Natale: una risposta alle attese?
Riandando con la memoria al grande incontro mondiale dei giovani con il papa a Parigi, rivedo l'entusiasmo 'targato giovane': bandiere di molte nazioni, colori sgargianti, capelli variopinti, mani festanti elevate in aria con canti e musica di ogni paese della terra. Immagini e suoni pieni di gioia. Il tutto puntualmente documentato dai giornali, con cronache generose e colorite.
Non ultima, la domanda che mi facevo: 'Chissà cosa c'è nel cuore di tutti questi giovani?'. Tutti lo sanno: sociologi, psicologi, filosofi, giornalisti e 'tuttologi' convenuti con ceste di dati, numeri e riflessioni hanno erudito coloro che da casa guardavano con piacere le immagini che scivolavano sullo schermo televisivo, in mondovisione. A dire il vero, era un'occasione da non perdere. Sembrava che quell'entusiasmo parigino entrasse nelle nostre case, aleggiando leggero e con grande simpatia.
La domanda rimaneva: 'Cosa c'è nel cuore di tutti questi giovani?'. Quale risposta potremmo dare?
Con la memoria e con l'affetto rivisitiamo un'altra scena, meno movimentata, ma dominata da una domanda, quella di Gesù che, alla donna di Samaria giunta al pozzo di Giacobbe, chiede da bere. È una scena gustosa. Gesù entra nel cuore della Samaritana suscitando, poi, quella conclusiva richiesta: 'Signore, dammi di quest'acqua!'. I confini di quella donna, improvvisamente, si aprono e il suo sguardo si allarga su tutta la vita: 'Ti apro la porta, vieni, Signore della vita, nella mia casa!'. In quel lontano giorno a Samaria, certamente, ci sarà stata festa grande.
Raccolgo queste provocazioni e riconosco che nel cuore di ciascuno di noi c'è una sete che ci spinge ad avvicinarci al pozzo, c'è un desiderio di ritrovare una risposta. Nel cuore di un bimbo essa si presenta come misura abbondante di semplicità ; perciò, il bimbo si lascia meravigliare dalle cose e dagli avvenimenti e tutto trasforma in novità . Nel cuore di un giovane si presenta, invece, come attesa di un cammino aperto in cui ogni giorno potrebbe essere la buona occasione per costruire, mattone su mattone, la propria vita e i progetti. Nel cuore di un adulto, infine, essa si presenta come conferma e, ancora, attesa di realizzazioni, prospettive e stabilità .
Il desiderio non è stato ancora spento! Lo rivedo nel cuore di tutti quei giovani che a Parigi cantavano che la vita va vissuta, va affermata, che non vogliono chiuderla nel banale quotidiano... Detto questo, per fortuna, siamo salvi!
Ma le scelte impegnative, fanno ancora 'tendenza'? Penso di sì, anche se non vanno di gran moda! Quella della vita, e di una vita spesa per raccontare che essa è un dono di Dio da investire con coraggio, rappresenta ancora un valore e nello stesso tempo una sfida continuamente nuova. Risponde a quella parola di verità del Signore Gesù: 'Chi vorrà salvare la propria vita la perderà ; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà ' (Mc 8,35).
Mi chiedo se tutto ciò non risponde alla logica dell'attesa presente nel cuore di ciascuno, che mai si sente appagata da una misura povera, appena sufficiente, ma tende a cercare ciò che dà il senso di pienezza.
Così viene Natale, il luogo della totalità di un dono, quello di Dio, che si fa uomo per smisurato impegno di se stesso verso l'umanità . E viene Natale per tutti quei giovani che, rispondendo alla loro vita, ritrovano pienezza: cantano, ballano e gioiscono quando intuiscono che essa va vissuta fino in fondo.
E viene Natale nel cuore della Samaritana, quando incontra colui che l'aiuta a non accontentarsi degli idoli che fino allora avevano riempito la sua vita. Ed è Natale quando, rispondendo all'amore di Dio che sempre bussa alla porta della nostra esistenza, facciamo di essa un dono agli altri.l
Quando il Signore chiama
P oi succede che qualche giovane tra le proposte fattegli dal Signore, nel modo misterioso che lui solo conosce, scelga le più impegnative, come quel 'va' vendi tutto quello che hai, poi vieni e seguimi', sull'esempio magari di Francesco d'Assisi, per una vita spesa per Dio e per i fratelli. Se qualche giovane vuole approfondire i motivi di tale scelta può rivolgersi ai padri Oliveiro Svanera e Giorgio Silvestri, Santuari antoniani - 35012 Camposampiero (Pd) - tel. 049/5790061. |