Il fidanzato che non sa attendere

10 Gennaio 2000 | di
   
   
lettori ci inviano molte lettere. Per questo il «Messaggero» gli è molto grato. Le lettere esprimono sia casi sia problemi. I casi riguardano situazioni personali del lettore, e le risposte, anche se pubblicate, si rivolgono alla singola persona. I problemi, invece, presentano domande che, anche se espresse in prima persona, possono tuttavia interessare molti altri. Ecco perché la rubrica «Vivere insieme», da questo numero, cambia volto, concentrandosi sui problemi sollevati dalle lettere degli abbonati al «Messaggero di sant'Antonio».      

  Scrive S.77, che desidera mantenere l'anonimato:     

«Sono una ragazza di 21 anni, fidanzata da un anno e mezzo con un ragazzo adorabile. È il mio primo fidanzamento e spero che sia l'ultimo. Io penso già  a una vita insieme con lui. Purtroppo c'è qualche cosa che ultimamente ci divide: lui vorrebbe avere un rapporto completo con me, ma io... ho tanta paura
«Sono una ragazza vergine e sono sempre stata del parere che la prima volta sarebbe stata da sposata, ma... lui mi dice che è anche un bisogno naturale e che non riesce più ad aspettare... Io spiego la mia posizione, ma... non riesco a farmi comprendere. Cosa devo fare? Lui mi dice ... che se non mi decido, prima o poi porrà  fine alla nostra relazione, ma io non voglio che accada ciò e tanto meno mi sento pronta a concedermi totalmente a lui... Se lui mi lasciasse, sarebbe per me molto difficile andare avanti... e credo che non potrei trovare nessun altro ragazzo così adorabile come lui... Fino a poco       tempo fa credevo molto nel valore della verginità , e ora?».

     

Con affetto, S.   77

 

 La lettera rivela una conflittualità  accentuata, di fronte a una decisione e a una richiesta pressante.
Sembra quasi che per il ragazzo
la condizione essenziale per continuare il rapporto non stia nella conoscenza progressiva e nell'amore per l'altra persona, ma nel praticare l'atto genitale, se non arriva il quale, tutto è finito. Pare che la base di un matrimonio sia esclusivamente l'andare a letto. Il resto è secondario.
Quali forze contrastano dentro
la lettrice? Perché l'urto tra la verginità  e il bisogno di non perdere il «ragazzo adorabile»?
Il parere dei nostri collaboratori, gli psicologi Giuseppe Celso Mattellini e Gabriella Cappellaro.

