I prati di maggio
Carissima redazione, nell’augurarvi una Santa Pasqua vi invio una poesia, a mio parere molto bella, che ha scritto un amico «MARCO», malato oncologico. Mi piacerebbe fosse pubblicata… Un grazie per tutto ciò che fate, Liliana
I prati di maggio
Scambiavo la notte per luce del giorno ma tu m’hai destato dal malo torpore. È bello esser consci dell’eterno ritorno e di ciò ti ringrazio mio caro Tumore.
A volte l’istinto la fa da padrone. Perché proprio a me? Mi chiedo atterrito. Ma il cuore sussurra alla triste ragione. Suvvia non temere, accetta «l’invito»!
Che per quanto sia bello il cielo sereno se fosse per sempre sarebbe il deserto. Per crescere servon la pioggia el baleno. Son un po' più maturo perché un po' più ho sofferto.
Ho avuto un po' tutto e son stato un po' ovunque come molti ho cercato la gloria el suo alloro. Quel che tocca a qualcuno può toccare a chiunque e con te mi è toccato il più grande «Tesoro».
Ho imparato a contare i miei giorni nel Mondo e a dare alla vita il suo giusto valore. Con te sono sceso fin giù nel profondo per poi risalirne di me più Signore.
Se il corpo è dell’anima la buia prigione e per «veder» l’Aldilà occorre dell’estro sei stato per me la più grande lezione e di quella Sapienza il più vero maestro.
Nel tuo esser si cela il più gran paradosso con chi ospita e nutre ingaggiare una guerra. Così è l’uomo cieco che va a più non posso e non sa il suo finir col finir della Terra.
Non li puoi raccontare i prati di maggio di profumo e colori ti sfugge l’essenza. Non bastan parole per far l’uomo saggio perché il vero sta lì dove sta l’Esperienza.