Nuovo Delegato pontificio al Santo
La basilica del Santo ha un nuovo delegato pontificio. Giovanni Paolo II ha nominato, infatti, lo scorso luglio, monsignor Francesco Gioia quale suo rappresentante per il santuario antoniano, da lui stesso dichiarato "santuario internazionale". Monsignor Gioia subentra così all`arcivescovo Marcello Costalunga, che già da tempo aveva rassegnato le dimissioni dall`incarico per aver superato i limiti di età . Monsignor Gioia fa parte della famiglia francescana: appartiene infatti all`Ordine dei frati minori cappuccini. Nato a San Vito dei Normanni (arcidiocesi pugliese di Brindisi-Ostuni), il 21 luglio 1938, è stato ordinato sacerdote nel 1965. Eletto vescovo il 2 febbraio 1990, è stato consacrato il 5 aprile 1990. Esperto di missioni popolari, il nuovo delegato pontificio ha retto per tre anni la diocesi di Camerino - San Severino Marche, Macerata. Successivamente è stato chiamato in Vaticano come segretario del Pontificio consiglio della pastorale per i migranti e gli itineranti, l`organismo di cui è presidente il giapponese, monsignor Stephen Fumio Hamao e che si occupa delle persone "in movimento", cioè migranti, esuli, rifugiati, marittimi, pellegrini e turisti. Monsignor Gioia, che è stato membro del comitato del grande giubileo del Duemila, è anche consultore del Pontifico consiglio per il dialogo interreligioso, presieduto dal cardinale Francis Arinze. Il nuovo delegato pontificio sarà coadiuvato, per la parte spirituale dai frati minori conventuali, da sempre custodi della basilica, e per la parte temporale dalla Veneranda Arca del Santo, responsabile per statuto della conservazione e del miglioramento degli edifici. La nuova nomina pontificia lo destina per un quinquennio alla basilica del Santo di Padova, e, in qualità di amministratore pontificio, alla patriarcale basilica di San Paolo fuori le mura a Roma. Sua anche la presidenza della Peregrinatio ad Petri sedem (comitato che favorisce l`accoglienza dei pellegrini alla sede di Pietro), dove succede al neocardinale Crescenzio Sepe. L`intera comunità dei frati del Santo di Padova, insieme ai numerosi devoti, accoglieranno il nuovo delegato domenica 21 ottobre, in occasione del Te Deum di ringraziamento per l`anniversario di elezione al soglio pontificio di Giovanni Paolo II.
IL ROSONE RESTAURATO
La basilica del Santo si arricchisce di un nuovo importante restauro. Nei mesi scorsi, infatti, è stato inaugurato il rosone settentrionale, un`opera di grande interesse artistico. Donato nel 1439 da un nobile piacentino, il rosone domina il lato sinistro della basilica, quello che dà su via Cesarotti. Notevoli le dimensioni: raggiunge un diametro di 9 metri ed è collocato a più di 25 metri di altezza dal suolo.
Il restauro era ormai urgente per al cattivo stato dell`opera, dovuto soprattutto ai danni del secondo conflitto mondiale, tali da compromettere la staticità della sua struttura. Durante il grande Giubileo del 2000, la Veneranda Arca del Santo, presieduta da Giordano Allegro, in collaborazione con la delegazione pontificia e la comunità dei frati, ne aveva promosso il restauro, ottenendone il relativo finanziamento.
L`intervento si è svolto tra l`agosto 2000 e il gennaio 2001. Il restauro, che non rientrava nei finanziamenti predisposti dalla legge 270/97 del Giubileo, è stato reso possibile grazie a un contributo di 450 milioni, messo a disposizione dalla Fondazione Banca nazionale delle comunicazioni, su segnalazione del responsabile della filiale San Paolo-Imi.
Il progetto di conservazione e restauro è stato poi portato a termine dal nuovo consiglio della Veneranda Arca, presieduto da Matteo Mazzeo, sotto la direzione degli architetti Marco Silvestri e Ferruccio Tasinato. Al rosone è stato aggiunto il rosoncino superiore, prima totalmente mancante.
"Oggi il rosone ` ha ricordato il delegato pontificio intervenendo alla cerimonia di inaugurazione ` ha ritrovato, oltre alla sua stabilità per la sicurezza dei fedeli, la sua trasparenza per tutti noi, chiamati ad alzare i nostri occhi verso l`alto, la dove viene "la luce vera, quelle che illumina ogni uomo. Una luce non avvolta dallo spazio", come direbbe sant`Agostino, che splende misticamente alle nostre anime".
OTTOBRE FRANCESCANO
Il 4 ottobre si celebra in basilica la festa di san Francesco. La solenne ricorrenza è preceduta, la sera del 3 ottobre, dalla suggestiva funzione del "Transito", durante il quale tutti i frati e i novizi della basilica rievocano con canti, preghiere e letture appropriate, gli ultimi istanti di vita del Poverello d`Assisi. Forse è utile ricordare che questa ricorrenza è particolarmente sentita in basilica perché sant`Antonio era un seguace di san Francesco.
Già monaco degli Agostiniani di Coimbra, Antonio decise di vestire l`abito francescano per andare missionario fra i Saraceni e coronare con il martirio la sua vita. Voleva così seguire le orme dei primi martiri francescani che egli stesso aveva visto imbarcarsi dal porto di Coimbra e allo stesso porto ritornare, dopo il martirio per Cristo.
Sappiamo che sant`Antonio diede il suo originale apporto all`ordine francescano, arricchendolo della sua vasta cultura biblico-teologica. San Francesco era molto diffidente verso il mondo della cultura e degli studi, sia profani che teologici, perché temeva che la troppa scienza distogliesse i frati dallo spirito di povertà , semplicità e "minorità " che dovevano contraddistinguere la loro vita. Ma quando vide che sant`Antonio sapeva unire la sua straordinaria conoscenza con un altrettanto alto livello di preghiera e di umiltà , cambiò idea e permise che nell`ordine venisse insegnata la teologia. Esiste un documento scritto da Francesco stesso in cui autorizza Antonio, chiamandolo "episcupus meus" (mio vescovo), a insegnare teologia ai frati.
I Sermones di sant`Antonio sono un concentrato di sapienza teologica e di spiritualità . Essi sono l`inizio di quella che sarà una stagione lunga e feconda dei francescani nel campo della teologia, della filosofia, dell`arte e della scienza.