GIUSEPPE C. MATTELLINI

Sessualità : un fiume da arginare

Una madre consulta una psicologa perché dice di non sapere che cosa pensare della figlia universitaria che convive come sposata con il fidanzato, pur non essendo ancora sicura se lo sposerà .
La risposta della psicologa, o almeno la risposta che quella madre cercava che le fosse data: «Oggi i giovani si comportano tutti così». La madre si mette il cuore in pace. La nostra lettera chiaramente mostra che non «tutti» i giovani si comportano così.
In modo altrettanto sbrigativo di quella psicologa, altri rispondono: «No, non si deve!». Il fulcro del discorso è: perché sì, e perché no?
Un passo oltre: se il perché sì (posizione del fidanzato) non convince affatto, ma genera perplessità  e angoscia, è umano provocare angoscia in chi «non si sente pronta a concedersi?». E poi: l'angoscia della giovane da quale focolare è alimentata?
Mozart compose l'opera Così fan tutte. È buona norma attenersi al comportamento dei più per regolare la nostra vita, che invece è sempre unica e irrepetibile? Molti giovani, la domenica mattina, escono sbronzi dalla discoteca e spesso ci rimettono la pelle. Allora nessun male, perché... così oggi fanno i giovani?
Il «problema» può essere osservato sotto molte angolature.
Il contenuto ideale
: la verginità  è un valore o un disvalore?
Il rapporto: è costruttiva, per un
dialogo a due, l'opposizione frontale su un argomento, che una delle due parti ritiene e vive come importante?
Il ricatto
: è accettabile l'intimazione «o cedi o me ne vado»?
Le paure inconsce o patenti
: «un rapporto completo, ma io... ho tanta paura»; «se lui mi lasciasse, sarebbe per me molto difficile andare avanti e credo che non potrei trovare nessun altro ragazzo così adorabile come lui».
L'idealizzazione
: «è un ragazzo adorabile»... nonostante lui non rispetti la sensibilità  della ragazza?
Le scelte
: nella ragazza, oltre la paura e il rifiuto («non sono ancora pronta», «ho tanta paura»), c'è anche qualche motivo di indole diversa (per esempio, una scelta religiosa o filosofica)?
Ho ricordato alcune angolature soltanto. Sotto ognuna di esse si può scoprire almeno uno dei motivi che sottendono.
Di più: la conflittualità  non si accende mai soltanto con una lotta tra l'interno della ragazza e il suo mondo esterno (in questo caso, le proposte del ragazzo), ma si accende tra due forze presenti nella ragazza stessa, anche quando una delle due forze non è ben riconoscibile dalla persona.
Frequentemente quest'ultimo particolare sfugge alla nostra riflessione. Si crede che le lotte psicologiche (tutti noi le proviamo!) siano causate dal contrasto tra ciò che noi vogliamo e ciò che vogliono gli altri da noi.
Ma pare proprio che non sia così. Infatti, se ciò che ci chiedono gli altri non ci interessa affatto, ci lascia indifferenti anche emotivamente.
L'esempio è quotidiano. Per esempio, io non fumo. Se qualcuno mi offre una sigaretta, semplicemente rifiuto e sto in pace: la sigaretta non mi interessa. Invece il mio amico Carlo, che ha smesso di fumare da qualche mese, e con un certo sforzo, è ancora attratto dalle sigarette e, se qualcuno gli offre una sigaretta, dentro lui scatta la domanda: accetto o rifiuto? Ossia, in lui si scatena un contrasto, una conflittualità : la sigaretta, per lui, non è un oggetto indifferente.
Nel caso specifico: anche S.77 è interessata o attratta dall'intimità  genitale. La desidera, forse senza avvedersene completamente, pur volendo, «per il momento», attendere.
Il desiderio di un oggetto, però, non esiste allo stato puro. Non si può desiderare una cosa, senza desiderare in qualche modo, e sotto aspetti più o meno orpellati, anche il contrario di quella cosa.
Che cosa avviene a S.77? Il suo desiderio di verginità  è anche accompagnato dal desiderio di provare l'opposto... ma questo desiderio è tenuto nascosto. S.77 non può permetterselo, per chiare scelte sue. Poi arriva il ragazzo e stana dal dimenticatoio di S.77 il desiderio nascosto. La ragazza, senza pensarlo, scopre chiaro, nel «ragazzo adorabile», il suo stesso desiderio, rimasto per lungo tempo in ombra e sordina. E così nascono le conflittualità  e il dubbio.
Nessuno di noi è tanto perfetto da nutrire dentro di sé solamente... il desiderio della bontà . Dio solo è perfetto: «Dio solo è buono», afferma Gesù, escludendo se stesso dal rango del «Maestro buono».
Ciascuno di noi, consciamente o inconsciamente, nutre il desiderio di un oggetto e il desiderio del suo contrario. È la condizione umana: non c'è da meravigliarsene, ma solo da accettare e da lavorarci sopra tutta la vita. E non è detto neppure che radicalmente un desiderio sia tutto buono e il suo contrario sia cattivo. Alla fonte, i desideri sono desideri e basta; sono energie personali. L'importante è saperli sfruttare a dovere per il nostro vero bene.
Il «ragazzo adorabile», dunque, è diventato l'occasione nella quale S.77 scopre di aver un latente desiderio genitale, cioè diventato lo schermo sul quale viene proiettata, a raggi infrarossi, una sfaccettatura dei desideri della ragazza.
Adesso una domanda è ovvia: se S.77 acconsente, troverà  pace? Cesserà  il conflitto? Non è forse giusto - come afferma il ragazzo - non ostacolare la pulsione genitale? Non è psicologicamente sano «lasciarsi andare»? Non è malato reprimere i desideri?
Una risposta mi potrebbe essere fornita dal fiume. Fiume represso, o fiume sbrigliato, o fiume regolato?
Fiume represso: è un fiume contrastato da sbarramenti. Prima o poi tracima e devasta.
Fiume sbrigliato: è lasciato allo scorrere del suo «impeto naturale». Può irrigare, inondare, formare palude, distruggere coltivazioni e case.
Fiume regolato: lo si lascia scorrere, irrigare, produrre energia secondo la sua forza naturale, però questa forza è incanalata, arginata, in modo che serva e non distrugga, produca e non devasti.
L'energia sessuale e genitale è un enorme serbatoio di vita e vitalità .
Reprimendola, prima o poi, si producono devastazioni, nevrosi, infelicità .
Sbrigliandola, non si sa quali effetti provochi: creazioni artistiche o prostituzione, eroismi o pedofilia...
Regolandola, la si fa servire alla felicità  dell'uomo e della donna, al loro amore e alla «scoperta» di una nuova vita.
Regolare significa indirizzare, svelarne la potenza e gli effetti, sfruttarne le possibilità .

