02 Gennaio 2014

Scusi, che ora è?

C’è un «tempo cronologico», esterno a noi, misurato da orologi atomici sempre più sofisticati, e un «tempo esistenziale», personale, misurato dal cuore oltre che dalla testa. A ognuno di noi decidere con quale «tempo» sintonizzare l’orologio. Buon 2014!

Pazzesco: ho scritto non più di una manciata di parole e mi sono già bruciato cinque minuti di vita. Le stesse parole che qualcuno di voi sta ora leggendo: e intanto è trascorso almeno un mese, praticamente un’eternità. Che faccenda seria quella del tempo e del suo scorrere! C’è chi ne ha da vendere e chi non ne ha mai abbastanza. E intanto i tempi morti aumentano. Possiamo metterla come vogliamo – ungerci ogni sera di cremine antirughe, vestirci casual, tingerci i capelli – ma questi, oramai, dieci minuti persi non ce li ridarà nessuno. Andati, fumati. Come tutta la realtà (panta rei, tutto scorre, diceva il filosofo greco Eraclito), anche il tempo, inesorabile, trascorre e non torna più, e qualche volta capita ormai anche a noi di accorgercene. Sembrava l’altro ieri che ci siamo sposati, che abbiamo cercato casa, faticosamente trovato lavoro, messo al mondo qualche figlio, e già siamo nonni, in pensione o a un passo da essa! E basta il fiatone dopo la rampa di scale a rammentarcelo. Poco cambia per i più giovani tra noi. Qualche occasione comincia a esser sprecata, senza possibilità di tempi supplementari. Qualche decisione sta, senza destare troppa attenzione, restringendo il campo delle nostre future possibilità. E il tempo di alcune grosse scelte ormai è alle porte: quale lavoro? quale facoltà universitaria?

 

Scopriamo così che il tempo è la realtà più decisiva per definire il nostro essere. Perché definisce il nostro limite, il nostro confine. Quella fragilità che non vogliamo accettare. Per questo facciamo di tutto per ignorarlo, per «ammazzarlo». Anche il ticchettio di un orologio ci toglie il sonno, e l’angoscia di domani è già la disperazione di oggi. Schiavi del tempo? Non c’è più tempo? Attimo o eternità?



Vi sono due strane parole, che non sono parolacce ma termini greci, che indicano la differenza tra il «tempo cronologico» (chrónos, appunto), convenzionale, esterno a noi, oggi misurato da orologi atomici sempre più sofisticati; e il «tempo esistenziale» (kairós), personale, colmo di eventi, emozioni e pensieri, misurato dal cuore, oltre che dalla testa.

 

Il primo, per intenderci, è costituito dagli ormai più di quaranta minuti dacché ho iniziato a scrivere questo editoriale. Il secondo è la gioia che mi dà poter parlare con voi, anche se non vi conosco personalmente. Il primo è tragico, è il «triste divenire» contro cui nulla possiamo. Il secondo è l’eternità che fa capolino nella storia. Il primo è ineluttabilità e staticità. Il secondo è possibilità e cambiamento. Il primo è «sinistro iddio, impassibile, spaventoso», come poeteggia Charles Baudelaire. Il secondo è «l’oggi», il «qui e ora» di una felicità, di una salvezza che mi raggiunge. Il primo è pessimismo, dettato da un sano realismo: non bisogna essere dei geni per vedere tutto ciò che non va, tra economia, diritti umani, politica e altro. Il secondo, come ama dire papa Francesco, non è banale ottimismo, ma speranza cristiana. Che non significa non vedere, ma vedere oltre. Soprattutto essere certi che Qualcuno dal futuro ci sta vedendo arrivare. Del resto, se pensiamo alla vicenda biblica di Abramo, il segreto della Terra Promessa non sta nel possederla (mai gli riuscì di impossessarsene: ottenne solo una tomba per sé e la moglie Sara), ma nel vivere per essa.



Perché se il primo è la morte, il secondo è Gesù Cristo risorto da morte: sciabolate di luce e d’amore che squarciano il buio! Gesù Cristo, Signore della storia, anche della nostra piccola storia, colui che, come il padre misericordioso della famosa parabola evangelica, scruta l’orizzonte nell’attesa spasmodica del nostro ritorno a lui. A ciascuno spetta di decidere, all’inizio di questo nuovo anno, con quale «tempo» sintonizzare il proprio orologio. A me, dopo ormai più di un’ora davanti allo schermo del computer, solo di augurarvi di cuore un buon 2014!

Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017