Ogni nuova coppia di sposi è un mondo del tutto diverso
Sembrerebbero preoccupazioni da poco, rispetto ai grandi problemi del mondo, come si esprime nostro figlio. Eppure, da quando si è sposato, Mirco non sembra più lui, non ci tratta con la stessa spontaneità di prima... se non fosse nostro figlio, diremmo che è... imbarazzato. Il colmo è stato a cena, ieri sera: sono arrivati non puntuali (e lui era puntualissimo!) senza quasi scusarsi; dopo un buon primo, io ho presentato un'insalatina e i formaggi. Mirco ha respinto subito i formaggi, con una dichiarazione che ci ha lasciati allibiti: I formaggi non mi piacciono. Ma come?! Se da noi, a casa sua, tutte le sere, o quasi, ci sono i formaggi; non vorrà dirmi che non gli piacevano, quando li mangiava così di gusto! Io e mio marito ci siamo guardati e abbiamo lasciato perdere. Ho dovuto dire: Scusate, forse vi ho preparato troppo poco.... No, no - ha ribadito subito la nuora - va benissimo così!. E se ne sono andati subito dopo cena, come se il pavimento gli scottasse sotto i piedi. Mah! E se lui avesse voluto fermarsi di più? E se... ci sono segnali che qualcosa non va, erano più loquaci da morosi... lei poi era a cena da noi tutte le domeniche sere... e si fermavano; ma che fretta hanno poi, sono sposati da neanche un anno e non hanno ancora bambini... Insomma, ci siamo detti mio marito ed io, c'è qualcosa che non va: lui dice che non gli piacciono i formaggi per far piacere a lei... lui la accontenta in tutto e per tutto... diciamola fuori dai denti: lui è succube di lei! Non ci si venga a dire che ci sentiamo soli, ora, senza questo figlio unico che ci riempiva la vita; poiché noi due sappiamo bene come passarci il tempo, siamo ancora giovani e non abbiamo certo bisogno di loro. E poi, eravamo così contenti di questo matrimonio... lei ci sembrava quasi una figlia... Ma che cosa è successo?!.
Gian e Maria
Le distanze
... È successo che i due si sono sposati! Hanno fatto il salto critico, hanno reso definitivo il loro legame e perciò la loro relazione non può che essere diversa: per quante volte prima abbiano fatto l'amore, per quanto siano stati liberi, per quanto prima si conoscessero. La decisione del matrimonio ora li consegna uno all'altro in modo diverso. E così i due sensibilissimi genitori anziani percepiscono che anche la relazione dei due con loro è diventata diversa. Stanno conoscendosi veramente: ora che hanno deciso di appartenersi scambievolmente per sempre, stanno cambiando.
Abbiamo chiesto a Gian e Maria quali nuove abitudini avevano inaugurato da sposini novelli, per quel che riguarda la cucina. Ci hanno risposto con una scintilla di entusiasmo: Abbiamo abolito il lesso!. E hanno spiegato calorosamente quanto era noiosa la domenica nelle loro rispettive famiglie, perché si faceva il brodo e così bisognava poi consumare il lesso. Allora abbiamo immaginato, ridendo, la seguente scena: invitati a pranzo dai suoi di lui, giusto la domenica, e abbiamo fatto risuonare la dichiarazione anti-lesso, del tipo: uffa ancora lesso! Oppure, papale papale: A me non piace il lesso, lasciando i genitori anziani di tre generazioni indietro a chiedersi: Come mai?! Ma se il lesso lo mangiava così di gusto....
