Quaresima, la grazia della conversione

Tempo di Quaresima, tempo di conversione. Sant’Antonio ci invita ad accostarci al sacramento della confessione con lo spirito dei figli che ritornano al padre, che si rigenerano e ricominciano una nuova vita. Per questo la basilica è da sempre un luogo pr
08 Marzo 2002 | di

 Da alcuni mesi all`€™interno della basilica non ci sono più i sacerdoti confessori e molti pellegrini si chiedono, un po`€™ smarriti, dove possano trovarli. «Come è possibile che al Santo di Padova non ci sia neppure un sacerdote che confessi?», dicono con tono di velata protesta. Vengono, però, subito rassicurati dal frate sacrestano o da una delle guardie: «Non preoccupatevi, i sacerdoti non mancano, ma si sono spostati in un altro luogo, per confessare meglio».

Per l`€™importanza che il sacramento della riconciliazione ha in sé e per poterlo vivere con più raccoglimento, è stata infatti, aperta, da più di un anno, la penitenzieria. Si tratta di una grande sala accogliente, con decine di confessionali, sulla cui parete di fondo campeggia l`€™affresco del ritorno del figliol prodigo dipinto da Annigoni.

La penitenzieria, che non comunica direttamente con la basilica, è situata nell`€™attiguo chiostro della Magnolia. La sua entrata non è difficile da trovare, segnalata dovunque da vistose indicazioni. In essa è possibile fermarsi in preghiera, per prepararsi con calma prima di accostarsi al sacramento. Si è aiutati nella meditazione anche dallo splendido affresco che attira lo sguardo: sotto il crocifisso vi è l`€™immagine del Padre misericordioso pronto ad abbracciare il figlio che l`€™aveva abbandonato. In quel figlio ognuno può ritrovarsi e sentirsi invitato a ricevere il perdono. L`€™esperienza del tornare a casa, riconciliati con Dio Padre, è ciò di cui tutti `€“ in fondo `€“ abbiamo bisogno.

La confessione, che sant`€™Antonio raccomandava di compiere frequentemente, rimane così una delle eredità  più preziose lasciate dal Santo a quanti ancor oggi si avvicinano al suo santuario. La basilica, fin dalle origini, è una vera e propria «clinica spirituale», come diceva papa Paolo VI. Nella penitenzieria, dalla mattina alla sera, è presente a turno qualcuno dei quaranta frati del convento. Ci sono confessori che parlano più lingue, per dare a tutti, anche a chi viene da altri Paesi, la possibilità  di ricevere il sacramento del perdono.

I frati «officiatori», in questo luogo così appartato e silenzioso, offrono ogni giorno ai pellegrini la possibilità  di deporre il peso dei propri peccati e di ripartire dalla basilica con il cuore felice di chi ha incontrato l`€™amore di Dio. «Quando arrivo qui mi sembra più facile confessarmi `€“ confida una signora venuta dall`€™Abruzzo `€“ anche perché nella mia parrocchia trovo raramente il sacerdote disponibile». Non è solo per motivi pratici che i frati si preoccupano di favorire in ogni momento il sacramento del perdono. Con il loro servizio, essi vogliono anche seguire l`€™esempio di Sant`€™Antonio: grande predicatore sì, ma pure instancabile confessore, sacerdote fedele al servizio «personalizzato» di cura e di riconciliazione dei peccatori con Dio.

Antonio predicava spesso alle folle. Nel tempo di Quaresima, lo faceva ogni giorno. Sapeva però che non basta rivolgere l`€™invito alla conversione in modo generico, durante le predicazioni. Dice a proposito padre Vergilio Gamboso, uno dei massimi conoscitori del Santo: «Per Antonio non esistono malattie, ma ammalati. Perciò ripropone, a misura di persona, il messaggio evangelico ai singoli penitenti. Ciascuno ha una sua lunghezza d`€™onda spirituale, esigenze ed esperienze particolari, situazioni intime e familiari irripetibili. Ognuno è un `€œtu`€ del tutto unico». Per questo motivo, il nostro Santo non si sottraeva a ore e ore di ascolto paziente, da vero fratello, di quanti lo cercavano per confessarsi. In questa attività  `€“ ci assicurano le sue antiche biografie `€“ si affaticava non meno che nell`€™annuncio dal pulpito. Narrano le fonti storiche che la confessione era tanto importante per Antonio che nessun miracolo veniva concesso, se i richiedenti non lavavano prima la loro coscienza nel sacramento della riconciliazione.

In questo tempo dell`€™anno, particolarmente dedicato alla penitenza, sant`€™Antonio ci ripete l`€™invito: «Ecco finalmente il tempo della Quaresima, in esso è preparata la grazia della contrizione, che sta ora spiritualmente alla porta e bussa; se vorrai aprirle e accoglierla, cenerà  con te e tu con lei» (Sermoni). Fidiamoci della sapienza del Santo e ancora una volta, per questa Pasqua, apriamo le porte a Cristo.

di padre Alessandro Ratti

 Gli appuntamenti in basilica

Via Crucis. Per tutta la Quaresima continua la via crucis solenne del venerdì.