   
   
COME REGOLARE LA SESSUALITà€      

C riteri e metodi sono innumerevoli: la filosofia, la medicina, l'ascetica, le leggi, le       scelte personali, la Parola di Dio e altro.
Anche la Parola di Dio, quella Parola che Dio ha trasmesso all'uomo per rendere l'uomo felice, oggi nella serenità , domani nella beatitudine.
Gesù stesso, nel Vangelo, ci richiama a indirizzare la sessualità , non a opprimerla.
«Non divorziate... perché Dio all'inizio creò l'uomo e la donna, e i due li unì in una sola carne» (Matteo 9,6). È l'indirizzo che sgorga nella stessa natura dell'uomo e della donna, così come essi sono creati nella loro anatomia, nella fisiologia e nella psicologia.
È scritto anche «Ci sono dei castrati dalla nascita e quelli che si castrano per il regno di Dio». Questa sarebbe una repressione? A prima vista si direbbe di sì. In realtà  quel «per il regno di Dio» presenta un indirizzo:le energie sessuali, oltre a essere funzionali per la riproduzione della specie e per la felicità  della coppia, possono essere convogliate, ossia indirizzate (e sublimate) a sostegno dell'amore di Dio tra gli       uomini.

GABRIELLA CAPPELLARO

È il rispetto la chiave di svolta

Il problema suscitato dalla lettera è senza dubbio un problema diffuso e motivo di tante consultazioni psicologiche: la giovane in conflitto di fronte alla richiesta del suo ragazzo che insiste per ottenere rapporti sessuali completi; la giovane preoccupata per una vita sessuale che è solo motivo di angoscia; il giovane che non riesce ad avere rapporti e si sente infelice per questo; il ragazzo che avanza delle richieste sessuali alla sua ragazza e si sente incompreso; la coppia che afferma di sentirsi reciprocamente attratta, ma evidenzia una relazione insoddisfacente.
A questo riguardo, sono innumerevoli i motivi di tensione nella vita delle giovani coppie.
Sessualità ? Coppia?
Sono due concetti mai abbastanza chiariti, perché si tratta di aspetti complessi della vita e della storia di una persona, dimensioni dinamiche, punto di arrivo di un cammino di crescita che non è mai raggiunto definitivamente, perché la dimensione della sessualità  e quella della coppia incrociano costantemente le vicende della vita della persona.
La sessualità , che è molto di più dell'atto sessuale, è un elemento costitutivo della struttura esistenziale dell'uomo: la propria natura di uomo e di donna, il fondamento della crescita e l'orientamento della propria vita. Rappresenta l'aspetto specifico del nostro «essere nel mondo» come esseri dotati di corpo; ci abilita a entrare in rapporto con l'altro per realizzare la nostra capacità  di apertura e di partecipazione, declinata al maschile o al femminile, con una sensibilità  al maschile o al femminile. Tutto rappresenta contemporaneamente una diversità  e una ricchezza. Ma spesso la sessualità  è interpretata riduttivamente, solo come capacità  di compiere gesti sessuali, e non come capacità  di comunicare con l'altro/a e di dialogare con l'altro/a secondo il proprio specifico di femminilità  o di mascolinità .
Di questi fraintendimenti è disseminata la strada di moltissime coppie convinte che un'intesa sessuale sia tutto quanto compete una coppia. Ma poiché ciascuno dei due porta in quei gesti anche la propria cultura, la propria persona, la propria famiglia, la propria maturità , il proprio mondo di valori, una più o meno matura consapevolezza di sé e dell'altro, si verifica che il gesto sessuale non apre all'altro perché lo si usa come un linguaggio di cui non si conosce il codice e quindi, restando senza significato, finisce per comunicare solo tensione, paura, insoddisfazione, angoscia.
La coppia nasce dall'incontro di un uomo e una donna che scelgono di stare insieme, di stringere un legame che si apre a nuove prospettive, si proietta nel tempo, diviene progetto.
La coppia è un organismo vivente, complesso e fragile: nasce, si sviluppa più o meno bene, imbocca percorsi più o meno lineari nella sua crescita, evolve o involve, arriva a pienezza, si mantiene, si alimenta, si autoregola ma al tempo stesso si incrocia con le vicende della vita, si apre o si chiude... e via via, nel tempo, diviene qualcosa di assolutamente originale e irripetibile.
