Ricordo di una persona mite

Testimonianza di Antonio Mancini

Ero arrivato a Padova come studente universitario iscritto alla facoltà di Lettere. Mi era stato assegnato un posto da interno in uno studentato dove ben presto avevo fatto conoscenza ed una buona frequentazione con altri ragazzi. La città mi si era presentata ricca di monumenti e di opere d'arte che avevo visto e studiato qualche anno prima sui volumi di arte del liceo ed ora erano davanti ai miei occhi, concreti, in presenza e non più mediatici e virtuali attaverso un apparecchio che poiettava diapositive su un lenzuolo bianco o sulla parete bianca dell'aula del liceo. Avevo iniziato a frequentare la biblioteca civica, vicino alla Basilica del Santo durante la preparazione di alcuni esami in programma. Sarei poi tornato più spesso in quella struttura culturale durante la preparazione della tesi di laurea.
 
Era capitato durante una delle mie visite all'interno di quella maestosa basilica pontificia di notare una grande quantità di persone, di fedeli che con ordine, con rispetto, con devozione sfilavano a fianco della tomba del Santo. Quasi tutti i devoti si soffermavano qualche tempo in più, tenendo la mano appoggiata al sarcofago oppure facendo scivolare la destra sulla parete della tomba per poi proseguire lungo la navata per fare tappa e dunque sosta nei pressi della cappella che custodiva le reliquie del Santo. Era dunque un avvenimento dovuto alla mia attività di studente e di ricercatore in vista di qualche esame previsto dal mio piano di studi che qualche intervallo del mio lavoro si trasformasse in una nuova visita all'interno della maestosa basilica.
 
Durante un pomeriggio particolarmente uggioso e con una temperatura inadatta alla stagione primaverile da poco iniziata avevo deciso di entrare in chiesa con l'intenzione di fare una visita più accurata del solito. L'interno era pieno di fedeli, forse molti di loro avevano avuto la mia stessa idea di ripararsi dalle intemperie. Era presente la solita fila di persone nei paraggi della tomba del Santo. Mi trovai ben presto circondato da numerosi fedeli che ordinatamente si mettevano in coda per dare uno sguardo anche rapido alla teca contenente le reliquie. In un momento di sosta verso l'uscita sento una voce flebile, quasi un sussurro. È un frate, addetto alla custodia della cappella che mi chiede se sono italiano. Alla mia risposta affermativa estrae da una pila di pubblicazioni un volumetto che mi porge con un sorriso. Non ho tempo di esaminarlo perchè la calca dei visitatori aumenta ulteriormente dato che la giornata festiva favorisce non solo visitatori e fedeli locali ma anche, e soprattutto turisti provenienti da diverse parti del mondo, come testimoniano le targhe dei veicoli presenti.
 
Dopo qualche giorno ero tornato all'interno della basilica dirigendomi subito alla solita cappella e lui era di servizio. C'è più tempo per comunicarci i nostri nomi , il suo è Amerigo. Parliamo con più calma, solamente di tanto in tanto siamo interrotti da qualche fedele che chiede informazioni. Scopriamo di essere quasi coetanei. Poi, i nostri incontri si fanno meno frequenti perchè i miei impegni aumentano, le scadenze universitarie si fanno più pressanti per la preparazione degli esami che mancano ancora per completare il mio piano di studi. E guardando con attenzione gli avvenimenti che hanno accompagnato le tappe importanti della mia vita mi rendo conto che le tappe fondamentali da me vissute hanno visto più o meno marcatamente la presenza di Padre Amerigo.
 
Così è successo quando sono partito per il servizio militare e successivamente nel periodo in cui ho iniziato il mio lavoro. Le visite si sono ripetute poi nel periodo in cui si è formata la mia famiglia e questo ha comportato naturalmente la conoscenza reciproca. I miei familiari notavano in lui quella pacatezza e quella mitezza che io conoscevo molto bene. Io mi accorgevo di una sensazione che è inevitabile quando il tempo passa ed i ricordi si fanno sempre più difficoltosi per inquadrare persone ed accadimenti che appartengono al passato. Una occasione conviviale ci ha permesso di visitare la Basilica del Santo. Io mi sono diretto verso la cappella delle reliquie. Ma lui non era presente. Mio figlio ha chiesto informazioni ad un religioso. Io seguivo a poca distanza ed ho letto il chiaro labiale del frate D-E-C-E-D-U-T-O. Era stata una vicenda rapida, improvvisa. Una santa mancanza, come l'ha definita il confratello. Una santa mancanza per una persona mite.
 
Antonio Mancini - Ponte San Nicolò

Data di aggiornamento: 24 Novembre 2025