla Collegiata di San Quirico.
L’itinerario può proseguire sino a quando si scorge, sulla sommità di un colle, uno dei profili più suggestivi e ammirati del nostro Paese, quello del centro storico di San Gimignano, con le sue torri slanciate e possenti che si innalzano verso il cielo (nella Lista dal 1990). Lo splendore monumentale della cittadina si concentra nella piazza del Duomo e in quella della Cisterna, che regalano un’atmosfera di grande armonia. Nelle due piazze sorgono i più importanti edifici pubblici e religiosi, i palazzi nobili, le torri, alcune delle quali superano i cinquanta metri di altezza, e il celebre Duomo, una delle chiese italiane più riccamente affrescate. Capolavoro medievale, San Gimignano è un originale esempio di complesso architettonico e paesaggistico che testimonia una fase importante della storia dell’umanità.
Terzo itinerario
L’ultimo itinerario, nella provincia di Salerno, si snoda all’interno di un unico sito che comprende molte meraviglie: il Parco Nazionale del Cilento e del Vallo di Diano, Paestum, Velia e la Certosa di Padula (tutti nella Lista dal 1998).
Area naturale tra le più importanti dell’Italia meridionale, il Parco, che include ottanta comuni, copre un’area vastissima: oltre 180 mila ettari. È uno spettacolare susseguirsi di aspre scogliere e lunghe spiagge, grotte profonde, placide colline e massicci montuosi, fiumi impetuosi, rupi, foreste e praterie.
È il volto di quella natura che Dio consegnò all’uomo perché ne fosse il custode. Qui gli uomini hanno cominciato a lasciare segni della loro presenza 500 mila anni fa: da allora si sono succedute centinaia di generazioni che hanno plasmato il territorio, costruendo borghi, porti, strade, luoghi di culto, monumenti, castelli.
Le località da visitare, gli itinerari e i percorsi di trekking sono moltissimi e le guide ufficiali del parco sono a disposizione per chi desiderasse essere accompagnato. Un’escursione particolarmente emozionante è quella che conduce a uno dei centri archeologici più importanti d’Italia: Paestum, città fondata intorno al 600 a.C. da coloni greci di Sibari. È questo il luogo perfetto per «incontrare» la Grecia antica e le più fini espressioni di una cultura sulla quale poggia l’intero Occidente. Nella ricchissima zona archeologica spiccano tre templi di straordinaria bellezza, dedicati ad Athena, Hera e Nettuno: quest’ultimo tempio – con le proporzioni perfette e la struttura grandiosa e possente – è considerato la massima espressione dell’architettura dorica occidentale. Il locale museo custodisce reperti pregevoli tra i quali le lastre dipinte della Tomba del Tuffatore, raffinata testimonianza della pittura greca. Un’altra escursione è quella che porta agli scavi di Velia, nome latino dell’antica città di Elea.
Fondata dai focei, originari dell’Asia minore, nell’antichità fu un centro economico e culturale particolarmente vivace: diede i natali al filosofo Zenone e al suo maestro, Parmenide, che qui fondò la sua Scuola, detta appunto eleatica, destinata ad avere grande influsso sul pensiero occidentale. Gli scavi hanno permesso di portare alla luce i quartieri della città, l’acropoli, e la Porta Rosa, ammirevole esemplare di architettura greca con arco a tutto sesto.
Ultima tappa di questo itinerario è la Certosa di Padula, dedicata a san Lorenzo, e oggi monumento nazionale. Importante testimonianza di quel monachesimo che ha profondamente segnato la cultura occidentale, è un complesso architettonico che sorprende per le dimensioni e la grandiosità degli ambienti. Estesa su un’area complessiva di 52 mila metri quadri, possiede oltre 300 stanze e un chiostro che, con quasi 12 mila metri quadri di superficie, è uno dei più grandi d’Europa.
Questi, così come tutti gli altri siti protetti dall’Unesco in Italia e nel mondo, sono opere dell’uomo e della natura che risplendono di bellezza, accendono stupori, muovono alla gratitudine e alla responsabilità. Ma questi siti inducono anche a riflettere sull’eredità ben più vasta che ci è stata consegnata. Prima di noi, uomini e donne hanno vissuto, amato, sperato, costruito, hanno impegnato le loro qualità migliori a favore degli altri, ci hanno trasmesso un patrimonio immenso. È il patrimonio delle nostre ricchezze migliori: la cura, gli affetti, la fede, la cultura, l’educazione, la creatività, le invenzioni dello spirito, la circolazione di pietas, il sacrificio reciproco: le cose belle dell’amore, dell’umano per l’umano. Noi veniamo al mondo «in debito» con altri, e siamo destinati a vivere «in favore» di altri. L’uomo vive in questi legami e di queste ricchezze. Di generazione in generazione.
