Amate i vostri nemici
Anche i pagani e i peccatori NOVEMBRE 2000
sanno amare quelli che
li amano.
Gesù amplia la
categoria del prossimo da amare,
includendovi gli avversari, i nemici, perché Dio è padre che accoglie e perdona chi ha peccato.IL CALENDARIO DEL GIUBILEO
Solennità di tutti i santi.
2 giovedì
Commemorazione dei fedeli defunti.
5 domenica
Giubileo dei responsabili della cosa pubblica.
12 domenica
Giornata di ringraziamento per i doni del creato. Giubileo del mondo agricolo.
19 domenica
Giubileo dei militari e della polizia.
24 venerdì
Apertura del Congresso mondiale dell' apostolato dei laici che si concluderà il 26, domenica . Solennità di Cristo Re dell' universo.
DALLA VITA
Il perdono? Solo se conviene
Negli ultimi giorni di luglio dell' estate scorsa, a Camp David, negli Usa, i due leader, l' israeliano Barak e il palestinese Arafat, si sono incontrati per i colloqui di pace, ospiti del presidente Clinton. All' ordine del giorno c' era la questione forse più delicata, la città di Gerusalemme. Sacra per ebrei e musulmani, parti in causa nei colloqui, oltre che per i cristiani: tutt' e tre le grandi religioni monoteistiche.
I colloqui, aspri e lunghi, si sono conclusi con un sostanziale fallimento. Barak, appena tornato in patria, è stato messo in gravi difficoltà dal suo parlamento che ha eletto presidente della Repubblica un rappresentante della minoranza, per giunta di assai minor prestigio del candidato della maggioranza, Peres. E Arafat è stato «applaudito» per l' insuccesso. Si è avuta l' impressione che una parte rilevante di israeliani e palestinesi abbia gioito per il fallimento della pace. Quasi desiderino il conflitto.
Impressioni& Per Gerusalemme l' unica soluzione possibile e sensata, senza il ricorso alla forza, è quella prefigurata dalla Santa Sede: uno statuto internazionale, che garantisca i diritti di tutti. Una soluzione fondata però su di un presupposto non facile: la stima reciproca. Senza stima e senza rispetto, anche i compromessi più raffinati, anche le alchimie diplomatiche più ardite sono destinati ad avere vita breve. E a Gerusalemme e dintorni i nemici si odiano e combattono da secoli. Pur credendo tutti in un Dio compassionevole e misericordioso.
Forse, a questo Dio misericordioso, non crediamo abbastanza. Tutti. Non tanto per farci illusioni sui nostri simili e metterci nelle condizioni di essere sottomessi, perfino sterminati.
Non per illuderci, ma per non deludere Dio.
Negli stessi giorni, proseguiva in Italia il dibattito sulle carceri. Negli ultimi dieci anni la popolazione carceraria è raddoppiata, mentre il crimine non è certo dimezzato. Nelle carceri si vive in condizioni disumane. Per rendercene conto basterebbe praticare u' opera di misericordia cristiana, «visitare i carcerati», sulla quale volentieri si sorvola nelle aule di catechesi, dai pulpiti domenicali, anche da parte dei cultori più intransigenti dell' ortodossia e della tradizione cattolica. Invece bisognerebbe andarci, dentro, ogni tanto. Indulto, amnistia& La Chiesa, a partire dal Papa, ha chiesto un «gesto giubilare» di misericordia, che avrebbe anche ampie giustificazioni razionali, come sottolineano tutti gli esperti.
Eppure molte forze politiche si sono opposte. In nome di che? Della giustizia? O dei voti di un' opinione pubblica che nel cuore cova paura e risentimento? La compassione, quando cede il posto al calcolo cinico, è schiacciata. Chi perdona è debole, chi è debole perde, chi perde non conta.
La vera «morale generale», oggi, sembra piuttosto quella della convenienza. Conviene o non conviene? Questo è il discrimine vero, anziché: è giusto o non è giusto, è vero o è falso, è buono o è cattivo. All' interno della morale mercantile della convenienza, del profitto, del guadagno, non c' è alcun posto per la ragionevolissima misericordia.
Probabilmente Israele e Palestina faranno la pace quando farla vorrà dire per i loro leader vincere le elezioni. Idem per l' indulto in Italia. E per noi: pace con i vicini rissosi, con i parenti scomodi, con i colleghi che mirano alla stessa promozione? Se e quando conviene. Un mondo costruito così non è cristiano, ci viviamo male, lo stress e la paura ci pervadono. La soluzione? Dall' ingranaggio si esce solo con la conversione. Con il radicale cambiamento proposto dal Giubileo. Altre strade non ce ne sono.