Ti ascolto in nome di Antonio
Renato si affaccia timidamente oltre la grata della cappella di san Francesco, in basilica. Un cartello lo invita a entrare. Non lo sa, ma è il primo giovane a rivolgersi al Centro di ascolto, aperto da pochi giorni. Quell' 8 ottobre del 1989, ad accoglierlo c' è padre Domenico Carminati, oggi rettore della basilica del Santo. Renato viene dalla provincia di Udine e da tempo sente qualcosa che non sa esprimere. Si domanda quale sia la sua strada e se la «chiamata» abbia la forma di quel marasma di sentimenti ed emozioni che gli ribollono dentro. Torna più volte dalla sua guida spirituale, finché capisce. Lascia la sua casa e l' attività industriale ben avviata per entrare come postulante nella comunità dei francescani conventuali. Oggi veste il saio e lavora in una parrocchia di Torino.
Altre storie come questa si susseguono dopo quella data, confermando la convinzione, radicata nei frati, che l' ascolto è un cardine del carisma francescano. Per questo, il Centro di ascolto, a lungo progettato, nasce nella cappella di san Francesco, un luogo ben visibile della basilica ed evocativo della vita del «Poverello» e di sant' Antonio.
Oggi questo servizio è aperto a tutte le persone che cercano una parola di conforto o un consiglio, ma all' inizio il fine era solo l' orientamento vocazionale: «Constatavamo - spiega padre Alessandro, promotore dell' iniziativa, insieme a padre Tito Magnani - che spesso alcuni giovani che frequentavano la basilica, chiedevano di essere ascoltati e consigliati. Desideravano dare un senso forte alla loro vita, vivere i grandi valori umani e cristiani in cui credevano. Non mancava chi si sentiva attratto e conquistato dalla personalità di san Francesco, di sant' Antonio e di san Massimiliano Kolbe, e si chiedeva se il Signore non lo stesse chiamando a fare una scelta simile alla loro».
È stato così anche per Marco, l' ultimo arrivato in ordine di tempo. Sta lavorando alla tesi ed è in un momento di grandi scelte. Affascinato dalla figura di san Francesco, sta pensando di seguirne l' esempio e ha chiesto di essere aiutato. Ha iniziato un cammino di discernimento e approfondimento con uno dei frati della basilica.
Al Centro di ascolto arrivano anche molte ragazze. Una è Elena, di Belluno. Sta studiando Medicina con la prospettiva di lavorare come medico in terra di missione, ma all' interno di una scelta di consacrazione.
Presto ci si accorge che l' attenzione concentrata solo sui giovani, può apparire un' esclusione per gli altri: «Adulti e anziani sempre più spesso obiettavano: 'Come? Per noi non fate nulla'?». Molti hanno bisogno soprattutto di aiuto e consiglio per problemi personali e familiari. Non si può ignorarli. E così che il Centro di ascolto apre le sue porte a tutti: giovani, anziani, coppie di sposi, fidanzati e persone che vivono sole.
«Ci si trova davanti a una grande varietà di situazioni - spiega padre Alessandro - . Alcune strettamente personali: problemi affettivi, di solitudine, di sfiducia in se stessi, di insicurezza e paura per l' avvenire, di mancanza di un lavoro stabile e crisi di fede. Altre situazioni, probabilmente le più frequenti, si rifanno all' ambito familiare: incomprensioni tra marito e moglie, infedeltà , separazioni, convivenze, divorzi, problemi con i figli e preoccupazioni per la salute». «Spesso prima delle parole compaiono le lacrime. La delicatezza delle situazioni ci impone molta umanità e pazienza - aggiunge padre Alessandro - . Altre volte, però giungono persone serene, contente della propria vita, ricche di fede, forti. Sono come una boccata d' ossigeno, un colpo d' ala verso la speranza».
Nonostante questa apertura a tutti, l' orientamento vocazionale è il fine prioritario. Il Centro di ascolto fa capo alla Commissione provinciale per la promozione delle vocazioni, che ne traccia le linee operative. Il servizio è svolto da una trentina di religiosi della Comunità dei francescani conventuali del Santo e di altri conventi vicini, come quelli di Camposampiero, Arcella, Treviso, Mestre, Venezia e Noventa Padovana. «Un aiuto - spiega padre Alessandro - ci è dato anche dalle suore di quattro istituti d' ispirazione francescana, presenti a Padova (le francescane dei Poveri, le francescane di Cristo Re, le elisabettine e le missionarie francescane di Assisi) e dai chierici del V° anno del nostro Istituto Teologico, specie nei fine settimana e durante i mesi estivi».
Oggi il Centro di ascolto, pur nelle difficoltà di conciliare domande e aspettative molto diverse, è un punto di riferimento: «In una società frenetica come la nostra, dove è difficile fermarsi e riflettere, esso diventa un' oasi di pace, un momento per lo spirito, un attimo di respiro nelle difficoltà della vita - afferma padre Alessandro- . Decine di persone trovano ogni giorno chi le ascolta con pazienza e disponibilità .
L' ascolto - conclude padre Alessandro - , sia nell' ambito del ministero della riconciliazione sia nei colloqui personali, è uno dei servizi pastorali più impegnativi e preziosi che i frati del Santo svolgono ogni giorno. A imitazione di sant' Antonio, che dedicava molto tempo della propria giornata ad accogliere e confortare le persone che si rivolgevano a lui».
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IL TRECENTO AL SANTO
tel. 049/8762177, fax 049/8762187, email: asscsa@tin.it
IL CENTRO DI ASCOLTO
Dove Cappella di san Francesco, basilica del Santo.
Per chi Giovani in ricerca vocazionale e persone bisognose di ascolto e consiglio. Orari Tutti i giorni dalle ore 15.00 alle ore 18.00. Nei mesi estivi è previsto un turno al mattino dalle 9.00 alle 12.00. |