L’intervista
Unesco: paladina della bellezza
L’Unesco, fondata nel 1946, si propone – come si legge nel Preambolo dell’Atto costitutivo – «di contribuire al mantenimento della pace e della sicurezza, favorendo, mediante l’educazione, la scienza e la cultura, la collaborazione fra nazioni, al fine di assicurare il rispetto universale della giustizia, della legge, dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali che la Carta delle Nazioni Unite riconosce a tutti i popoli, senza distinzione di razza, di sesso, di lingua o di religione». L’Italia è diventata Stato membro dell’Unesco nel 1947. Tre anni più tardi è stata istituita la Commissione nazionale per l’educazione, la scienza e la cultura, di cui è presidente il professor Giovanni Puglisi, rettore della Libera Università di Lingue e Comunicazione IULM di Milano. Lo abbiamo incontrato per rivolgergli alcune domande.
Msa. Entrare a far parte del patrimonio mondiale quali benefici assicura a un sito?
Puglisi. Indubbiamente il sito acquisisce prestigio e notorietà a livello internazionale: inserito nel grande network dell’Unesco, ha diversi benefici quali, ad esempio, un incremento del flusso turistico che si stima essere del 20-30 per cento. C’è il rovescio della medaglia: gli eventuali danni che subirà non passeranno inosservati, finiranno sul palcoscenico del mondo.
E quali obblighi comporta?
I siti sono ammessi nella Lista alle condizioni e con le caratteristiche che in quel momento posseggono e che l’Unesco «fotografa». Gli Stati membri dell’Unesco si impegnano a fare in modo che: 1) attraverso la manutenzione ordinaria e straordinaria, il sito conservi, compatibilmente con l’inevitabile trascorrere del tempo, le peculiarità della «fotografia»; 2) non subisca modifiche strutturali; 3) non siano avviate operazioni invasive né all’interno dell’area del sito né in quella circostante, denominata «zona di protezione». Può accadere che una località – le cui caratteristiche vengano compromesse da interventi invasivi o pesanti trascuratezze – sia eliminata dalla Lista. Ovviamente, prima che ciò accada, l’Unesco interviene sollecitando ripetutamente lo Stato a porre rimedio alle sue mancanze.
In quale modo la Convenzione del 1972 e la Lista si inseriscono negli obiettivi dell’Unesco? E quali sono i principali programmi avviati dall’Agenzia?
La Convenzione è uno dei trattati promossi a supporto del programma di alfabetizzazione, l’education for all, che era e resta il programma cardine dell’Unesco, decisivo per costruire una vera cultura della pace. Purtroppo l’analfabetismo non è ancora stato sconfitto nel mondo, anzi, in alcune aree si sta estendendo. Più di recente sono state elaborate altre convenzioni e liste: quella dei patrimoni immateriali e della diversità culturale. Insieme agli importanti programmi dedicati alla scienza, segnalo quello dell’educazione allo sviluppo sostenibile: l’Unesco ha dedicato un decennio (2005-2014) a questo tema, proponendo ogni anno una settimana di manifestazioni. In Italia ne abbiamo organizzate oltre cinquecento.
Italia
Tesori dell’Umanità
Tra le pubblicazioni dedicate al patrimonio mondiale, segnaliamo I tesori dell’Umanità (Edizioni White Star), un libro riccamente illustrato che presenta 110 siti tra i più spettacolari: dalle piramidi di Giza alla grande barriera corallina australiana, dal Taj Mahal, in India, al centro storico di San Pietroburgo.
Per quanto riguarda il nostro Paese, dal 1979 a oggi sono questi gli altri siti (oltre a quelli citati nei tre itinerari) divenuti Patrimonio Mondiale:
- Arte rupestre della Val Camonica
- Centro storico di Roma, le proprietà extraterritoriali della Santa Sede nella città e San Paolo Fuori le Mura
- La chiesa e il convento di Santa Maria delle Grazie e il Cenacolo di Leonardo da Vinci a Milano
- Centro storico di Firenze
- Venezia e la sua laguna
- Piazza del Duomo a Pisa
- I Sassi e il parco delle chiese rupestri di Matera
- Vicenza e le ville del Palladio in Veneto
- Centro storico di Siena
- Centro storico di Napoli
- Crespi d’Adda
- Ferrara e il Delta del Po
- Castel del Monte
- Trulli di Alberobello
- Monumenti paleocristiani di Ravenna
- Reggia di Caserta con il parco, l’acquedotto Vanvitelli e il Complesso di San Leucio
- Residenze sabaude
- Portovenere, Cinque Terre e Isole (Palmaria, Tino e Tinetto)
- Area archeologica di Pompei, Ercolano e Torre Annunziata
- Costiera Amalfitana
- Area archeologica di Agrigento
- La Villa romana del Casale di Piazza Armerina
- Villaggio nuragico di Barumini
- Centro storico di Urbino
- Zona archeologica e Basilica patriarcale di Aquileia
- Villa Adriana e Villa d’Este (Tivoli)
- Isole Eolie
- Città di Verona
- Assisi, la Basilica di San Francesco e altri siti francescani
- Le città tardo-barocche della Val di Noto
- Sacri Monti del Piemonte e della Lombardia
- Necropoli etrusche di Cerveteri e Tarquinia
- Siracusa e le necropoli rupestri di Pantalica
- Genova, le Strade Nuove e il sistema dei Palazzi dei Rolli
- La ferrovia retica nel paesaggio dell’Albula e del Bernina
- Le Dolomiti
- I longobardi in Italia. Luoghi di potere
- Siti palafitticoli delle Alpi