Teresa
Teresa aveva sempre lavorato sodo nella sua vita. Aveva cominciato giovanissima come donna di servizio, giunta in città da un paesino di campagna; poi era diventata cuoca, riuscendo a gestire per qualche tempo, con l'aiuto delle sorelle, un ristorante. Il matrimonio non le aveva dato la gioia dei figli, ma lei si era dedicata a quelli degli altri, e ai nipoti, soprattutto quando un fratello se n'era andato prematuramente lasciando due bambini in tenera età .
I modi bruschi, quasi burberi, e la struttura robusta della sua persona contrastavano con la tenerezza e la sensibilità che era in grado di mostrare. Dava l'impressione di una 'gigantessa' dolcissima quando, con amorevole pazienza, curava il vecchio padre vissuto fino a ottant'anni, o quando aveva assistito il marito nel suo patire. Poi era arrivato anche per lei il momento della verità ; qualcosa in quella 'roccia' cominciava a scricchiolare: dolori atroci alle anche le impedivano a volte di scendere dal letto. Osteoporosi? Alle soglie dei sessant'anni può essere una diagnosi plausibile. Poi sopraggiungono dolori al braccio sinistro. Sarà il cuore che comincia a fare le bizze e perciò viene ricoverata nel reparto di cardiologia dell'ospedale di zona. Cominciano gli accertamenti e Teresa fa commenti anche spiritosi: una patologia al cuore non fa poi così paura, si fanno anche i trapianti. Ma la sorpresa è più grave; gli esami del sangue prospettano un quadro infausto: mieloma. Subito viene trasferita all'ospedale della sua città , dove ulteriori esami tramutano il sospetto in certezza: tumore a insorgenza del midollo osseo. Nel reparto di ematologia le viene predisposta una cura, anche se la previsione non è di guarigione quanto di sopravvivenza: dai tre ai cinque anni. Forse, se si fosse individuata subito la causa dei suoi dolori alle anche...
Comunque, Teresa in questo calvario ha dimostrato e dimostra la sua forza e il suo coraggio, sostenuti dall'amorevole aiuto dei fratelli e delle sorelle: l'intera famiglia in questo momento di disagio e difficoltà s'è ritrovata unita nell'affetto e nella solidarietà . Potrebbe sentirsi completamente sola al mondo, senza figli, vedova, invece ringrazia ogni giorno il Signore per averle dato la possibilità di sperimentare, con la malattia, la calda e affettuosa disponibiltà dei familiari.
Con le cure costanti, con i controlli prima mensili e poi trimestrali, ha recuperato una certa autonomia che le permette anche di fare la 'bambinaia' per la piccola Chantal: la pronipotina, che talvolta sorveglia quando i genitori devono allontanarsi.
'Ora è il mio turno - dice spesso - . Ora tocca a me lasciarmi coccolare. Sono molto fortunata ad avervi intorno'. Teresa benedice anche i medici dell'ospedale. Quante volte nei momenti di scoraggiante sofferenza si attacca al telefono e dal reparto di ematologia sempre una voce la rincuora e le dà fiducia. Anche questa è terapia. l
Uamm - Unione antoniana mondiale malati |
Partigiano della speranza
'S to attraversando un momento brutto. Ai dolori fisici provocati da una malattia, si aggiungo un senso diffuso di scoramento, di sfiducia per un presente e un futuro che mi inquietano'. A. C. - Rovigo P er trovare motivi di speranza, ho cercato qualcosa negli scritti di Luigi Rocchi, indimenticato amico dell'Uamm. Vi ho trovato questa riflessione; credo ci possa rincuorare tutti. 'Certo che ad aprire oggi un giornale è come rovesciarsi addosso un bidone di cose sgradevoli, poi si resta con più angoscia nel cuore e l'avvenire ci sembra più insicuro che mai [era il 1975]... Motivi di pessimismo ce ne sono davvero molti, però io sono sempre stato, e lo sono ancora, 'partigiano della speranza'. Più volte ho potuto sperimentare che proprio nei momenti di scoramento, di più dura sofferenza, proprio quando l'orizzonte sembra chiudersi minaccioso, Dio è più vicino di quanto si creda. Si può dire che più è fonda la notte, più Dio e l'uomo sono 'gomito a gomito': li divide solo il diaframma dell'orgoglio umano. Sono convinto che se in umiltà , fede e abbandono sapessimo dire: 'Signore, salvaci, ché noi periamo!', allora vedremo quei sentieri della salvezza che ora ci restano nascosti'. |