
La parte oscura dei nostri consumi
Montagne di rifiuti, in teoria riciclabili, lasciano il Nord del mondo per finire nelle enormi discariche del Sud Globale, impiegando milioni di bambini. Il riciclo lo fanno loro ma a caro prezzo, a contatto con sostanze altamente tossiche, senza protezioni, in condizioni igieniche disumane e senza neppure la possibilità di andare a scuola. È uno dei reportage più duri del progetto Happiness, fondato dallo Youtuber e viaggiatore messinese Giuseppe Bertuccio D’Angelo, girato nell’enorme discarica di rifiuti elettronici di Agbogbloshie in Ghana, stavolta come ambassador di ActionAid. Il motivo è denunciare uno dei volti più drammatici dello sfruttamento minorile, in occasione della Giornata mondiale contro il lavoro minorile, che cade proprio oggi, 12 giugno.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, i bambini costretti a lavorare in situazione di pericolo nel mondo sono 73 milioni; in particolare ,quelli impiegati nel settore del riciclo sono oltre 18 milioni. Sullo sfondo un fenomeno ancora poco denunciato, «il colonialismo dei rifiuti», dove a un nord che può scegliere e buttare ogni tipo di oggetto corrisponde un sud che non può scegliere ed è costretto a riciclare per vivere. Fa specie scorgere nelle montagne di rifiuti l’ultima moda occidentale: le friggitrici ad aria, un oggetto – spiega Giuseppe – «mai visto da queste parti». Un monito a considerare che ogni nostra scelta di consumo ha un prezzo che pagano altri.
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