Maratona sant’Antonio
Che c'entra una maratona con il Giubileo? Assolutamente nulla. A meno che... Dell'«a meno che...» diremo dopo. Diciamo subito che Padova, una delle città più interessate al flusso di pellegrini diretti a Roma per i riti dell'Anno Santo, ha inserito nel corposo pacchetto di manifestazioni celebrative del Giubileo, anche la classica sfacchinata di 42 chilometri e 195 metri: la maratona appunto. E l'ha dedicata a sant'Antonio.
Dedica non del tutto gratuita. Sant'Antonio maratoneta? Ovvio che no. Non era ancora venuto in mente a nessuno di ricordare con una manifestazione sportiva la massacrante corsa di Fidippide da Maratona ad Atene (dove morì subito dopo, stremato dalla fatica) per portare notizia della vittoria dello sparuto esercito ateniese, guidato da Milziade, contro le straripanti truppe persiane (490 a. C). I contemporanei di Antonio avevano ben altro cui pensare. Gli emuli dell'impresa di Milziade si cimenteranno in una gara sportiva solo in occasione della prima olimpiade moderna, nel 1896.
Sant'Antonio, però, la fatica della strada la conosceva benissimo, perché di chilometri a piedi ne ha macinati molti: l'Italia l'ha percorsa tutta, dalla Sicilia in su; ha girato in lungo e in largo l'Italia settentrionale e il meridione della Francia: non per passione, ma per «missione», nei ruoli di missionario della fede presso gli eretici e di provinciale dei francescani.
Non so se i maratoneti abbiano già un protettore, ma sant'Antonio potrebbe fare al caso loro. Solo l'ultimo viaggio della sua vita l'ha percorso su un carro trainato dai buoi, ma era agonizzante. E il tratto di strada di quell'estremo suo viaggio, da Camposampiero a Padova, costituisce una porzione di questa maratona a lui dedicata, che partirà da Vedelago: qui, nella piazza dell'industrioso comune trevigiano, gli emuli di Fidippide si ritroveranno la mattina del 30 aprile per raggiungere Padova dopo aver attraversato Castelfranco Veneto, con le sue splendide mura, Resana, Loreggia, Camposampiero (dove il Santo ha trascorso gli ultimi giorni della sua vita), San Giorgio delle Pertiche, Campodarsego, Cadoneghe. Concluderanno la faticata nella suggestiva spianata del Prato della Valle.
La maratona, ovviamente, ha anche una sua valenza sportiva, però oltre ai professionisti, che se la sbrigheranno in poco più di due ore (sarà certamente uno di loro a fregiarsi della vittoria), possono partecipare anche gli amatori, tenendo conto che il tempo massimo di percorrenza è di otto ore. L'importante non è vincere, ma partecipare, gustare il piacere di correre insieme: opportunamente allenati, perché la maratona è molto faticosa ed è meglio evitare spiacevoli imprevisti.
A questa maratona parteciperanno, come in altre, anche i disabili: partiranno un'ora prima. Ci sembra che ci sia una sottovalutazione delle loro imprese, quasi corressero per suscitare trepida commozione. In realtà il loro è un vero gesto atletico che meriterebbe maggiore spazio e maggiore attenzione. La «maratona sant'Antonio» potrebbe darlo.
Per chi non ha il fisico adatto a simili faticacce, c'è sempre la possibilità di sgranchirsi le gambe su percorsi di misure più modeste (7, 4,5 e 1 chilometro, a scelta) che, partendo dal Prato della Valle, li porteranno lungo le vie della città , libere dal traffico, per ammirarne le bellezze.
Eccoci finalmente a quell'«a meno che...» che rende accettabile una manifestazione sportiva in un contesto tutto spirituale come dovrebbe essere il Giubileo. Allora, a meno che non si riempia la maratona di alcuni di quei contenuti che il Giubileo invita a riscoprire e a vivere. Per la «maratona sant'Antonio», s'è scelto il valore della solidarietà , e con questo secondo nome vorrebbe in seguito, se metterà radici, essere ricordata.
In particolare, questa volta, solidarietà nei confronti dei bambini malati di leucemia e degli anziani affetti dal morbo di Alzheimer. Per i primi, che hanno nell'ospedale di Padova uno dei centri meglio attrezzati d'Europa, si sta realizzando la «Città della speranza», un centro modello che offre aiuto ai malati stessi e alle loro famiglie. I secondi, insieme con i loro cari, hanno trovato nella diocesi di Padova un centro di interesse e di assistenza.
Il ricavato delle vendite dei gadget servirà ad acquistare un macchinario per la risonanza magnetica da collocare nell'ospedale pediatrico, e per realizzare un centro polifunzionale per malati di Alzheimer intitolato a madre Teresa di Calcutta.
L a «Maratona sant'Antonio » è promossa dall'Associazione industriali di Padova e sostenuta da molte altre istituzioni: tra esse anche il nostro «Messaggero di sant'Antonio».
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