Ciascuno dei due porta nella coppia la propria storia, una sessualità  specifica, risorse, aspettative, tensioni e valori diversi, che vanno rispettati prima ancora che condivisi o criticati, altrimenti la coppia entra in crisi, perché uno dei due pensa di avere ragione e ciascuno dei due porta ragioni diverse.
Proprio come sta accadendo a S.77: l'armonia della coppia si spezza anche perché la giovane si trova davanti a un dilemma, che è per di più frutto di un ricatto affettivo: compiere gesti sessuali per cui non si sente pronta o essere lasciata con la sensazione desolante di aver perduto l'unica persona da poter amare. Ai problemi di non reciproco rispetto di questa coppia, si aggiungono quelli di poca autonomia personale (per crescere usano il ricatto) e di un gioco di potere che sicuramente sottrae benessere alla coppia.
L'essere uomo o l'essere donna, nella coppia rappresenta una risorsa, dicevamo, è motivo di attrazione e di incontro: «mi piaci perché sei così diverso/a da me», ma è anche differenza e, quindi, può diventare motivo di incomprensione e di scontro «non ti capisco perché non sei come me... dovresti essere come me... se non sei come me non ti voglio più».
Quando si dichiara di «voler bene a qualcuno», si usa un'espressione che è tessuta di tanti sentimenti, non di uno solo, perché dentro quest'espressione è contenuto sia l'amore verso se stessi sia l'amore verso l'altro.
Amare se stessi significa essere equilibrati, sperimentare una condizione di benessere interiore, avere la capacità  di trovare adattamento e armonia nelle diverse situazioni della vita senza sprofondare nell'ansia, nell'angoscia, nella depressione.
Amare l'altro significa introdurre questa capacità  di amarsi nel rapporto interpersonale, nella relazione con l'altro sotto l'aspetto affettivo, sessuale, spirituale.
Le questioni di tensione per i rapporti sessuali, quando vengono affrontate opportunamente, fanno sempre intravedere altre problematiche affettive e familiari: non c'è, in realtà , un progetto comune, la famiglia che sta alle spalle ha un peso diverso, ciascuno dei due sta crescendo in modo diverso, si verificano eventi stressanti che mandano in crisi.
Se tutto ciò può essere riflettuto e chiarito, anche la questione dei rapporti sessuali arriva a soluzione, perché viene sostenuta dal reciproco rispetto.
Le difficoltà  che si incontrano nella vita di coppia, nella scelta del partner, nella declinazione di un linguaggio comune, sono spesso dovute a condizioni di immaturità  psicoaffettiva, per cui «l'altro» o «l'altra» non rappresentano solo il luogo e l'oggetto del desiderio, ma anche lo spunto per riemergere da certe proprie personali condizioni di sofferenza.
Si nasce maschi e femmine, si diventa uomini e donne. Solo il percorso di umanizzazione consente il reale e profondo incontro con l'altro, nel rispetto del mistero di cui è portatore e della fatica del suo individuale cammino di realizzazione.


   
   
LO SCAFFALE DEI BAMBINI      

L a storia di un viaggio fantastico intrapreso da due fratelli dai nomi simbolici di Due       e Mila che vogliono andare a Roma per il Giubileo. Come pellegrini medievali, i due fratelli partono a piedi, e lungo il cammino incontrano grandi personaggi del passato come Dante, Carlo Magno, sant'Ambrogio e san Francesco, per citarne solo alcuni. Ma anche personaggi fantastici: fate, folletti, orsi, aquile, lumache e addirittura il mitico Ippogrifo. Una favola affascinante che sa calibrare bene fantasia e realtà , divertimento e poesia, informazioni e mito. Il libro ha ottenuto, dal Comitato del grande Giubileo, l'autorizzazione a riportare il logo ufficiale dell'evento.
Una parte del ricavato delle vendite andrà  al Fondo di solidarietà  che sostiene la partecipazione dei pellegrini meno agli eventi giubilari.

     

Due e Mila e la Santa Porta,
di Carmela Cipriani e Nelo Risi, Sperling e Kupfer Editori, 24.000 lire.

     

Sabina  Fadel

Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017