È bastato andare indietro alla loro storia perché la dichiarazione di Mirco: I formaggi non mi piacciono, invece che suonare resa ai voleri di lei, lo restituisse nella nuova dignità di membro della nuova coppia, prima ancora che figlio. Quella che sembrava una preoccupazione, si rivelava come una buona notizia. E così i due genitori anziani si trovarono a chiedersi: ma la distanza (e la novità e perfino la stravaganza) che noi ci siamo permessi da sposini, perché non dobbiamo permetterla a loro, proprio nel loro costituirsi coppia? E così visitarono le infinite novità e distanze che - oltre i reali e benefici cento chilometri - avevano posto tra la loro nuova famiglia e quelle di origine. E ridevano di gusto, scoprendo (oh, solo ora!) quanto marziani dovevano essere apparsi ai quattro genitori anziani: pur abitando in città , dimenticavano spesso di chiudere la porta dell'appartamento a chiave e così quando la nonna era salita dal paesino ligure, quasi si era presa una sincope a trovare la porta aperta! E poi, loro avevano messo una poltroncina in ogni stanza, perfino in bagno (stupore della madre di lei!) e invitavano a pranzo senza mettere la tovaglia bella... e lasciavano perfino che gli amici portassero il dolce (passi!) e perfino la carne; e poi si mettevano tutti insieme a riordinare... e poi... e poi...
I riti di fondazione
Che cosa era successo? Gian e Maria avevano messo i loro confini e adesso rischiavano di meravigliarsi dei confini che la nuova coppia stava mettendo. I confini sono benedetti, hanno a che fare con i riti di fondazione. Quando a scuola ci sono stati raccontati i miti della fondazione di Roma, ci hanno detto che per prima cosa Romolo e Remo ne tracciarono i confini con l'aratro, segnando un solco che nessuno doveva osare valicare. Dentro ai confini della nuova città , il re ha il potere di dire: Questo è il mio territorio, chiunque vi entra da amico o da invitato è atteso e benvenuto: e si comporterà da ospite. Chiunque vi entra non invitato è un aggressore, anche se non lo sa: e si comporterà da invasore. La coppia deve fare buona guardia ai propri confini e scoprire che mamme e papà , di lui e di lei, quando entrano, chiedono permesso. Chi non custodisce i propri confini, prima o poi scopre che il genitore (suocero/suocera) che non li rispetta corrode la coppia, anche se in maniera subdola. Bevono troppi caffè, quelli di sopra!, diceva una suocera che dichiarava di non immischiarsi nella famiglia del figlio e di non essere per nulla invadente. Alla nostra domanda su come facesse a saperlo, rispose con la più (ingenua?) semplicità : Siccome sono io a fare i sacchi della spazzatura, mi viene da guardarci dentro e nei loro trovo sempre quintali di fondi di caffè!!. Violazione di confini? Sì: molto più che una banale violazione della privacy, perché - ancorché quella suocera non esternasse nulla - la sua lettura dei fondi del caffè filtrava attraverso le pareti psicologiche. Pareti molto porose, anche quando non lo sappiamo.
La casa dei miei
Attenzione: i confini però, non devono essere barricate. Dai tuoi non ho nulla da temere, dice un coniuge all'altro: questa è la musica della vita. Non perché non hanno difetti, non perché li uso quando mi servono, non perché sono buoni con me: ma perché sono l'albero da cui proviene l'uomo/la donna che amo. Talora si alzano le barricate per paura o per rivalsa: ma proprio se i confini sono mal sicuri. Allora, anche la lingua si confonde: Gian e Maria dicono della loro casa, rispetto al figlio, casa sua; sembrano non avere dubbi che per Mirco casa mia sia la casa dove è cresciuto. Ma allora come chiamerà casa sua, la casa della sua nuova famiglia? Non avrà diritto di chiamarla casa mia? E come dovrebbe chiamare, allora, la casa dove è cresciuto? La soluzione, a parole, è semplice: la casa dei miei, una casa da cui sono stato chiamato a prendere le distanze, ma da cui, anche, ho ricevuto un'eredità buona: da lì, infatti, ho portato via una valigia che contiene beni preziosi per il mio nuovo viaggio di coppia. Spetta dunque alla coppia anziana e alla coppia giovane non alzare barricate, perché la fatica e la gloria dello svincolo, del lasciare andare, è ben avviata; la famiglia di origine è diventata il campo base da cui i due sono partiti per la loro esplorazione. Anche se questa chiede (o, quanto poco!) di rinunciare... ai formaggi. Proprio questa distanza buona diviene allora la gloria della coppia anziana che ha dato il necessario per il viaggio.