Predicazione quaresimale. Ogni settimana, un frate della basilica tiene, durante la messa delle 17.00, la predicazione quaresimale. Questa pratica risale a sant`€™Antonio, che per primo a Padova introdusse la predicazione quotidiana in preparazione alla Pasqua.

Confessioni. Durante la Settimana Santa sarà  possibile confessarsi anche nella «sala del Capitolo», con entrata nel chiostro della Magnolia. Naturalmente, rimane aperta la penitenzieria, che si trova sul lato opposto dello stesso chiostro.

Preghiera per la Pace. Il 21 marzo, alle ore 21, presso l`€™Oratorio di San Giorgio, i frati della basilica, assieme a quanti desiderano unirsi a loro, pregheranno per la pace con l`€™adorazione eucaristica.

Un direttore del «Messaggero di sant`€™Antonio» sulla via degli altari

 

Padre Cortese, il «Perlasca in saio»

È stato aperto a Trieste, il 29 gennaio scorso, il processo informativo sulla vita, il martirio d`€™amore, le virtù cristiane e la fama di santità  di padre Nicola Placido Cortese, ucciso durante l`€™ultima guerra dai nazisti per l`€™aiuto dato ai ricercati dal regime.

Questa figura ci è particolarmente cara anche perché padre Cortese fu per sei anni (1937-1942) direttore del «Messaggero di sant`€™Antonio». In questo incarico dimostrò le sue doti e la sua propensione al servizio, scrivendo, instancabile, articoli e lettere a quanti si rivolgevano al Santo. Raddoppiò così il numero degli associati alla famiglia antoniana e, nel 1939, aprì la nuova tipografia.

Una biografia, curata da padre Apollonio Tottoli, tratteggia il corso della vita di padre Placido, delineando le sue virtù civili e spirituali. Pur sapendo di correre rischi, egli decise di rimanere accanto ai perseguitati e rifiutò la possibilità  di trasferirsi. E così l`€™8 ottobre del 1944 fu prelevato dal convento del Santo con l`€™inganno. Da quel giorno i frati non seppero più nulla di lui. Alcuni testimoni affermano che sia stato trasferito a Trieste. Durante gli interrogatori, egli si addossò ogni responsabilità  e non rivelò alcun nome dei collaboratori della «Resistenza con carità », subendo torture inaudite. «Al religioso la Gestapo cavò gli occhi, tagliò la lingua e lo seppellì vivo», asserisce uno dei compagni di prigionia. Con molta probabilità  il suo martirio si consumò nei primi giorni di novembre 1944, a Trieste. Il suo corpo fu ridotto in polvere nel forno crematorio della Risiera di San Sabba, il famigerato campo di concentramento italiano.

Da poco anche i giornali hanno iniziato a interessarsi di padre Placido Cortese. Lo si definisce il «Perlasca in saio»,o «il padre Kolbe padovano». Sta di fatto che il piccolo frate del Santo possiede tutti i requisiti per essere onorato come martire della carità . Chi l`€™avesse conosciuto e desidera fornire ulteriori testimonianze o possiede lettere da parte sua, è invitato a contattare il vicepostulatore della causa, padre Tito Magnani, presso la basilica del Santo.

 

Caro Sant`€™Antonio

La gioia di un figlio

Sant`€™Antonio è vicino a tutti, ma dà  un ascolto speciale alle preghiere dei bambini o a quelle fatte in loro favore. Ecco alcune di queste invocazioni:

Caro sant`€™Antonio, sono un bimbo di 5 anni, ti voglio bene e ti prego per la mamma, il papà  e il mio fratellino che deve togliere le tonsille. Aiutaci! Sergio.

Caro sant`€™Antonio! O.K. stavolta mi serve proprio il tuo aiuto! Ti prego con tutto il mio cuore, aiutami ora come hai sempre fatto. Ti prego per questo bimbo che, se anche non aspettato, è già  una gioia immensa. Ti prego fa`€™ che sia sano e forte, fa`€™ che noi possiamo essere genitori all`€™altezza del grande dono che Dio ci affida. Fa`€™ che riesca ad essere una buona madre, fa`€™ che mio marito sia un grande padre. Fa`€™ che riesca a comunicare al mio bimbo tutto l`€™amore di Dio, fa`€™ che diventi l`€™ uomo che Dio vuole e che io sia solo un mezzo affinché i Suoi Disegni siano compiuti. Sia sempre fatta la volontà  di Dio.

Caro sant`€™Antonio ti chiediamo di intercedere presso il Signore per la conversione di nostra figlia Chiara, fa`€™ che possiamo ottenere questa grazia, noi speriamo nella misericordia del Signore e nella tua potente intercessione. I genitori di Chiara.

Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017