Scontro tra civiltà?
Il Novecento è un secolo che lascia un`eredità complessa, perché è stato un tempo difficile e di profondi cambiamenti. Oggi ereditiamo molti problemi aperti, come la povertà di tante parti del mondo. Sul nuovo secolo grava la minaccia del terrorismo. Ma ci sono molti aspetti dell`eredità del Novecento che sono altamente positivi. Uno di essi è la consapevolezza che non ci sono guerre di religione e che i credenti non vogliono queste guerre. Tuttavia, dopo il tragico attacco a New York e Washington e nei giorni successivi, qualcuno ha cominciato ad affermare che si sarebbe scatenata una «guerra» tra mondo cristiano-occidentale e mondo musulmano. Ne ha parlato come di un`evidenza indiscutibile. Era la realizzazione della «profezia» dello studioso americano, Samuel P. Huntington che prevedeva uno scontro di civiltà . In particolare questo scontro sarebbe avvenuto tra mondo cristiano-occidentale e mondo islamico. Huntington ha scritto: «Il vero problema per l`Occidente non è il fondamentalismo islamico, ma l`islam in quanto tale, una civiltà diversa le cui popolazioni sono convinte della superiorità della propria cultura e ossessionate dallo scarso potere di cui dispongono». È allora inevitabile lo scontro tra questi due mondi. Secondo questa «profezia» sarebbe il loro destino finale. Ci sarebbero troppi indizi attorno per chiudere gli occhi di fronte a questa realtà che minaccia la sopravvivenza della nostra civiltà . Capisco bene come, nelle ore drammatiche dell`attacco agli Stati Uniti, si siano dette tante cose e si siano cercate interpretazioni in una condizione di sorpresa e di confusione. Sono anche convinto che il mondo contemporaneo è molto complesso e spesso si cercano interpretazioni facili, semplici e popolari. Ma bisogna stare attenti ai terribili semplificatori perché, credendo di chiarire, confondono le idee e soprattutto nascondono la realtà mentre credono di illumininarla. E i terribili semplificatori si trovano un po` in tutte le culture e in tutti i paesi.
Non solo problemi. Il Novecento è stato un secolo di grandi progressi nel rapporto tra cristiani e musulmani. Tutti sanno che, nella lunghissima storia di queste due religioni, ci sono stati tempi problematici tra di loro. Ma non ci sono stati problemi solamente. Cristiani e musulmani hanno coabitato insieme, nelle stesse città e negli stessi paesi. Questo è avvenuto per secoli nel Mediterraneo. Tuttavia, proprio nel XX secolo, si è realizzato un salto in avanti: cristiani e musulmani hanno cominciato a parlarsi tra di loro, anzi a dialogare. Questa è una grande novità , perché il dialogo era stato limitato in passato (e un passato lontano) solo ad alcuni ambienti intellettuali e si era spento da tempo.
C`è un`eredità di dialogo tra islam e cristianesimo che viene dal Novecento. Questo è un fatto storico. Basterebbe rivedere le immagini dei tanti incontri tra responsabili politici e religiosi musulmani con il Papa. Oppure si dovrebbero ricordare le visite di Giovanni Paolo II in Marocco, in Egitto, in Siria. In quest`ultimo Paese arabo, il Papa ha visitato la grande moschea degli Omayaddi, accolto dalle autorità religiose musulmane. Ma non è che un aspetto di questo dialogo. Ce ne sono molti altri, spesso ignorati. Musulmani e cristiani si sono parlati in profondità su temi di carattere politico e sociale, su questioni religiose o morali. Hanno discusso, si sono capiti meglio, hanno colto le differenti mentalità .
Io stesso sono stato testimone di questo dialogo: da più di quindici anni la Comunità di Sant`Egidio promuove ogni anno un incontro tra gente di diversa religione. L`ultimo è stato, proprio all`inizio di settembre, a Barcellona in Spagna. Ho potuto vedere veramente, lungo questi anni, la crescita di dialogo, di mutua comprensione, di interesse vicendevole. Ne è emersa la generale convinzione che bisogna vivere insieme nel mondo contemporaneo e che bisogna collaborare per rafforzare la cultura della pace in tante parti del mondo.
Mondi diversi ma non contrapposti. Certo il mondo cristiano e il mondo musulmano sono diversi. Hanno storie diverse. Differenti sono le religioni. Diverso è pure il rapporto tra la religione e la società . Ma la diversità non porta alla contrapposizione.
Il mondo musulmano è grande e complesso: sono molti mondi diversificati. Niente è scontato nel rapporto tra i musulmani e gli occidentali. Non esiste un destino inevitabile delle civiltà e delle religioni. Il fatto è che, oggi, musulmani, cristiani, gente di tutte le provenienze vivono più insieme, meno separati. Ci sono cristiani, fin dalle origini, nel mondo arabo. Ma i musulmani si trovano oggi nelle grandi città europee. Da Damasco a Il Cairo, da Roma a Londra, New York... cristiani e musulmani vivono insieme. Il dialogo dà voce a questa convivenza. La cultura e la pratica del dialogo non annullano le differenze, ma insegnano l`arte del convivere. Abbiamo tutti bisogno gli uni degli altri.
In un mondo globalizzato, sul piano concreto come su quello virtuale, ormai si vive insieme tra gente di diversa religione. Anche in Europa oggi la gente conosce meglio il mondo musulmano. Bisogna progredire su questa strada che impegna uomini di religione, politici, intellettuali, giornalisti. Per progredire, bisogna essere molto chiari nel dire che la violenza non può essere compiuta nel nome della religione. Ma c`è una responsabilità più profonda da parte dei credenti delle religioni: sostenere la pace. L`odio minaccia la pace. L`odio acceca l`intelligenza. L`odio e la violenza spesso peggiorano le situazioni dei popoli.
Il valore della pace. I grandi profeti delle religioni hanno insegnato il valore della pace. La storia del Novecento ha dimostrato come la pace consenta grandi progressi a tutti i livelli. Il mondo di domani si trova di fronte a grandi sfide: ha bisogno di pace per realizzare la giustizia, per risolvere le questioni drammatiche aperte, per lottare contro la povertà . Il dialogo e l`amicizia tra i musulmani e i cristiani sono un dato acquisito e possono dare un grande contributo in questa prospettiva. Il dialogo può estinguere l`odio, far amare la giustizia, ricordando che, per le due religioni, la pace è il nome di Dio.