I taleban: un fanatismo senza limiti
Il fanatismo, quello religioso in particolare. Quando si manifesta è come un pugno in pieno plesso solare. E che altro se non fanatismo religioso è il «caso Afghanistan», vale a dire la fatwa del mullah Mohammad Omar, leader dei taleban? La fatwa in realtà , è il «parere» di un giurisperito islamico (come Omar assume d' essere) al quale si sottopone un quesito: Sono o non sono un monumento all' idolatria le statue giganti di Budda collocate nella località Bamiyan? Risposta: Lo sono e recano offesa al Dio unico, clemente e misericordioso. Domanda: Come si può lavare l' offesa? Risposta: Abbattendole.
Procediamo con ordine. I taleban. Sono una delle 77 sette dell' islam praticato in Pakistan. Si sono attribuiti il titolo di studenti difensori del Libro, cioè del Corano (al Qàºran) ch' è Parola rivelata. La Parola del Dio unico trasmessa, secondo i musulmani, al Profeta Maometto per il tramite dell' Arcangelo Gabriele e da Maometto, a sua volta, trasmessa ai suoi seguaci. Il guaio è che i taleban si sono attribuiti il titolo di «difensori della Parola» di «purificatori» con un atto di pura presunzione, frutto del fanatismo. Essi, infatti, son persone rozze, ignorantissime; il loro leader, Omar, giustappunto, è un contadino semianalfabeta. Nell' Afghanistan tormentato da una guerra civile seguita al ritiro dei sovietici (l' invasione fu voluta dal Cremlino, il ritiro l' ordinò Gorbaciov), hanno finito col prendere il sopravvento i taleban che durante la guerra contro i sovietici si rivelarono utile «carne da cannone»: vanno all' assalto come ai tempi della guerra ' 15' 18, adoperando armi sofisticate con cui non hanno dimestichezza, così come fucili da caccia. Muoiono come le mosche ma i caduti vengono subito rimpiazzati da altre torme di fanatici incuranti della propria vita. Ossessionati dalla «purificazione», han deciso di annullare «tutto ciò che non è del Corano». Troviamo nel Corano la tv, la radio? No e allora ecco i bravi nostri fanatici fucilare, letteralmente, in piazza, televisori e transistor.
Ma i Budda giganti, esempio eccezionale dell' incontro fra Oriente ed Ellenismo ai margini della Via della Seta, perché abbatterli? Per rispondere, i taleban si rifanno direttamente a Maometto, al santo Profeta. Il quale, dopo l' Egira (il lungo percorso dalla Medina, dove s' era rifugiato, alla Mecca che l' aveva espulso), tornato appunto alla Mecca come riconosciuto depositario della dottrina del Dio unico, compie due atti fondamentali. Va ad adorare la Kaaba che custodisce la Pietra Nera (forse la scheggia di un meteorite), girando tre volte intorno ad essa, poi, salito su di un cammello, procede verso la lunga teoria di simulacri rappresentanti questo o quell' idolo. (Nell' Arabia preislamica gli idoli erano innumerevoli, effigiati e venerati da una società agnatica, violenta, lussuriosa. Rifacendosi in buona misura alla Parola di Gesù il Cristo, Maometto insegna ai suoi seguaci che c' è un solo Dio, clemente e misericordioso. Esalta nel Corano la verginità di Maria, riconosce in Issa (il nome arabo di Gesù) un santo Profeta, figlio di Dio, predica la morigeratezza dei costumi, l' amore per i poveri, suggerisce caritatevoli comportamenti). Nella sua lunga lenta marcia a dorso di cammello, il Profeta via via indica col suo bastone gli idoli blasfemi da abbattere. E tutti vengono abbattuti, giusto l' assunto che il Dio è unico e solo.
Ma va a spiegare a un ignorantaccio come Omar, leader dei taleban, che i Budda giganti, secondo lui, da abbattere, non esaltano l' idolatria ma sono semplicemente opere d' arte, testimonianza d' un eccezionale sincretismo artistico fra la Grecia e l' Oriente, il Buddismo e l' Ellenismo, manifestazione rara dell' arte antichissima del Ghandara. Furono eretti, i due Budda giganti, a distanza di qualche secolo uno dall' altro. Il più basso (38 metri) fra il primo e il secondo secolo d.C., al tempo della Dinastia Kushan quando l' Afghanistan era buddista. Il secondo, alto 55 metri (il monumento più alto del mondo), sorse fra il quinto e il sesto secolo.
Come sempre più spesso accade, l' Occidente ha compiuto un grave errore di approccio con persone, paesi, religioni che mal conosce. È stato un errore insorgere gridando all' assassinio artistico eccetera. Infuriati dall' embargo loro imposto dal Consiglio di Sicurezza dell' Onu nel dicembre del 2000, causa il loro appoggio al terrorista Osama bin Laden (indicato dagli Usa come nemico numero 1, ex aequo con Saddam), vedendo nelle sanzioni una «manifestazione del mai morto colonialismo degli infedeli» i taleban vogliono punire la nostra «arroganza», vogliono umiliarci nel nome di Dio.
Per fortuna, non esiste un solo islam, oscurantista, fanatico qual è quello dei taleban: il Santo Padre Giovanni Paolo II nella sua visita in Siria visiterà la più bella (forse) moschea del mondo, quella degli Omeyyadi; sarà il primo Papa della Storia a metter piede (scalzo) in una Moschea. E quella Moschea (che illumina Damasco) custodisce la tomba di San Giovanni, il Battista. A dispetto del fanatismo, la carità non muore.