È di scena il fumetto
Il fumetto spopola e tiene banco. Spider Man, ovvero l`Uomo Ragno, il film di Sam Raimi interpretato da Tobey Maguire ha incassato 350 milioni di euro nelle prime quattro settimane di programmazione negli Stati Uniti, record assoluto nella storia del cinema, superiore a quello che apparteneva a Titanic. Dopo vari progetti andati in fumo, il cinema ha tributato il suo omaggio a Corto Maltese, il mitico personaggio di Hugo Pratt, con il film Corto Maltese in Siberia, coproduzione italo-francese, presentata alla Mostra di Venezia e dai primi di ottobre nelle sale italiane, a far da battistrada al serial televisivo di 26 episodi da 26 minuti ciascuno. Intanto dalla Francia si annunciano Asterix e Obelix: missione Cleopatra, con Monica Bellucci, e un nuovo Diabolik, dopo quello del 1964 con John Phillip Law e Marisa Mell, mentre Ang Lee, il regista di La Tigre e il Dragone, sta per rispolverare l`Incredibile Hulk.
I motivi sono diversi. Innanzitutto una crisi di idee nell`industria cinematografica, che spinge autori e produttori a pescare nell`inesauribile contenitore di un mass-medium popolare e parallelo come quello del fumetto, sconfinata riserva di personaggi fantastici, di mondi incantati e di sensazionali avventure.
Ma le ragioni di questo connubio sono anche altre. In primo luogo i più fortunati personaggi dei fumetti garantiscono un pubblico di fans e di aficionados che può essere preventivamente verificato attraverso le vendite delle copie di quelle testate che pubblicano le loro storie; poi, con l`avvento della computer-grafica e del sistema digitale, le avventure degli eroi di carta possono ora contare su effetti speciali fino a poco tempo fa improponibili perché eccessivamente costosi.
Infine c`è una spiegazione sociologica del fenomeno, che non va sottovalutata. Protagonisti delle strisce disegnate come l`Uomo Ragno, Batman, Superman, l`Uomo Mascherato e compagnia bella sono nati fra gli anni `20 e gli anni `30, un periodo che aveva segnato il passaggio dal proibizionismo alla grande depressione e nel quale, di fronte al dilagare della criminalità , l`uomo della strada si sentiva indifeso e insicuro. In quella circostanza l`immaginario collettivo del cittadino medio fu pronto a sostituire l`eroe tradizionale (il G-Man e l`agente federale dell`FBI che avevano rimpiazzato a loro volta lo sceriffo del West e il cow-boy della vecchia frontiera) con il supereroe, dotato di poteri al di fuori del comune capace di imprese sovraumane.
Il comune sentimento popolare si dotava così di nuove favole e del loro antidoto psicologico, di nuovi miti in grado di tranquillizzare le sue ansie e le sue psicosi, rendendo ancor più credibili questi supereroi grazie a un semplice meccanismo di trasformazione che si sublimava nel travestimento: Batman, Superman, l`Uomo Ragno e l`Uomo Mascherato non erano semidei ma persone normalissime, comuni mortali che all`occorrenza si spogliavano dell`abito di tutti i giorni per indossare i panni dell`essere invincibile. E la maschera, dietro la quale si nascondeva una persona insospettabile e apparentemente innocua come il nostro vicino di casa, diventava così l`emblema del segreto che proteggeva la loro identità da sguardi indiscreti, l`alone di mistero che contribuiva ad alimentare la fiducia riposta in questi tutori della salute pubblica.
La figura del supereroe, personaggio altamente affidabile perché risolutore anche dei casi più disperati, è rispuntata non a caso in un momento di particolare tensione come quello che stiamo attraversando. Dopo l`11 settembre dello scorso anno l`insicurezza nelle istituzioni è tornata prepotentemente alla ribalta e ha spianato la strada al ritorno di questi protettori pubblici evocati dal sogno collettivo dell`immaginario popolare.
Personaggi per tutti
Un`altra affinità che agevola la sintonia tra cinema e fumetto è che entrambi sono arti popolari e di massa per eccellenza, che si indirizzano ai loro consumatori senza distinzione di età , di sesso o di formazione culturale, che parlano un linguaggio immediato e facilmente comprensibile, che esercitano i medesimi fenomeni di proiezione e di identificazione da parte dei loro fruitori negli eroi e negli archetipi che propongono, che raccontano una storia attraverso schemi lineari che tendono a ripetersi e a diventare familiari, che presentano una similitudine spaziale fra il rettangolo dello schermo e quello del disegno.
Ma non basta. Cinema e fumetto sono inoltre parenti strettissimi, tanto che non sarebbe azzardato definirli gemelli. Fra la nascita del cinema, con la famosa proiezione dei fratelli Lumière, a Parigi, nel Grand Café al Boulevard des Capucines il 28 dicembre 1895, e la nascita del fumetto passano soltanto 49 giorni. Il papà dei fumetti fu Joseph Pulitzer, un ungherese, che, come tanti altri personaggi approdati al cinema dopo essere giunti negli Stati Uniti seguendo il flusso migratorio che partiva dall`Europa, capì che, in quanto si basavano sull`immediatezza dell`immagine, il cinema e il fumetto erano gli unici strumenti mediatici in grado di poter essere compresi da folle di immigrati che non conoscevano l`inglese.
Letterato, uomo di cultura, fondatore della prima Facoltà di giornalismo all`università , ideatore del giornale della sera con le ultime notizie del giorno, istitutore dell`ambito premio giornalistico che porta il suo nome, Pulitzer scoprì la validità della ricetta e il 16 febbraio 1896 sul suo New York World pubblicò le prime strisce disegnate. Quel giorno era una domenica e, nella tranquillità del riposo festivo, gli americani fecero la conoscenza di Yellow Kid (letteralmente Monello Giallo), un ragazzino calvo, con le orecchie a sventola, giallo come un limone e con una camiciola che gli arrivava fino ai piedi. Yellow Kid divenne immediatamente un beniamino del pubblico, familiare per il realismo alla base delle sue storie, ambientate in casermoni periferici, con cortili pieni di bambini vocianti, di cani, gatti, lenzuola stese al sole e bidoni stracolmi di immondizia.
Cinema e fumetto: un futuro insieme?
Anche se i personaggi dei fumetti impiegheranno molti anni prima di essere adottati dal cinema e a trasferirsi di sana pianta dentro il grande schermo, le reciproche influenze fra i due media saranno concrete e profonde. Dal fumetto il cinema apprenderà , affinandolo, il gusto dell`inquadratura, il montaggio a ellisse, rapido e nervoso, il ritmo; dal cinema il fumetto ricaverà un più robusto senso dell`intreccio, il piglio romanzesco, il piacere di avventurarsi in storie sempre più intricate e fantasiose.
E se nel cinema il fumetto troverà estimatori che gli conferiranno una patente di nobiltà introducendolo nell`Olimpo del film d`autore (basti pensare ad Alphaville di Jean-Luc Godard, a Popeye-Braccio di ferro di Robert Altman, a Dick Tracy di Warren Beatty), nel fumetto il cinema troverà quel passaporto e quel credito che l`industria cinematografica gli aveva negato. Un titolo per tutti: Il viaggio di G. Mastorna di Federico Fellini.