Diabete tipo I - seconda parte. Una dieta quasi normale
Nel numero precedente, rispondendo a una lettera, abbiamo parlato in termini generali del diabete tipo I. Ora soffermiamoci sulla dieta, ormai collaudata dall'esperienza, grazie a secoli di studi ed errori.
Nel precedente numero, rispondendo a una lettera, abbiamo parlato del diabete tipo I, precisando l'importanza della dieta che, assieme all'insulina, rappresenta la base della terapia.
Oggi approfondiamo l'aspetto nutrizionale. Studi recenti dimostrano che il controllo di tutti gli alimenti introdotti permette di mantenere livelli glicemici quanto più vicini ai valori normali. Facendo il conto delle calorie giornaliere, è possibile mantenere il peso «ideale» o «desiderabile». Infatti, una volta raggiunto il «giusto» peso, che varia da persona a persona, a seconda dell'età , della costituzione, dell'attività fisica, non si dovrebbe ingrassare né dimagrire.
La dieta attuale è frutto degli errori e dei cambiamenti del passato. Si susseguirono così diete a base di patate, a base di riso, oppure a base di latte, amidi e cereali. Qualcuno suggerì di aumentare il contenuto di carboidrati, qualcun altro di diminuirlo e così via. Addirittura ci fu un tempo in cui si credette che il mangiare poco fosse la soluzione. Questa confusione nel campo alimentare continuò fino al 1981, quando emerse finalmente l'importanza di introdurre le fibre nella dieta del diabetico. Era stato dimostrato, infatti, che l'innalzamento della glicemia dopo un pasto veniva ridotto dalle fibre. Fu una grande rivoluzione nel campo della nutrizione del diabetico.
L'attenzione si fermò in particolare sui legumi (lenticchie, ceci, fagioli, piselli). Questi dimostrarono di essere dei veri e propri «ipoglicemizzanti» naturali, soprattutto se consumati interi e non macinati. Con l'introduzione delle fibre, non solo migliorava il profilo glicemico, ma anche la sensibilità all'insulina (per cui ne occorreva di meno) e i livelli di colesterolo nel sangue.
Quante fibre bisogna allora introdurre? La stessa quantità consigliata per tutti e cioè 20-35 grammi al giorno. Esistono in commercio anche gli integratori a base di fibre, però, è sempre meglio consumare gli alimenti ricchi in fibre come le verdure, la frutta, i cereali integrali (pane, pasta, riso integrali), i legumi. Attenzio-ne!!! Un'assunzione abbondante di fibre deve essere assolutamente accompagnata da un adeguato apporto di liquidi, altrimenti, non solo le fibre non garantiscono i benefici, ma si può andare incontro a spiacevoli eventi quali le ostruzioni dell'intestino.
La dieta del diabetico è innanzitutto bilanciata: 45/55 per cento di carboidrati, 12/20 per cento di proteine, 30/35 per cento di grassi. I carboidrati devono essere principalmente complessi (pane, pasta, riso, cereali, legumi), solo il 5 per cento dev'essere semplice (zucchero). È opinione generale che il miele sia un sostituto dello zucchero, errore!!! Il miele contiene fruttosio, per cui non è altro che una forma di zucchero. Utile, invece, è l'uso dei dolcificanti senza calorie: saccarina, ciclamato. Altri dolcificanti (sorbitolo, aspartame, fruttosio) contengono sì calorie, ma poche (4 kilocalorie per grammo). Si è molto parlato in passato dei possibili effetti cancerogeni della saccarina, dell'aspartame e del ciclamato. Per avere questi effetti occorrerebbero dosi massicce, impossibili da raggiungere. Un dato certo è che il fruttosio, a dosi elevate, potrebbe aumentare il rischio di iperglicemia.
La quantità di proteine, invece, consigliata è pari a circa 0.8-1 grammo/kg di peso corporeo al giorno. Chi soffre di malattia renale diabetica dovrebbe ridurre a 0.6 grammi/kg/die. Il 50 per cento di queste proteine dovrebbe essere di origine vegetale. I grassi devono essere sempre assunti con moderazione per controllare bene anche il tasso di colesterolo nel sangue. Ridurre al massimo, quindi, il consumo di strutto, frattaglie, tuorlo d'uovo, insaccati, formaggi. Tra i condimenti è preferibile l'uso di olio extra-vergine d'oliva. È consigliato alternare il consumo di carni rosse a quelle bianche e preferire il pesce alle carni.
Il sale va consumato come nella normalità e cioè non più di 3000 milligrammi al giorno, a meno che non coesistano ipertensione e malattia renale; in tal caso il sale va ridotto a 2000 milligrammi al dì o meno.
E l'alcol? Si può bere, basta non superare i due bicchieri di vino al giorno per l'uomo e uno per la donna. L'alcol aumenta il rischio di ipo-glicemia per cui è raccomandabile l'ingestione con il cibo. Se coesistono problemi quali frequenti ipoglicemie, pancreatite, l'alcol deve essere abolito. Se l'alimentazione è adeguata, i supplementi vitaminici non sono necessari.
Chi fa attività fisica sportiva deve ricordarsi di tenere sempre a portata di mano una caramella o una zolletta di zucchero, da utilizzare in caso di ipoglicemia.
Infine sono consigliati 3 pasti principali e 3 spuntini da effettuare a metà mattina, a metà pomeriggio e prima di coricarsi. In questo modo possono essere evitati lunghi periodi di digiuno e pasti troppo abbondanti che altererebbero il profilo glicemico. È chiaro che questo programma dietetico dovrà essere aggiustato ogni giorno a seconda del lavoro, degli eventi sociali, dei periodi di stress, dell'attività fisica.
In sostanza, il paziente affetto da diabete tipo I può seguire una dieta quasi normale, come abbiamo appena visto, e cioè non molto diversa da quella raccomandata per la popolazione non diabetica.
DIETA PER DIABETICI TIPO I
SPUNTINO
PRANZO
CENA DOPO CENA
COLAZIONE:
SPUNTINO
latte parzialmente scremato g. 50
Kcal.1800
proteine 23%
lipidi 28%
glucidi 49%
amido g.153
oligosacc.g.71,5
fibra g.24,3