Zitti e buoni a... «suon» di pillole

Fanno fatica a stare attenti in classe, sognano ad occhi aperti, dimenticano libri e quaderni. E poi si muovono di continuo e sono impulsivi. Malati o solo bambini un po’ irrequieti e vivaci?
10 Dicembre 2002 | di

Negli Stati Uniti il Ritalin, la pillola per gli scolari turbolenti e disattenti, va a ruba: negli ultimi dieci anni la sua produzione è aumentata del 740 per cento. Se a questa si aggiungono il Prozac, contro la depressione, e altre sostanze affini, si calcola che oggi almeno un bambino su dieci, oltreoceano, assume regolarmente psicofarmaci.

La parte del leone la fa il metilfenidato, l`€™anfetamina meglio nota col nome commerciale di Ritalin, efficacissima, pare, per curare i bambini affetti da sindrome da iperattività  e deficit di attenzione, in sigla Adhd.

L`€™elenco dei sintomi, pubblicati in una scheda divulgativa dall`€™«American Academy of Pediatrics», lascerà  sconcertati molti non addetti ai lavori: i bambini con questa malattia, infatti, fanno fatica a stare attenti in classe, sognano a occhi aperti, sono distratti e dimenticano libri e quaderni; inoltre, sono sempre in movimento, si agitano nel banco, non riescono a stare seduti né zitti; infine, sono impulsivi, rispondono senza pensare, sono irrequieti e interrompono gli adulti mentre parlano.

 
Malati o solo vivaci?

Alle perplessità  dei profani, che riconoscono in questo quadro la comune descrizione di qualunque bambino vivace e irrequieto, le società  scientifiche di pediatri, psichiatri e neuropsichiatri infantili ribattono compatte che si tratta, invece, di una condizione specifica, patologica, che va curata per evitare non solo disadattamento e difficoltà  scolastiche oggi, ma anche, in un futuro, comportamenti antisociali, se non addirittura criminali.

A tutt`€™oggi questi specialisti, tuttavia, non sono riusciti ancora a stabilire un sistema inequivocabile per distinguere con certezza i bambini effettivamente malati da quelli che hanno solo l`€™argento vivo addosso né a individuare le cause di quella che sembrerebbe un`€™epidemia di dimensioni globali.

Sei milioni di ragazzini americani sono in cura, in Gran Bretagna, nel 1994, assumevano il Ritalin in 600 e nel 2000 in più di 150 mila. Curiosa è anche la distribuzione dei casi nella società : maggiore nei centri urbani, minore nelle zone rurali. Le fasce più deboli e più povere (con minor accesso a tate e nidi) ricorrono al farmaco più spesso per tenere buoni i piccoli sotto i sei anni, in una fascia di età  per cui il farmaco non è registrato e in cui, teoricamente, non si potrebbe ancora parlare di Adhd.

In età  scolare, invece, la medicina è prescritta soprattutto ai figli dei ricchi, per i quali è più difficile accettare un rendimento scolastico scadente. Tra gli adolescenti e gli universitari si sta diffondendo a scopo voluttuario o come aiuto per lo studio, al posto di droghe più pericolose, costose e difficili da reperire.

 
Tra breve anche in Italia?

In Italia già  dal 2000 si discute sull`€™opportunità  di registrare il prodotto, presente in quasi tutti gli altri Paesi del mondo. Per questa approvazione si sta battendo anche il ministero della Salute, nella persona del sottosegretario Antonio Guidi, affiancato dalle associazioni dei genitori, costretti a procurarsi il Ritalin all`€™estero.

Prima che venga introdotto anche in Italia conviene, però, interrogarsi, al di là  delle barricate ideologiche, sullo stile di vita dei bambini di oggi in relazione a quello che avevano genitori e nonni alla stessa età .

Prima di etichettarli come iperattivi, occorre chiedersi quante possibilità  hanno di sfogare la loro naturale energia nel gioco libero, in uno spazio aperto. Prima di pensare a un deficit di attenzione, bisogna chiedersi quante ore passano seduti in un banco o in un contesto di apprendimento (dopo la scuola, le lezioni di sport, di inglese o di catechismo). A ben pensarci, per sostenere il ritmo, un`€™anfetamina è il minimo.

Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017